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Mario Lo Gullo

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COSENZA – E’ morto a Cosenza Mario Lo Gullo (LEGGI LA NOTIZIA), 66 anni lo scorso 2 febbraio, persona che è stata sempre presente nei media cosentini con compiti di organizzazione ed esperto di marketing.

A seguire un brano tratto dal libro “Informazione e comunicazione commerciale in Calabria” scritto proprio da Lo Gullo:

1972, ero appena sedicenne, militante convinto e tesserato del Psi a Sartano, il paese dove sono nato, quando scattò l’amore per il giornalismo. Tutte le mattine compravo un quotidiano, seguivo i settimanali, leggevo i fumetti, ascoltavo la radio e la tv.

La mia prima domanda per collaborazione la inviai alla Gazzetta del Sud, all’epoca il giornale più importante della Calabria. Arrivò puntuale la risposta: non erano interessati e, se ci fosse stata la possibilità, mi avrebbero contattato loro stessi. Subito, però, spuntò l’opportunità di una mia collaborazione con il Giornale di Calabria. Per la verità, a Torano c’era già il corrispondente che, da lì a poco avrebbe lasciato, per intraprendere la carriera di studente preparatissimo prima, e medico dopo: mio cugino Aldo De Rose, anzi, il prof. Aldo De Rose, un grande professionista che collabora con le pagine di scienze di la Repubblica ed è spesso ospite nelle più importanti trasmissioni di medicina.

Il Giornale di Calabria di Piero Ardenti

Il segretario socialista di Sartano, il prof. Corradino Cariati, mi preparò una lettera di presentazione per l’on. Giacomo Mancini, referente politico de il Giornale di Calabria. Fu così che presi un appuntamento con l’indimenticabile direttore Piero Ardenti nella sede di Piano Lago. Ancora oggi non riesco a spiegare a parole qual era l’emozione, ripensandoci rivivo delle sensazioni uniche. Per un ragazzo di paese – come ci definivano allora quelli della città – era come raggiungere un sogno. Il viaggio, con il trenino della Calabro-Lucana da Cosenza a Piano Lago, era stato allucinante. Pioggia, vento, freddo e soprattutto nebbia. Dalla stazione ferroviaria alla sede dove c’era la redazione centrale e dove si stampava il giornale, giunsi senza ombrello – come mio solito – in condizioni pietose.

Niente mi poteva fermare, solo al pensiero che da lì a poco sarei stato investito ufficialmente della carica di corrispondente. Ricordo ogni cosa di quel giorno, le prime persone che ho incontrato al giornale erano: il centralinista Pino, il redattore Pino Indrieri, il capo servizio Mimmo Lo Gozzo e, finalmente, il direttore Ardenti, che mi conferì l’incarico di scrivere per il suo giornale da Torano Castello. E così cominciò la mia avventura nel mondo della comunicazione.

Dopo una settimana, uscì il mio primo articolo – si fa per dire – erano solo dieci righe, firmate con le mie iniziali MLG. Non vi dico la gioia, i giri che ha fatto quel giornale, non potete nemmeno immaginarli. Cominciai a scrivere di tutto e di più, dalla politica allo sport, e soprattutto cronaca, come si chiedeva allora a tutti i corrispondenti dei vari comuni. Piano piano sono riuscito ad allargare l’orizzonte e a scrivere articoli dai paesi del comprensorio: Torano, San Martino di Finita, Cerzeto, Rota Greca, Lattarico, Mongrassano, Cervicati e soprattutto San Marco Argentano, il centro più importante dove c’erano le scuole superiori, la pretura, l’ospedale e soprattutto la compagnia dei carabinieri, la fonte più importante dei miei articoli; ottimo il mio rapporto con il tenente, poi capitano, Neri e tutti gli altri che si sono avvicendati.

I nomi dei colleghi più importanti che associo a quel periodo sono: Enzo Monaco, presidente nazionale dell’Accademia del peperoncino – era già uno che contava – a Piano Lago si occupava delle pagine del Tirreno; insieme a lui un altro amico di Diamante, Nuccio Ordine, attualmente docente illustre dell’Università della Calabria e collaboratore di quotidiani nazionali come la Repubblica e Corriere della sera. Avevano il giornalismo nel sangue, riempivano pagine e pagine, e noi miseri mortali per veder pubblicato un nostro articolo, dovevamo sudare le classiche sette camicie. C’erano: Michelangelo Napoletano, Pantaleone Sergi, Paolo Guzzanti, Antonio Di Rosa, Luigi Piccitto, che poi sono diventati famosi fuori dalla Calabria.

La redazione cosentina, all’angolo tra viale Trieste e via Montesanto, era animata da Santino Trimboli, Enzo Costabile, che ci ha lasciati qualche anno fa, Raffaele Malito, Tonino Raffa. E poi ricordo alcuni nomi che dai vari comuni erano presenti sul giornale tutti i giorni: Giuseppe Parrello, Franco Fedele, Cosimo Bruno, Leonardo Rizzo e altri che hanno fatto grande il Giornale di Calabria.

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