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Una scritta su un muro in centro a Cosenza

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COSENZA – I muri raccontano. Da sempre. E tra un “Ti amo Simona”, “Un uccello in gabbia continua a volare” c’è anche chi lascia un messaggio a chi nottetempo ha forzato un’auto per rubare qualche spicciolo o un cd.

E il muro diventa l’unico mezzo di comunicazione possibile tra chi ha commesso il reato e chi lo ha subito, tra chi dormiva sereno nel suo letto e chi viveva una delle sue notti maledette.

E quel divario abissale annullato da sette parole scritte con la bomboletta spray, sull’unico pezzo di muro risparmiato dall’umidità e dagli acciacchi del tempo in via Riccardo Misasi, in pieno centro a Cosenza, ci fa ben sperare.

Finché avremo voglia di cercare un dialogo con l’altro, comunicandogli anche la nostra rabbia, vuol dire che non siamo ancora pronti a cedere il passo alla rassegnazione.

Poco più in là leggiamo anche un nostalgico “Pretty woman” e cerchiamo di immaginare chi possa essere la destinataria di tale messaggio. Ci sono tante vite sui muri, tante storie, e quando ci fermiamo ad ascoltarle, diventano un po’ anche nostre.

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