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I carabinieri davanti al cancello della scuola

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CASTROLIBERO (COSENZA) – Una testimonianza diretta, la prima resa pubblica dopo l’occupazione del liceo “Valentini-Majorana” di Castrolibero per le presunte molestie subite dalle studentesse.

Mentre la protesta continua e i sindacati annunciano l’eventuale costituzione civile in caso di procedimenti giudiziari per le denunce degli studenti, dalle pagine di Repubblica arriva la prima testimonianza.

Si tratta di una ex studentessa della scuola, ora universitaria a Milano, che ha raccontato quello che sarebbe successo nell’istituto.

Al centro della vicenda c’è un professore di matematica e fisica: «Un uomo brillante, arguto, un insegnante capace e interessante. E, purtroppo, una persona vicina alla mia famiglia», racconta la giovane.

«I suoi commenti sfrontati, perché è stato subito sfrontato – ha aggiunto la ventenne – nei primi tempi li ho considerati complimenti. Ero piccola e poco strutturata per capire il significato profondo di quelle parole. E l’ambiente, quel mondo scolastico maschilista, certo non mi aiutava. Se portavo i capelli con la coda alta, mi chiamava bella cavalla e diceva che aveva voglia di galoppare. Faceva continui commenti sul mio seno, il mio culo, la mia vita sessuale. O quella che lui immaginava con me. Ogni spunto della lezione era un’allusione pornografica. Dal secondo al quarto anno quel docente ha perpetrato una costante violenza nei confronti miei e delle mie compagne. Nessuna di noi, immerse com’eravamo nella cultura sessista di quella scuola, ha davvero pensato potessero essere violenze».

Non solo allusioni, ma anche tentativi di contatto fisico, con una consapevolezza che per la giovane sarebbe arrivata solo dopo il trasferimento a Milano, spingendola ad aprire una pagina Instagram, il Callout, che avrebbe raccolto anche altre testimonianze.

Pronti a sostenere gli studenti

Nel frattempo la vicenda continua ad alimentare reazioni. «Per il sindacato, la scuola non è solo il luogo di lavoro di docenti e personale amministrativo e di supporto, è anche la scommessa per il futuro del Paese. È il luogo dei cittadini e delle cittadine di oggi e di domani. Che, giustamente, devono essere fra i protagonisti del sistema educativo dei percorsi didattici dei luoghi di vita. La realtà nella quale vi siete imbattuti è vergognosa e inaccettabile e il vostro stato di agitazione è la protesta di tutte le persone che non accettano il linguaggio sessista, la prevaricazione fra i generi, la violenza ovunque e comunque si manifesti – dice Ivana Veronese, segretaria confederale della Uil, in un messaggio inviato alle ragazze e ai ragazzi dell’Istituto – Per questo, anche per questo, siamo tutte e tutti al vostro fianco: pronti a sostenere le battaglie, disponibili a supportarvi per quello che vi dovesse servire, in ascolto delle vostre istanze, per incrociare esperienze e progettare una società diversa, davvero diversa».

Pronta la costituzione di parte civile

Anche la Uil Calabria è intervenuta, con il segretario generale Santo Biondo e il responsabile della scuola Andrea Codispoti. «Quanto accaduto a Castrolibero ci pare possa essere definito fatto indegno di un Paese civile. La scuola deve essere un ambiente protetto, un luogo di crescita sociale e culturale e non soltanto un luogo di lavoro. È dentro la scuola che si formano le donne e gli uomini del domani, la nuova classe dirigente – scrive la Uil – Quanto accaduto nell’istituto superiore cosentino, invece, è inaccettabile e vergognoso, è quanto di più distante ci possa essere da come noi immaginiamo l’istituzione scolastica ed il mondo nel quale viviamo. In queste ore, quindi, non possiamo che sostenere la presa di posizione di quegli studenti che han-no deciso di protestare, di far sentire la propria voce e alzare un muro contro l’indifferenza e le molestie. Per questo siamo convinti che, oltre alla naturale indagine interna da parte dell’ufficio scolastico regionale, sia necessario l’intervento della magistratura e delle forze dell’ordine per fare luce sulle denunce di alcune studentesse. A tutte loro, poi, diciamo con chiarezza che siamo pronti a mettere loro a disposizione, fattivamente, le nostre strutture presenti sul territorio. Ma non solo, annunciamo già da ora che, qualora quanto denunciato dalle studentesse approdasse in un’aula di tribunale, siamo pronti a costituirci parte civile nel processo».

Chiesto l’invio di ispettori

La Cgil Cosenza chiede ufficialmente l’invio di una «task force di ispettori, esterni al contesto territoriale, per far luce su una vicenda che oscura il ruolo e la funzione pedagogica della scuola».

In una nota della Cgil, a firma di Umberto Calabrone e Francesco Piro, rispettivamente segretario generale Cosenza e segretario Flc Cosenza, si evidenzia: «Non vi è dubbio che il sistema delle relazioni che vive il mondo della scuola in generale, deve essere improntato su valori umani e civili senza mai debordare in qualsivoglia atteggiamenti ambigui. Ciò che si evidenzia invece, sono sempre più gli aspetti poco trasparenti da parte di chi dovrebbe avere la custodia della verità o la ricerca della stessa, ossia, la dirigente scolastica che deve necessariamente essere destinataria di opportuni provvedimenti, non solo se le suffragate e circostanziate affermazioni, della studentessa e della scolaresca risultassero essere vere».

«I tempi delle decisioni – continua la nota – devono essere rapide e tempestive e non possono essere dilazionate perché alimenterebbero il sospetto che la vicenda possa essere in qualche modo messa a tacere per il buon nome della scuola, garantito dall’egregio lavoro  e portato avanti come sempre dalla stragrande maggioranza del corpo docenti.
Ciò a cui stiamo assistendo in questi giorni, è la forte contrapposizione fra ragazzi e dirigente, ormai arrivata a un punto di non ritorno, che non deve, in questo caso, avere ripercussioni sul piano della didattica e delle garanzie civili e sociali degli studenti. Come CGIL e FLC Cgil chiediamo immediatamente che il ministro Bianchi provveda ad inviare una task force. Se ciò non dovesse essere sufficiente, riteniamo che sia necessario e urgente un intervento parlamentare affinché il tema dei presunti abusi nel mondo della scuola trovino risposte adeguate».

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