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Il segretario regionale del Pd Nicola Irto

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COSENZA – Ieri il segretario provinciale del Pd di Cosenza, Vittorio Pecoraro, ha rilasciato un’intervista al Quotidiano sui candidati in Calabria. Il senso del discorso del giovane democrat era un secco no a candidature calate dall’alto. Quella di Pecoraro, però, non è una posizione isolata. Identico discorso ha fatto il suo collega di Catanzaro, Domenico Giampà. Anche lui, al termine della direzione provinciale ha detto «No a candidature estranee alla militanza e al partito».

C’è quindi da interrogarsi sul perché i due segretari delle federazioni più importanti della Calabria abbiano assunto questa posizione, mentre nulla sappiamo da Vibo, Crotone e Reggio Calabria dove le direzioni provinciali del partito non sono state nemmeno convocate. Anzi a Crotone c’è stato l’attacco di Marco Vallone, figlio dell’ex sindaco Peppino, contro l’attuale dirigenza del partito. Al centro dello scontro proprio le prime indiscrezioni sui possibili candidati alle Politiche e in particolare le indiscrezioni su Caterina Girasole e Eugenio Marino, dirigente nazionale, originario di Caccuri. Anche in questo caso Vallone ha chiesto candidature espressione del territorio e della militanza politica.

CANDIDATI PD IN CALABRIA, IRTO È AUTONOMO?

Il punto vero è che nei dem c’è in atto un clima di veleni e reciproci sospetti che portano direttamente a Nicola Irto, il segretario regionale. Non è un mistero per nessuno che Irto voglia candidarsi, non solo per aspirazioni politiche ma anche per scelta di vita visto che la moglie vive a Roma. Nel partito, però, molti considerano la sua una posizione di debolezza rispetto a Roma.

Il ragionamento è abbastanza banale se vogliamo: ma se Irto deve assicurarsi la sua candidatura in un collegio più o meno sicuro, ha la forza per contrattare a nome dei democrat calabresi oppure accetterà supinamente le scelte del Nazareno che sulla Calabria raramente ha brillato?

CANDIDATI PD IN CALABRIA, I PRIMI NOMI

L’ansia in molti dem sta salendo perché circolano una serie di nomi estranei al partito calabrese. Ne abbiamo fatti due. Il più gettonato di tutti, però, è Nico Stumpo che Roberto Speranza vuole blindare nel plurinominale. In base all’alchimia degli accordi romani in tanti danno per fatta la candidatura. A questa si aggiunge quella di Susanna Camusso che potrebbe essere la capolista del plurinominale al Senato con Irto a fare da secondo. In questo modo Stumpo sarebbe capolista alla Camera e al secondo posto dovrebbe trovare spazio una donna che con grande probabilità potrebbe essere l’uscente Enza Bruno Bossio.

Questo a tacere di quelle che saranno le richieste di Calenda, di cui pure bisogna tenere conto e di una serie di outsider che dai salotti romani stanno contrattando un poste al sole. Insomma la domanda è se Irto avrà la necessaria forza per difendere gli iscritti calabresi a Roma.

IL PRECEDENTE DEL 2018

Una vecchia storia che i calabresi conoscono benissimo. Qualcuno potrebbe dire che anche cinque anni fa eravamo in una situazione identica con il segretario regionale che era Ernesto Magorno, poi in seguito passato ad Italia Viva. Ma rispetto ad allora la situazione è completamente diversa. Innanzitutto c’è stata una drastica riduzione del numero dei parlamentari e un “allargamento” dei collegi a cui non è seguita una riforma della legge elettorale. Questo ha stretto già di per sé gli spazi. Poi era completamente diverso il quadro politico. La grande alleanza messa in piedi da Letta ha un suo costo.

Ed infine ci sono i sondaggi che circolano in queste ore e che sono molto negativi per il centrosinistra. Se i pochi collegi contendibili al centrodestra per non dire sicuri andranno a persone catapultate da fuori, che voce avranno gli iscritti calabresi? Lo sapremo fra qualche giorno. La direzione nazionale del Pd, infatti, è stata convocata per giorno 10 e lì qualcosa in più si potrà capire.

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