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Giusi Princi

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CATANZARO – Combattere la dispersione scolastica è possibile. Il primo passo per farlo è mettere mano alle risorse finanziarie. E questo il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi lo sa bene, così tanto da aver stanziato ben 500milioni di euro – prima tranche dell’intervento del Pnrr contro l’annoso problema riguardante i giovani studenti – alle scuole secondarie di primo e secondo grado dell’intero territorio. Fondi, questi ultimi, già ripartiti a livello regionale e poi tra gli istituti. Neanche a dirlo la Calabria, indossando la maglia nera in quanto a abbandono dei banchi scolastici, incassa di più, con oltre 25milioni di euro. La nostra Regione segue soltanto chi fa peggio: Campania, con più di 79milioni assegnati, e Sicilia, che ne ottiene circa 74.

Ci aiuta a inquadrare il fenomeno, anche sulla base della sua longeva esperienza di preside del liceo scientifico “Leonardo Da Vinci” di Reggio Calabria, il vicepresidente della Regione Calabria, nonché delegata all’Istruzione, Giusi Princi. «Si tratta di fondi strumentali a contrastare l’insuccesso formativo – afferma – Questa terra nel 2021 ha raggiunto lo 0,75 per cento di dispersione e 14 giovani calabresi su 100, tra i 18 e i 24 anni, hanno solo la licenza media. La situazione è a dir poco allarmante, quindi l’azione ministeriale risulta fondamentale: i fondi saranno gestiti direttamente dalle scuole assegnatarie (oltre 200 in Calabria) con l’obiettivo – aggiunge – di migliorare le competenze di base e ampliare l’offerta formativa».

In altre parole, con le risorse stanziate gli istituti dovranno attuare dei veri e propri progetti, capaci di “togliere” i ragazzi dalla strada, di invogliarli a studiare, di stimolarli ad avere passioni, sogni, ambizioni. «Le scuole – continua Princi – potrebbero, per esempio, divenire dei veri e propri presidi sociali, aperti anche al pomeriggio (considerando che sul territorio calabrese scarseggiano le agenzie educative), dove, per l’appunto, svolgere laboratori di teatro, di arte, di musica. C’è tanto da fare e le idee numerosissime».

I finanziamenti, inoltre – destinati alle scuole sulla base di precisi indicatori e della situazione socio-economica in cui si trovano –, dovranno essere impegnati dagli istituti a partire da settembre, per un biennio. Poi, sempre dal Ministero dell’Istruzione, arriveranno altre due tranche di fondi: alcuni per chi ha dai 18 ai 24 anni, con l’obiettivo di fargli acquisire il diploma; gli altri per potenziare le cosiddette competenze di base e superare, così, i divari territoriali.

«Contestualmente all’azione del Ministero – continua il vicepresidente – anche a livello regionale ci stiamo muovendo su questo fronte: vogliamo, tramite le risorse del Pnrr, potenziare i laboratori delle scuole e crearne di nuovi, incentivando i percorsi extrascolastici e la formazione. E tutto ciò, tra le altre cose, sulla base di quella storia vincente – dichiara – che fu la mia al “Da Vinci”: quattro miei studenti nel 2011 vennero addirittura premiati dall’Accademia dei Lincei tra i migliori di tutta Italia».

Un modo come un altro, insomma, per dire che si sa quello che si sta facendo. O meglio si conosce la direzione in cui si vuole andare. «Quella – afferma Princi – della lotta contro la marginalizzazione di studenti “dispersi”, soprattutto là, dove la criminalità è alta e i problemi numerosi».

Come segno di presa di coscienza del problema, tra l’altro, non è un caso che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella abbia inaugurato lo scorso anno scolastico a Pizzo. «Verissimo – commenta la delegata regionale all’Istruzione – Le istituzioni ci sono, e ci saranno anche il prossimo 12 luglio: proprio il ministro Bianchi verrà da noi in Cittadella per la sottoscrizione del Patto educativo per la Calabria. Si tratta – spiega Princi – di un protocollo, firmato anche dalla ministra Carfagna, in cui ci impegneremo a realizzare interventi a tutela dei giovani studenti, principalmente quelli delle aree interne calabresi, in cui il grado di dispersione risulta più elevato».

Sempre nel documento, che vuole far valere il “diritto allo studio”, «grande risalto avrà – chiosa Princi – anche la fascia 0-3: viviamo infatti in una terra dove già i piccolissimi sono abbandonati a loro stessi e ciò non è più pensabile».

In ultimo, oltre ai dati, alle statistiche e ai freddi numeri, Princi tiene a precisare qualcos’altro. «Dietro alle percentuali – sottolinea – ci sono storie. E ci sono pure maestri. Credo che proprio questi ultimi rappresentino il segreto per combattere il fenomeno della dispersione. I dirigenti devono, certo – conclude –, cogliere le opportunità, anche finanziarie, che hanno dinnanzi; ma i maestri possono far credere agli allievi che tutto sia possibile, anche diventare quello che si vuole».

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