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La mappa del nuovo impianto eolico

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CATANZARO – È proprio il caso di dire “Non c’è due senza tre”. Il progetto di un impianto di produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile eolica offshore di tipo galleggiante (il terzo) della potenza complessiva di 555 MW, da installare nel Mar Ionio al largo delle coste calabresi nello specchio acqueo del Golfo di Squillace al largo di Punta Stilo, e delle relative opere di connessione alla Rete di Trasmissione Nazionale (Rtn) da realizzarsi, a cura della società proponente Acciona Energia Global Italia S.r.l.

Questo l’avviso pubblicato dalla Capitaneria di porto di Crotone per presentare eventuali osservazioni. L’impianto dovrebbe sorgere nel mare antistante del golfo di Squillace, e per l’esattezza, a 23 chilometri di distanza da Monasterace e 35 da Capo Rizzuto.

Nella relazione tecnica illustrativa del progetto della società spagnola si sottolinea che «tale area è stata selezionata sulla base di studi preliminari, in considerazione della risorsa eolica disponibile, della presenza di vincoli normativi, urbanistici e ambientali nonché della distanza dalla costa, natura e profondità dei fondali e della possibilità di connessione alla rete elettrica nazionale».

Come si ricorderà, in aree limitrofe ci sono altre due richieste, quelle del parco eolico off-shore di Repower Renewable, con 33 aerogeneratori, nei pressi di Capo Rizzuto e a 12 chilometri da Le Castella, e quella di Minervia Vento, per un impianto da 45 aerogeneratori.

L’obiettivo del progettato impianto “in coerenza con gli indirizzi comunitari, di incrementare la produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile e di fronteggiare la crescente richiesta di energia da parte delle utenze sia pubbliche che private”. Viene richiamato, inoltre, il “Piano nazionale integrato per l’energia e il clima, pubblicato dal Mise e da questi predisposto di concerto con il Mite e il Mims, che recepisce le novità contenute nel Decreto Legge sul Clima nonché quelle sugli investimenti per il Green New Deal previste nella Legge di Bilancio 2020” ed il Pnrr.

La proponente Acciona Energia Global Italia S.r.l. rimarca che «la costruzione di una centrale atta a garantire un’offerta energetica da fonte non convenzionale pari a 1,80 TWh annui, rappresenterebbe una risposta anche alle esigenze di risoluzione della congestione della rete elettrica e della dipendenza da importazioni in materia energetica, fornendo un valido contributo al raggiungimento degli obiettivi prefissati di de carbonizzazione del Pniec».

Precisa, altresì che «il progetto sarà successivamente sottoposto, altresì, alla richiesta di Autorizzazione Unica alla costruzione e all’esercizio dell’impianto, al Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili (ex Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti) di concerto con il Ministero dello Sviluppo Economico”; la «richiesta di Valutazione di Impatto Ambientale» e «di Concessione d’uso del Demanio Marittimo alla competente Autorità Marittima».

La società proponente, poi, rimarca anche che «per quanto concerne la presente richiesta di Concessione Demaniale Marittima, essa si riferisce allo specchio acqueo sul quale insisteranno l’impianto eolico e la parte di cavidotto marino di circa 50 km fino alla spiaggia della Roccelletta nel territorio comunale di Borgia, ricadente nel tratto finale all’interno delle 12 miglia marine dalla costa. In una fase più avanzata del progetto – si legge ancora nella relazione tecnica – verrà confermato o rettificato con il Gestore di Rete Terna S.p.A. l’ipotizzata soluzione di connessione alla rete, il limite tra Opera Utente e Opera di Rete, nonché le modalità autorizzative e realizzative dell’Opera di Rete; quest’ultima al momento si assume non interessi aree demaniali marittime».

