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Palazzo Portiglia, la dimora secentesca di Petilia Policastro

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COTRONEI (CROTONE) – Forse è una provocazione. Ma ha suscitato un tale clamore la vicenda raccontata dal Quotidiano, che nei giorni scorsi ha reso noto che la rockstar planetaria Steven Tyler ha diffidato il Comune di Cotronei dall’eventuale utilizzo abusivo del suo nome dopo il cambio di sede del museo del rock già finanziato dalla Regione Calabria per 1,3 milioni nell’ambito del Bando dei borghi, in antitesi al progetto originario a cui il cantante aveva apposto la firma perché la gallery a lui intitolata sarebbe stata ospitata nell’immobile in cui abitò il suo avo prima di emigrare negli Usa, che l’avvocato Renzo Cavarretta ha messo a disposizione in comodato gratuito il primo piano di palazzo Portiglia, dimora secentesca già sede della famiglia baronale dei Portiglia, a Petilia Policastro.

Petilia è a un tiro di schioppo da Cotronei. Lo stabile di pregio storico-architettonico è di proprietà dell’avvocato Cavarretta, che ha scritto al suo collega, l’avvocato Nino Grassi, presidente dell’associazione Steven Tyler, per proporre di ospitare per il periodo che riterrà congruo le sale del tempio del rock a cui il cantante ha offerto in dono i cimeli per cui i fan in tutto il mondo degli Aerosmith impazzirebbero.

«L’immobile – scrive l’avvocato Cavarretta, che Grassi ringrazia per la sua disponibilità e sensibilità – potrà comunque essere intitolato all’artista Steven Tyler con l’indicazione di “Cotronei Città del rock”». Cavarretta fa anche presente che il primo piano necessita di un restauro e che l’immobile è dotato di una sala prove che mette anche a disposizione di ragazzi che vogliano esercitarsi.

Al di là del gesto filantropico, il progetto, però, è stato presentato dal Comune di Cotronei, su cui si è abbattuta una consistente tegola, perché c’è il rischio di perdere i fondi concessi ma non ancora erogati, tanto che il sindaco, Antonio Ammirati, ha chiesto all’associazione cinque giorni per verificare, dal punto di vista tecnico-amministrativo, se sia possibile tornare al progetto originario.

L’associazione, come si ricorderà, ma anche e soprattutto il cantante, per conto del quale l’avvocato Grassi ha diffidato il Comune minacciando richieste di mega risarcimento, proporzionate alla notorietà dell’artista, sono su tutte le furie perché nella convenzione rimodulata si prevede di costruire ex novo un immobile e di espropriare un’area per la quale si pagherebbero 120mila euro a un privato. Verrebbe meno pertanto il senso del progetto della città del rock del quale l’associazione è stata tra i principali fautori. Dall’altro canto, c’è da superare lo scoglio delle pretese, ritenute esose, del proprietario di palazzo Bevilacqua, indicato inizialmente come sede.

Una bella gatta da pelare per il primo cittadino. Ma anche la Regione vuole vederci chiaro tanto che la dirigente del settore Centri storici, Borghi e Beni culturali, Carmen Barbalace, ha convocato i soci della Steven Tyler che avevano fatto istanza di accesso agli atti.

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