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Serena Cosentino e Mohammadreza Shahisavandi

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DIAMANTE (COSENZA) – La città turistica dell’alto Tirreno cosentino è come cristallizzata. Un’atmosfera glaciale, un silenzio surreale. Per l’intera comunità, colpita dalla tragedia della funivia del Mottarone, la notizia, in una calda domenica, è rimbalzata per mille chilometri come un macigno. Proprio in un momento in cui la città si sta riorganizzando per accogliere i turisti nel segno della ripresa.

Serena Cosentino, 27 anni, di Diamante e Mohammadreza Shahisavandi, 33 anni e non 23 come si era appreso in un primo momento, di origine iraniana, ma anche lui residente nella cittadina turistica dell’alto Tirreno cosentino, hanno perso la vita in una giornata che doveva essere un momento di svago. Un’occasione, per riprendersi dalle restrizioni del Covid che per Serena Cosentino sono durate più di un mese.

I familiari, adesso, sono in attesa di notizie sulla restituzione del corpo per dare l’ultimo saluto alla propria cara. L’intera comunità è pronta a stringersi alla famiglia. Al momento, non ci sono ancora indicazioni precise sul rientro delle salme, si è appreso che è stata eseguita un’ispezione cadaverica sui corpi delle vittime e, invece, non si è proceduto all’esame autoptico, ritenuto, forse ininfluente per il prosieguo delle indagini che invece avranno certamente una natura tecnica.

La piccola comunità di Diamante ben conosce Serena Cosentino descritta come una ragazza molto studiosa. Come è noto aveva recentemente conseguito la laurea magistrale in “monitoraggio e riqualificazione ambientale” alla sapienza di Roma e la laurea triennale in scienze naturali, sempre alla Sapienza. Aveva vinto una borsa di studio del Cnr, sulla ricerca delle acque, e per questo si trovava a Verbania dallo scorso 15 marzo. Proiettata, insomma, verso nuove esperienze che, forse l’avrebbero allontanata dalla città tirrenica, ma che l’avrebbero spinta verso successi professionali. Di questo sono sicuri tutti coloro i quali la conoscevano.

E c’è da dire che sono in tanti a ricordarla, ma quasi tutti preferiscono farlo lontano dai riflettori, che inevitabilmente una tragedia come quella di domenica ha acceso sul centro turistico. Qualcuno lo dice con sicurezza: “era una ragazza molto dolce e brava, riservata come il padre, amava molto lo scrittore spagnolo Luis Zafon, famoso per il libro l’Ombra del vento”.

Il padre è conosciuto per il suo lavoro di antennista e tecnico riparatore, la madre è casalinga. Come è noto, Serena aveva altre due sorelle, gemelle fra loro, e un fratellino. C’è tristezza in quell’appartamento nel centro di Diamante dove si recano gli amici più stretti.

Il parroco don Eugenio ha portato un po’ di conforto ai familiari. «La mamma di Serena è distrutta – ha detto don Eugenio – il padre cerca di darle forza, ma il dolore è tanto e alla fine anche lui è crollato». Il padre di Serena per tutta la giornata non si è dato pace: “Ho perso la gioia della mia vita”, ha ripetuto più volte.

Serena Cosentino, aveva anche fatto danza alla prestigiosa scuola “Ruskaja” di Diamante ed il gruppo, da ieri, la ricorda con una foto in costume scattata durante uno spettacolo: “Vogliamo ricordarla, con immenso affetto, cosi com’era in sala e sul palco: un’allieva attenta, disponibile e sempre sorridente. Che la terra ti sia lieve”.

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