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Un momento della relazione di Busia a Montecitorio

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Critiche da parte di Anac sul decreto che ha riavviato l’iter del Ponte sullo stretto: «Troppo sbilanciato», replica il Mit: «Infondate»

L’AUTORITÀ anticorruzione conferma le proprie perplessità sul decreto che ha riavviato l’iter per la realizzazione del Ponte sullo Stretto. Ieri, nella relazione annuale sull’attività dell’Anac, ospitata nella Sala della regina di Montecitorio, il presidente Giuseppe Busia ha ribadito che quel testo appare troppo «sbilanciato» a favore della parte privata. E ha ricordato che in sede di audizione aveva proposto «alcuni interventi emendativi volti a rafforzare le garanzie della parte pubblica». Quegli emendamenti suggeriti, tuttavia, «non sono stati accolti dal Governo in sede di conversione del decreto».

Busia, in particolare, aveva formulato davanti alle commissioni Ambiente e Trasporti della Camera alcune osservazioni sugli articoli con cui il decreto Salvini assegnava al progettista la redazione di una relazione di conformità del progetto, con l’indicazione degli adeguamenti necessari. «In questo modo – argomentava Busia – il decreto dà per condiviso e valorizza il progetto del 2011, senza subordinare questo passaggio al superamento del contenzioso (elemento altrove indicato preliminare per far rivivere il vecchio contratto con il contraente privato, vincitore della gara oltre dieci anni fa, ndr). In più, io credo sia opportuno che questa relazione sia redatta dalla parte pubblica e che non sia il privato a dire cosa serve. Deve intervenire un vaglio pubblico puntuale, anche perché da quella relazione consegue anche la stima concreta dei costi».

Tutto quello che c’è da sapere sul Ponte sullo Stretto

PONTE SULLO STRETTO, LE CRITICHE DI ANAC E LE REAZIONI DEL MONDO DELLA POLITICA

Le parole ieri di Busia hanno ringalluzzito le opposizioni, già contrarie al decreto Salvini sul ponte. «Il fatto che, per il governo, le osservazioni degli organi di controllo siano superflue è il chiaro segnale di un sistema che non funziona come dovrebbe – dice il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli – E difatti l’intenzione è quella di ritoccare il Codice degli appalti e aprire la strada a quelle che l’Anac stessa definisce ‘scorciatoie’ in grado di facilitare fenomeni corruttivi. Tra l’altro, mi domando se il CdA della società ‘Stretto di Messina’ sia diventato un ufficio di collocamento, vista la nomina di Francesco Saccomanno il cui unico ‘titolo’ è di essere commissario regionale della Lega in Calabria».

Sulla stessa linea i grillini. «Il presidente dell’Anac Busia ha ribadito oggi ciò che il M5S sostiene da mesi: quello che si autoproclama come il ‘governo dei patrioti’ si fa beffe dello Stato. Tra le sgradevoli battute di Salvini sugli uccelli migratori e le surreali filastrocche di Forza Italia sul ‘partito del no’, ormai c’è la certezza che questa maggioranza considera il ponte sullo Stretto come una sorta di giocattolo. Sulle decine di criticità di un progetto formulato 12 anni fa ancora oggi non è arrivato nessun chiarimento» dicono i parlamentari delle commissioni Trasporti di Camera e Senato Antonino Iaria, Luciano Cantone, Roberto Traversi, Giorgio Fede, Gabriella Di Girolamo, Elena Sironi e Antonio Trevisi.

LA REPLICA DEL MIT CHE RISPEDISCE AL MITTENTE: «PREOCCUPAZIONI INFONDATE»

Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, in una nota, definisce «totalmente infondate» le preoccupazioni dell’Anac a proposito del Ponte sullo Stretto. «Non solo perché verrà nominato un responsabile della prevenzione della corruzione e per la trasparenza – replica il ministero – ma anche perché le garanzie a tutela della legalità e del corretto utilizzo dei fondi pubblici sono salvaguardate dalle norme generali del nostro ordinamento nonché dal Codice degli appalti. Codice degli appalti che prevede precise responsabilità e sanzioni».

In particolare – rileva il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti – «si rammenta che, come prima di ogni cantiere rilevante, in accordo con il Viminale sarà sottoscritto il Protocollo legalità che garantisce procedure di controllo ancora più efficaci». Infine, è «doveroso ricordare che il governo ha ripristinato un contratto frutto di una gara, gli oneri nei confronti del contraente generale sono già previsti dai vincoli derivanti dalla normativa euro-unitaria sui contratti pubblici».

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