Dalla medesima relazione, inoltre, si evidenzia che «l’impianto eolico offshore in progetto denominato “Calabria”, si sviluppa a largo della costa orientale della Calabria, nello specchio acqueo del Golfo di Squillace al largo di Punta Stilo». L’impianto sarà composto da 37 aerogeneratori, «con fondazioni galleggianti ancorate al fondale, ciascuno con potenza nominale di 15 MW, per una potenza totale dell’impianto di 555 MW». In termini di energia verrà «prodotta e trasformata su una Sse offshore galleggiante da 66 kV alternata a 380 kV Heating, Ventilation and Air Conditioning (Hvac) prodotta sulla rete nazionale di Terna in corrispondenza della più vicina Sse di Terna a 380 kV denominata “Maida”, in Contrada Montagna, nel territorio del Comune di Maida». La acciona in merito precisa che «tale ipotesi potrà essere successivamente confermata o modificata in funzione alla Stmg che sarà fornita da Terna».

Ed ancora, sottolinea che «il trasporto di tale energia avverrà tramite un cavidotto tripolare subacqueo Heating, Ventilation and Air Conditioning a 380 kV per una lunghezza di 50 km fino al litorale della Roccelletta nel territorio comunale di Borgia e successivamente, attraverso un cavidotto tripolare terrestre, che percorrerà la rete stradale esistente fino alla Sse di Maida per una lunghezza di 17 chilometri».

La società, poi, precisa che «poiché l’area marina su cui insiste il parco eolico è situata in mare aperto, a largo del Mar Ionio, ad una distanza minima di 23 km dalla costa calabrese di Punta Stilo, all’atto della presentazione della presente richiesta è stato possibile effettuare il rilievo delle caratteristiche dell’area in base all’esame delle cartografie disponibili e delle immagini aeree reperibili mediante software, piattaforme e sistemi Gis abilitati a fornire dati pubblici».

La Acciona, scendendo nel dettaglio, comunica che «all’esterno della navicella, all’estremità dell’albero lento, è fissato il rotore costituito da un mozzo in acciaio sul quale sono montate le 3 pale in materiale composito, le quali hanno il compito di trasformare l’energia cinetica del vento in spinta aerodinamica e, conseguentemente, in energia meccanica di rotazione. Per ottimizzare l’energia da estrarre – prosegue – in funzione della velocità e direzione del vento, sia la navicella che le singole pale del rotore possono ruotare in modo da tenere l’asse della macchina sempre parallelo alla direzione del vento e l’angolo di calettamento alla radice delle pale variabile in funzione della velocità del vento stesso; tali funzioni vengono regolate dal sistema di controllo della macchina così come tutti gli stati di funzionamento della stessa».

Altra precisazione tecnica riguarda le Fondazioni e ancoraggi sui fondali. «Le elevate profondità – scrive la società nella relazione – hanno portato alla necessità di ricorrere a fondazioni, diverse da quelle ordinarie, di tipo galleggiante (floating) variamente ancorate al fondale. L’assenza delle tradizionali fondazioni permette di implementare progetti in acque più profonde rispetto agli attuali parchi eolici offshore, riducendo l’impatto visivo e aumentando la capacità potenziale».

Ed ancora per «minimizzare gli impatti ambientali potenzialmente generabili dagli ancoraggi degli aerogeneratori sul fondale marino, saranno verificati diversi sistemi e, di conseguenza, adottato il sistema che possa garantire le migliori performance ambientali».

In merito ai possibili rischi di navigazione, si rimarca che “dalla tavola di inquadramento sulle rotte navali emerge che, nella zona oggetto di intervento, pur trovandosi nella rotta navale tra lo Stretto di Messina ed il Canale d’Otranto, l’intensità del traffico navale risulta essere bassa e, pertanto, la presenza degli aerogeneratori ben distanziati, con interdistanza di 3 km, non comporterebbe l’insorgenza di particolari interferenze.

A vantaggio della sicurezza per la navigazione, comunque, si prevederà all’interno del parco eolico, la realizzazione di uno specifico canale navigabile della larghezza di 6 km, dotato delle opportune opportune segnalazioni marittime visive».

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