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GIOIA TAURO (REGGIO CALABRIA)- Un solo urlo: “No alla mafia”. Reagisce così Gioia Tauro all’esercito di criminali che sta mettendo in ginocchio la città minando le vetrine e le saracinesche di bombe ed uccidendo uomini. Lo fa alla luce del sole, sui gradini di una scuola, in piazza Duomo, dopo aver attraversato le vie principali del centro portuale.

In testa al corteo, stamattina, ci sono i sindaci non solo della Piana, ma delle province di Reggio Calabria e di Vibo Valentia, dietro di loro gli studenti di tutte le scuole cittadine, in seguito i gonfaloni, le autorità, le organizzazioni sindacali tra cui Cisl e Cgil, i presidi tra i quali Mariella Russo e Mimmo Pirrotta, i sacerdoti don Antonio Scordo, don Vittorio Castagna, don Elvio Nocera, don Gianbattista Tillieci, don Pino Demasi e centinaia di altre persone.

Con il padrone di casa, il sindaco Aldo Alessio, anima della manifestazione contro la criminalità organizzata, ci sono il suo vice sindaco Carmen Moliterno, la sua giunta e la minoranza e, don Luigi Ciotti referente nazionale di Libera contro tutte le mafie, il vescovo della diocesi di Oppido Mamertina – Palmi Francesco Milito, il vice presidente del consiglio regionale Giusy Pirici, il Procuratore del Tribunale di Palmi Emanuele Crescenti, il vicario del prefetto Maria Stefania Caracciolo, la garante della Salute della Regione Calabria Anna Maria Stanganellli, il consigliere metropolitano Michele Conia e l’imprenditore Nino De Masi. Insieme alle voci parlanti dei giovani degli istituti comprensivi di Gioia Tauro, Pentimalli e Paolo VI e delle scuole superiori Severi ed Einaudi Alvaro rispettivamente di Gioia Tauro e Palmi, la chiesa, la politica e la Magistratura, chiamano i mafiosi con i loro nomi: “vigliacchi e miserabili”.

Uniti ripercorrono i processi in cui sono caduti i mafiosi, ricordano i nomi ed i volti delle vittime della ‘ndrangheta: i cittadini onesti, definendo le azioni dei criminali, spaventose, perché la criminalità organizzata brucia i bambini di tre anni come il piccolo Cocò di Cassano allo Jonio. Ma se la mafia si nutre del silenzio e della paura di alcuni c’è chi non ha paura e fa capire da che parte stare, come don Luigi Ciotti, il quale torna in Calabria, a Gioia Tauro, per dire ai politici che i loro territori non vanno divisi con i criminali, per dire ai giovani che la vita è meravigliosa e non va messa in vendita ai seduttori.

DON LUIGI CIOTTI: “Non mettete la vostra libertà in vendita credete che un altro mondo è possibile”.

“Non basta una manifestazione per sconfiggere le mafia, dobbiamo trasformare l’indignazione passeggera in sentimento duraturo, in motivazione che si lascia nutrire dalle azioni, i fatti, dalle cose concrete. Ecco perché occorrono: continuità, condivisone, perché da soli non andiamo da nessuna parte, stiamo dalla parte del bene, dell’impegno, e soprattutto della corresponsabilità, i cittadini devono collaborare con le istituzioni se fanno le cose giuste o essere la loro spina al fianco. Non sprechiamo la nostra vita, protendiamola verso orizzonti più ampi».

«Oggi c’è una malattia gravissima: la delega, i neutrali, (gli ignavi direbbe Dante). Poi ci sono i mormoranti nei salotti a sobillare, a giudicare, ma tutti, giovani ed adulti dobbiamo saper distinguere i seduttori, coloro che vi vogliono suggestionare, con parole scintillanti e vuote dagli educatori che vi vogliono rendere persone libere. Il male delle mafie può essere estirpato con l’esercizio della cultura e dell’educazione. Ai giovani più grandicelli dico di diffidare di chi non vi ascolta, di chi parla di voi e non parla con voi. I ragazzi sono il nostro presente, hanno bisogno delle politiche sociali. Il coraggio della responsabilità, non abbiate mai paura di essere carichi di utopie, sogniamo, pace giustizia solidaeirtà e libertà hanno bisogno di tutti noi».

