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Giuseppe Parretta

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Riceviamo e pubblichiamo la toccante lettera scritta da Caterina Villirillo, madre di Giuseppe Parretta, il giovane ucciso a colpi di pistola a Crotone per una discussione con un vicino di casa

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Giuseppe è morto, ma Crotone può e deve rinascere…

Ogni mattina mi sveglio con splendidi ed incoraggianti messaggi di buongiorno, e la sera, che è per me il momento più triste e difficile delle mie giornate senza Giuseppe, mi addormento con l’affettuosa buonanotte di tantissime persone buone, che mi aiutano e mi sostengono da quando mio figlio è stato barbaramente cancellato dalla mia vita e da quella dei suoi fratelli. È cambiata radicalmente la mia vita. Altroché se è cambiata.

Niente è come prima, anche i colori mi sembrano diversi, più cupi, più grigi, senza sfumature, e l’orologio ormai, non lo guardo quasi più. Si è fermato a quella tragica e maledetta sera. Proprio come me. E chi se lo sarebbe mai immaginato che il mio angelo, il mio ragazzo, animo buono e gentile, amabile e responsabile, terminasse precocemente i suoi giovani anni in quel modo?

Morto ammazzato, sotto il nostro sguardo terrorizzato, attonito ed impotente… E io li, con la morte negli occhi e fra le braccia, a piangere disperata. Tu, amore mio, non c’eri già più. Eri volato via. Con gli angeli, fra gli angeli amore mio. Non può che essere cosi. Lo desidero con tutto il mio cuore. Non è una consolazione, ma una forte e necessaria speranza. Perché il tuo grande sacrificio, angelo mio, non debba essere soltanto una tragica fatalità, un atroce scherzo del destino, ma una sorta di sacrificio che possa servire ed insegnarci che la violenza e la criminalità vanno affrontati, combattuti e sconfitti.

Una città cresce anche e soprattutto quando l’onestà, la legalità, il rispetto per il prossimo, la coscienza civica e la civiltà, costituiscono il positivo segno distintivo di una comunità. Insieme ai sani valori, ai sentimenti veri, all’amore sincero e incondizionato. Al grande cuore che Crotone, ha già ampiamente dimostrato di possedere. In questi 40 giorni di immenso dolore ed indescrivibile sofferenza, ho infatti scoperto, con gioia e positivo stupore, che i crotonesi sono un popolo speciale, unicamente amorevole e solidale. Mi hanno regalato, e continuano a regalarmi, ogni giorno, emozioni, amore, affetto, partecipazione e sincera vicinanza.

Modi di fare, di darsi e sentimenti che disconoscevo, che mi hanno aiutato tantissimo. Non avrei potuto fare senza. Ecco perché sento il dovere ed il bisogno di ringraziare tutti. Indistintamente.

Grazie di vero cuore al sindaco ed al Comune di Crotone, a tutte le associazioni cittadine, ai commercianti che hanno inteso sostenermi ed aiutarmi, a tutti i miei concittadini, meravigliosi ed impagabili, ma soprattutto ai giovani. Ai tantissimi giovani crotonesi, che si sono sentiti toccati e violentati nell’intimo, con violenza ed odio, e a casa loro. Hanno capito e sentito di aver perso un pezzo di loro, un amico, un fratello. Hanno percepito la paura, e forte preoccupazione, una reale minaccia per la loro incolumità, per la loro sicurezza, per il loro futuro.

Ed è ora che questo futuro, soprattutto grazie ai nostri figli, si cominci a disegnare con i colori giusti: quelli della pace, dell’amore, della fratellanza e della collaborazione.

Giuseppe è morto, ma Crotone c’è, può e deve rinascere.

Vi abbraccio tutti.

Caterina Villirillo

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