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COSENZA – Troppi gli accessi abusivi ai sistemi Inps per non provocare sospetti e in quattro sono finiti agli arresti domiciliari. Si tratta dell’avvocato cosentino Domenico Pasquale Quaglio, 55 anni, amministratore di fatto della società “Sirinformat srl”, con sede a Rende, il maresciallo Cosimo Antonio De Fazio, 52, in servizio presso il Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza, arrestati e posti ai domiciliari per come ordinato dal gip del Tribunale di Catanzaro Sara Merlini, su richiesta della locale Procura. Quest’ultima, in realtà, aveva chiesto per entrambi la restrizione in carcere.

Ai domiciliari sono finiti anche Luigi Siciliano, classe ‘72, ed Ercole Iorio, del ‘70, rispettivamente appuntato scelto e luogotenente in forze presso il medesimo Nucleo delle Fiamme gialle cosentine. I quattro risultano gravemente indiziati dei reati di accesso abusivo a sistema informatico e corruzione.

Le indagini sugli accessi abusivi ai sistemi Inps, terminate con gli arresti, sono state svolte con l’ausilio del Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Cosenza, e scattano nel 2022 da una segnalazione del Garante della privacy e da una richiesta da parte del ministero degli Interni indirizzata alla Gdf di Cosenza di «dettagliate informazioni sulle migliaia di operazioni effettuate nella banca dati Inps» da parte dei tre militari. Il quadro che ne deriva viene definito dal giudice “particolarmente allarmante”: troppi, oltre 180mila, gli estratti conto estrapolati in maniera “anomala” dalla banca dati Inps, appartenenti ad altrettante persone fisiche e – da quanto emerso dalle risultanze investigative – senza alcuna attinenza ad attività di servizio.

Cosa c’entra dunque l’avvocato Quaglio in questa storia? Ebbene, sarebbe stato proprio il professionista, già amministratore del Cosenza Calcio, a commissionare gli accessi abusivi ai tre finanzieri, attraverso la piattaforma interforze denominata Sii dove accedevano utilizzando le credenziali in uso a De Fazio e Iorio. Quaglio avrebbe acquisito quei dati al fine di favorire la società “Sirinformat”, traendo un illecito vantaggio rispetto alle imprese concorrenti che non potevano disporre delle informazioni privilegiate che invece la “Sirinformat” riceveva con la complicità dei tre pubblici ufficiali. Non a caso la società, proprio nel periodo della realizzazione degli accessi abusivi, ovvero dal 2018 al 2023, incrementava il suo fatturato di cinque volte, passando da 267mila a un milione e 60 mila euro. Uno “schema criminale” – riporta il gip nell’ordinanza di arresto – che «ruotava attorno all’accordo corruttivo tra Quaglio e De Fazio: infatti, quest’ultimo ha ricevuto da Quaglio almeno 2mila euro per “piegare” il suo ufficio alle esigenze di quest’ultimo».

ACCESSI ABUSIVI AI SISTEMI INPS, IL RETROSCENA

Tra le migliaia di codici fiscali “interpellati”, anche quelli di soggetti coinvolti nell’operazione “Reset” della Dda di Catanzaro: De Fazio ne avrebbe, infatti, ricercati 13, insieme a quello della ex parlamentare calabrese Enza Bruno Bossio, in carica dal 2018 al 2022; Iorio, invece, almeno 4. I codici fiscali oggetto delle ricerche erano, inoltre, riconducibili a persone di aree geografiche molto diverse tra loro, alcune residenti anche all’estero, indice di un probabile successivo utilizzo a scopi commerciali.

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