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L'ex presidente della Regione Nino Spirlì

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Cinque anni fa il suo lungo post che santificava Putin non passò inosservato, fu tradotto in decine di lingue e letto da 1,5 miliardi di lettori, dopo la ripresa della Pravda. “Facci la santa cortesia, caro presidente Putin, di rivolgere un paio di decine di migliaia di cosacchi verso l’Italia. E facci tuoi! Ci resti solo Tu come aiuto serio, credibile e concreto contro questa Europazza antitaliana, questi governanti imbecilli, queste signorine istituzionali dalle fantasie eroticoamoraliste, questi politici pinocchi e strafottenti”, scriveva Nino Spirlì, poi presidente leghista della Regione Calabria, il 28 giugno del 2017 sul suo blog personale sul “Giornale”, mentre a Palazzo Chigi sedeva il dem Paolo Gentiloni.

La provocazione dell’intellettuale calabrese, a rileggerla ora evoca un presente in cui le parole di Spirlì sono la parodia di una realtà che si sta avverando, drammaticamente, ai confini dell’Europa, in Ucraina, dove carri armati e uomini sono in movimento davvero. “Se trovi cinque minuti di tempo inviaci una flotta, che ne so, dei sottomarini, dei tupolev carichi, dei camion; vedi Tu”, era l’appello del successore di Iole Santelli alla Cittadella rivolto a Putin.

Putin, per Spirlì, avrebbe risolto il problema dei migranti (“saremmo già svuotati del di più che è sbarcato negli ultimi anni sulle nostre coste, nei nostri porti, e che si è spalmato lungo tutto lo Stivale, occupando e pisciando tutti i marciapiedi d’Italia”), degli islamisti (“avremmo già chiuso quelle migliaia di moschee clandestine”) e con lo zar “avremmo già ripulito le nostre città di predatori e scippatori che nomadeggiano per tutta la penisola, zingarando fra luoghi turistici e paesini di pensionati”.

“Faccelo un pensierino, Vladimir Vladimirovic. Perché qui il vento è cambiato. La Gente Italiana si sta svegliando e sta cominciando ad assestare i primi calci in culo ai bugiardi in poltrona. Se, poi, all’orizzonte si vedesse stagliarsi la Tua stella, sai che siringata di ottimismo per il mio Popolo”, concludeva il post.

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