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Una corsia di ospedale

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COSENZA – Da ieri la Calabria ha la sua “Azienda zero” in sanità. Nonostante le richieste di maggiori approfondimenti da parte della minoranza, l’altra notte in consiglio regionale la maggioranza è andata avanti come un treno. Difficile accadesse il contrario visto che il presidente Occhiuto teneva moltissimo a questo nuovo ente strumentale al punto da dichiarare che «se vi fosse stata la fiducia, su questo provvedimento l’avrei posta».

Parole inequivocabili. Quello che invece non è chiarissimo ancora è il ruolo che avrà questa agenzia. «Azienda Zero è uno strumento importante, perché va nella direzione di rafforzare la capacità amministrativa del sistema della salute in Calabria», ha detto Occhiuto, parlando con i giornalisti a Platì in occasione dell’apertura di un centro vaccinale presso il Comune reggino.
«Purtroppo c’è scarsa capacità amministrativa all’interno delle aziende, a mio avviso accentrarla in unico centro risolverà tanti problemi. Ma le aziende sanitarie territoriali non saranno cancellate: i Lea, ad esempio, saranno garantiti proprio dalle aziende sanitarie e ospedaliere. Però tutte le procedure amministrative che talvolta le aziende non riuscivano a svolgere le farà Azienda Zero».

In sostanza nella legge approvata, composta da tredici articoli, si evince che il compito principale dell’azienda è «rialfabetizzare, processo per processo, l’infrastruttura amministrativa» del comparto sanità. In questo senso darà direttive contabili alle varie Asp e agli altri enti del servizio; redigerà il bilancio consolidato del comparto; gestirà i flussi di cassa relativi al fabbisogno sanitario della regione; darà un supporto alla giunta e al Commissario per il piano di rientro dal Debito sulle previsioni economiche del piano stesso e la sua evoluzione.

Altro compito fondamentale sarà quello assimilabile ad una centrale acquisti che bandirà le gare per tutte le aziende sanitarie della regione. L’idea di fondo è quella di avere una eccellenza nel campo della contabilità e della programmazione che sgravi le aziende territoriali da compiti di gestione per permetterle di concentrarsi sui servizi.

All’articolo 8 si dispone che l’”Azienda Zero” «è dotata di personale proprio, acquisito mediante procedure di mobilità dalla regione, dalle Aziende e dagli altri enti del Ssr o assunto direttamente mediante procedura concorsuale qualora la professionalità richiesta non sia reperibile presso gli enti suddetti, previa autorizzazione della Giunta o del commissario ad acta».

Sono organi dell’Azienda il direttore generale, il collegio sindacale, il collegio di direzione: il direttore generale – articolo 5 – «è nominato dal presidente della Giunta regionale previa delibera della Giunta regionale, o dal commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro, in conformità alla normativa vigente per la nomina dei direttori generali delle a zie e degli enti del Ssr».

Tutto questo costerà ai calabresi 700mila euro per i primi tre anni, precisando comunque che «le fonti di finanziamento sono a valere sul fondo sanitario regionale del bilancio di previsione triennale 2022-24».

Insomma ad una prima occhiata sembra una duplicazione dei compiti che dovrebbe in parte svolgere da un lato il Dipartimento Salute se non fosse falcidiato nell’organico e, dall’altro, dalla Stazione Unica appaltante. La ratio di questa agenzia sembra quindi quello di costruire una struttura non solo dinamica, ma anche iper-specializzata sulla contabilità e il diritto sanitario.

Detto questo lo stesso Occhiuto nel dibattito in consiglio ha ammesso che alcune cose restano un po’ nebulose. Ha detto che l’agenzia, nata sul modello della Regione Veneto e della Regione Lazio, sarà avviata in via sperimentale e, dunque, non sarà subito operativa, al fine di non ripetere gli errori commessi in passato in assenza di un adeguato modello organizzativo. Ha anche aggiunto che l’azienda sarà implementata attraverso atti successivi e previa concertazione. Insomma l’idea in nuce c’è, ma va affinata.

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