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COSENZA – Di fronte all’ipotesi di un provvedimento di sgombero improvviso per le circa 90 persone sprovviste di abitazione propria e che occupano l’immobile in disuso denominato Istituto Canossiane, situato su via Tommaso Arnoni, il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto ha firmato un’ordinanza contingibile e urgente, con la quale dispone la requisizione in uso dell’immobile in favore degli attuali occupanti per la durata di 90 giorni.

«La decisione – evidenzia una nota del Comune – nasce dalla necessità di tutelare le esigenze di persone che vivono condizioni di disagio, fra le quali sono presenti donne, anziani, minori, nonché due portatori di gravi disabilità. L’eventuale sgombero, paventato da più parti, produrrebbe inoltre una grave situazione di allarme sociale, considerato che coinvolgerebbe un centinaio di cittadini per i quali sorgerebbe l’impossibilità di trovare loro una soluzione alternativa a causa dell’attuale emergenza abitativa».

Nell’ordinanza si legge: «Com’è noto, compito del sindaco è quello di evitare situazioni urbane di degrado o di isolamento che favoriscano l’insorgere di fenomeni criminosi. Nel frattempo, il Comune di Cosenza proseguirà l’interlocuzione con la proprietà dell’immobile al fine di acquistarlo per destinarlo a finalità di contrasto a situazioni di disagio abitativo, appunto, che vengono acuite dal momento di crisi generale. 

Sarà tuttavia garantito un indennizzo alla proprietà, proporzionato alla durata della requisizione, da scomputare dal prezzo d’acquisto, che, sentito il Settore Patrimonio, si quantifica provvisoriamente in 3.500 euro mensili, salvo conguaglio.

«Il prossimo passo – dichiara Mario Occhiuto – sarà quello di procedere alla creazione di due case parcheggio (Portapiana e ex Canossiane) destinate a chi attraversa una situazione di estrema difficoltà per consentirgli di trovare una soluzione con il tempo. E, ancora abbiamo in mente di destinare vecchi immobili in disuso ad edilizia sociale con un progetto di auto recupero per chi è già in graduatoria, comprese le persone che vivono in condizioni precarie in via Reggio Calabria».

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