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Chiara Ferragni con alcuni gioielli della sua linea

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Si sarà arrabbiata – e non poco – Chiara Ferragni, imprenditrice e famosa influencer quando ha letto di una gioielleria che non avrebbe più venduto i suoi bijou, perché ritenuti “di scarsa qualità”. Un post che parte dalla Calabria e ha fatto il giro dei social in un baleno, rischiando di diventare un caso nazionale.

Il post di Selvaggia Lucarelli

I protagonisti sono la gioielleria Autieri di Montalto Uffugo, con sede anche a Corigliano-Rossano, e la nota designer italiana. I fatti. Appare sulle pagine dei social della gioielleria un messaggio, postato anche nelle stories, che recita: “La collezione di gioielli Chiara Ferragni non è più disponibile nei nostri store. Abbiamo deciso di non trattarla più perché ci siamo resi conto della scarsa qualità del prodotto. Il nostro obiettivo è quello di fornirvi sempre la migliore qualità. Ci scusiamo per l’inconveniente”.

Una frase che spiazza gli utenti e rappresenta una netta presa di posizione da parte della gioielleria che evidentemente non ritiene qualitativamente accettabile la nuova collezione di gioielli della Ferragni appena giunta negli store. Un paio d’ore e arriva un secondo post. “Purtroppo i nostri canali social sono stati soggetti ad hackeraggio nelle ultime 24 ore. Ci dissociamo da tutto ciò che è stato pubblicato sia nei post che nelle stories in questo frangente. Stiamo lavorando per risolvere il problema. Ci scusiamo per il disagio”.

Le discolpe nel terzo post: “Ci scusiamo con Chiara Ferragni e la sua collezione di gioielli che reputiamo di alta qualità e innovativa nel design. Cogliamo l’occasione per augurarle in bocca al lupo anche se non è venduta nel nostro secondo punto vendita”. Un susseguirsi di affermazioni che non passano inosservate al popolo dei cibernauti.

A metterci il cosiddetto carico da novanta ci pensa Selvaggia Lucarelli, che sulla propria pagina social riposta gli screenshot dei messaggi della gioielleria e aggiunge: “La cosa più divertente del 2021”. Un mare di commenti, oltre 5mila like e 100 condivisioni. Insomma, un pasticcio che ha tutti gli elementi per diventare una causa milionaria – forse – evitata per un soffio.

«Non so cosa può essere accaduto, non ho avuto il controllo di questa situazione, ma ci siamo scusati immediatamente, perché ovviamente è stato un danno per tutti». A parlare è Gaetano Autieri titolare delle gioiellerie. «È successo un casino, ma questo non è nel mio modo di fare, ne di sollevare critiche. Posso certamente dire – ha poi concluso Autieri – che non è un prodotto di metallo prezioso, però non avrei mai detto o scritto di non comprarli. Tra l’altro abbiamo il prodotto in gioielleria, dunque perché non venderlo? Sono certo che il profilo è stato hackerato».

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