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Il candidato alla presidenza della Regione Calabria

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CATANZARO – «Qualcuno, in modo del tutto fuorviante, riprendendo le mie dichiarazioni al Corriere della Sera, prova a mettere il mio pensiero sulla riforma della Giustizia in contrapposizione a quello del procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro, Nicola Gratteri. Nulla di più deviante. Urge, dunque, un chiarimento».

Lo afferma in una nota Roberto Occhiuto, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati e candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Calabria.

«Nicola Gratteri – prosegue – svolge una preziosa e fondamentale azione contro la ‘ndrangheta e per la legalità. E lo ringrazio per questo suo costante lavoro. Quando Forza Italia e il centrodestra criticano il “fine processo mai” di Alfonso Bonafede, e di conseguenza alcune modifiche che il Movimento 5 Stelle vuole apportare alla riforma Cartabia, lo fanno perché, a nostro avviso, la lotta alle mafie va fatta con tutte le energie possibili e con tutte le risorse in campo. Distogliere dalla lotta alla mafia, come purtroppo è accaduto a causa degli interventi legislativi voluti dall’ex Guardasigilli, energie indispensabili, attraverso un incredibile proliferare di processi per reati che di mafia non sono, non aiuta certo a combattere in modo concreto la criminalità organizzata. Per questo noi vogliamo, a maggior ragione contro i mafiosi, processi veloci, sentenze che arrivino in tempi sostenibili e pene certe. L’efficientamento del sistema giustizia passa anche da questo: stop ai processi lumaca e allo stesso tempo lotta decisa e senza quartiere alle mafie».

È la giustizia che torna prepotentemente al centro della campagna elettorale che Occhiuto sta incentrando molto sui temi della legalità, forse per togliere un po’ di terreno politico sotto i piedi di de Magistris. Di certo si tratta di un tema in Calabria molto sentito come dimostra anche il fatto che da qui è partito un appello contro la riforma Cartabia.

 «Facciamo appello a cittadini, avvocati, magistrati, ai sindacati, alla Chiesa e a tutte le agenzie educative, alle associazioni e ai candidati e alle candidate della Regione Calabria: esprimetevi sulla riforma Cartabia. Abbiate il senso civico di esternare con chiarezza le vostre posizioni, non trinceratevi dietro inutili diversivi! Una Calabria nuova, forse, oggi può nascere proprio dalla rottura del silenzio».

È l’appello contro la riforma Cartabia lanciato  dalla Calabria da esponenti della società civile e  professionisti tra i quali Salvatore Borsellino, il testimone di  giustizia Gaetano Saffioti, Rosanna Grisolia del Comitato anti ‘ndrangheta in Memoria di Giannino Losardo e Francesco  Martorelli, don Giacomo Panizza (Progetto Sud), Elio Veltri, già  sindaco di Pavia, Rosaria Scarpulla e Francesco Vinci, madre e  padre di Matteo, ucciso con un autobomba, Francesco Di Lieto del  Codacons e don Ennio Stamile di Libera.

L’appello, rendono noto i firmatari, è stato sottoscritto dai parlamentari del Gruppo misto L’alternativa c’è Bianca Laura Granato e Francesco Sapia, Margherita Corrado, del Gruppo misto, e dal presidente del movimento Tesoro Calabria Carlo Tansi.

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