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L'assemblea contro il termovalorizzatore

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GIOIA TAURO (REGGIO CALABRIA) – Come bloccare il raddoppio del termovalorizzatore di Gioia Tauro deciso dalla Regione Calabria? Le iniziative da prendere sono state discusse e concordate ieri pomeriggio nella sala consiliare di Gioia Tauro, nel corso di un’assemblea convocata dal sindaco della stessa città, Aldo Alessio, il quale propone una scaletta da seguire per fermare la «scelta scellerata» del presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, accusato di non essersi confrontato con nessun primo cittadino del territorio dove ricade un impianto che «ammazza le persone».

Ed ancora una volta, da Gioia Tauro partirà l’ennesima protesta in piazza per tutelare la salute pubblica alla quale aderiscono i sindaci della Piana, tra cui Michele Tripodi di Polistena, Michele Conia di Cinquefrondi, Andrea Tripodi di San Ferdinando, Antonio Albanese di Giffone, Giuseppe Sorbara di Galatro, l’assessore di Palmi Alessandro Riotto ed il sindaco della Città Metropolitana Carmelo Versace.

Al loro fianco ci sono il sindaco facente funzione di Reggio Calabria, Paolo Brunetti, i sindaci di Gioiosa Ionica, Salvatore Fuda, di Benestare Domenico Mantegna, i consiglieri regionali del gruppo De Magistris, Ferdinando Laghi ed Antonio Lo Schiavo e la consigliera regionale del Pd, Amalia Bruni. Anche i rappresentanti delle associazioni ambientaliste decidono di unirsi ed incontrarsi il prossimo 7 maggio in piazza Duomo a Gioia Tauro per manifestare contro il raddoppio dell’inceneritore di contrada Cicerna.

Dopo la prima mobilitazione si lavorerà per l’istituzione di un comitato di no al raddoppio, si procederà ad uno studio di impatto ambientale e si chiederà un incontro tecnico alla Regione. «Non vogliamo forme di governo autocratiche» urla Alessio, gli fa da eco Amalia Bruni, la quale scandisce che «la Calabria non ha bisogno di un unico decisore o di un imperatore come Occhiuto che non costruisce relazioni». La stessa propone di mettere in atto tutte quelle iniziative per ridurre l’impatto. A riguardo, Laghi, spiega che l’inceneritore non si deve fare «perché quell’impianto immette sostanze cancerogene e non esistono filtri che possono bloccare la loro emissione».

Il sindaco Alessio invita inoltre i sindaci della Città Metropolitana a bocciare in consiglio la decisione di Occhiuto, «non siate suoi complici». Lo Schiavo rincara la dose contro Occhiuto, e parla «di un decisionismo senza controllo». Nelle vesti di consigliere della Città Metropolitana, Fuda insiste sulla gestione pubblica degli impianti mentre il vicepresidente del consiglio comunale di Gioia Tauro, Angelo Guerrisi, esorta i sindaci a non arrendersi. Mantegna, consigliere metropolitana assicura una partecipazione di massa per dire no «ad una sciagurata scelta». Conia, unico consigliere metropolitano della Piana, asserisce che «è una vergogna il decisionismo arrogante di Occhiuto», e dice sì alla disobbedienza invocata da Alessio.

Senza alcuna remora, il sindaco di Polistena, Tripodi, sottolinea che «la Piana ritorna ad essere la pattumiera della Calabria», definendo l’operazione della Regione, il cui consiglio di recente ha approvato il raddoppio dell’inceneritore, «offensiva per il territorio. E’ la perdita della sovranità. Non si può andare avanti con le privatizzazioni – continua – che si arricchiscono sulla nostra pelle».

Lo stesso si chiede: «Dov’è l’associazione dei sindaci della Piana?». Infine, il senatore Fabio Auddino, esorta all’unione per una lotta non politica ma volta alla salute pubblica. «Credo fermamente che l’aumento della capacità dell’inceneritore di Gioia Tauro – ha detto il senatore – non sia assolutamente la strada giusta per risolvere il problema dei rifiuti in Calabria, l’emergenza va affrontata diversamente. I rifiuti sono una risorsa, farli sparire tramite inceneritore danneggia l’economia, l’ambiente e la salute dei cittadini. Ecco perché – conclude Auddino – garantisco il mio impegno al fianco dei cittadini della Piana per la tutela del territorio». Solidarietà agli abitanti della Piana è pervenuta anche dal deputato del M5s, Giuseppe d’Ippolito.

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