SINDACO DI GIOIA TAURO ALDO ALESSIO: “Siete dei vigliacchi, Fermatevi altrimenti vi fermeremo noi”

“Voi siete dei vigliacchi e nell’ora della notte esplodete le bombe e sparate colpi di pistola. Fermatevi altrimenti vi fermeremo noi, siamo uomini che non abbiamo paura, tutti i giorni vi staremo addosso, noi vogliamo conquistare le cose con la legge dello Stato, la dovete smettere di saccheggiare le grandi risorse della nostra città e della Calabria. Siamo qui per dire tutti in modo corale no alla mafia, per dire mai più mafia in Calabria».

«Gioia Tauro è città di mafia ma anche di antimafia, una città ordinata e libera, è una città di cittadini che sudano per portare a casa un pezzo di pane onesto. Non possiamo relegare tutto alla magistratura, la società civile la dobbiamo fare anche noi, difendendola con tutte le nostre forze, basta con la delinquenza, noi siamo uomini liberi che abbiamo il diritto di conquistare il nostro spazio di libertà e democrazia. Volgiamo lavorare onestamente”.

FRANCESCO MILITO VESCOVO DELLA DIOCESI DI OPPIDO–PALMI: “Vorrei essere invitato nelle vostre case per dirvi di cambiare e dire ai vostri figli di non rovinarsi la vita”

“È una vita quella che si dimena in carcere e nei tribunali? E’ una vita in cui si perde se stessi. In un undici anni di esperienza ministeriale in questa diocesi avrei voluto bussare alle porte di voi che appartenete per famiglie e tradizioni a queste organizzazioni criminali e con il vostro permesso entrare, avrei voluto fermarvi con voi trovando cuori aperti per dirvi non siamo contro di voi ,siete persone come noi, che potete cambiare, convertirvi. Se credete che disturbiamo ricordate che il male non avrà futuro, ciò che non è umano non ha il dritto di esistere. Trasformatevi da uomini d’onore in uomini d’amore l’onore vero è questo. Ai vostri figlie, chiedo di stare attenti alle scelte che faranno nonostante le cose che vedete in famiglia, se il cuore non ha ragioni la ragione usatela per il cuore. Non innamoratevi di persone che vi rovinano la vita”.

GIUSY PRINCI VICEPRESIDENTE DELLA REGIONE CALABRIA

“E’ un disonore chi appartiene alla criminalità. La cultura deve sradicare la mafia e gettare la basi del presente, abbiamo gli uomini simbolo ma le istituzioni devono garantire la libertà contro la mafia, garantire i fatti con opportunità di lavoro onesto che porti lo sviluppo del territorio. Non dobbiamo lasciare soli i sindaci. Soltanto facendo squadra possiamo portare la società civile a fidarsi ancora di noi. Questa pagina odierna non deve essere l’unico momento di riscatto”.

EMANUELE CRESCENTI PROCURATORE DEL TRIBUNALE DI PALMI

“Le generazioni devono crescere nella cultura della legalità e dell’antimafia, non bastano solo le Forze dell’Ordine e la Magistratura a combattere contro le mafie. “Porto la testimonianza di un siciliano che conosce bene la mafia. Ma noi non dobbiamo affidare la lotta alle mafia alle Forze dell’Ordine ed alla Magistratura, è sbagliato, noi siamo come chirurghi, interveniamo sul male che c’è già, mentre spetta alle persone civili ed alle nuove generazioni crescere nella cultura della legalità e dell’antimafia. Rivolgo un pensiero alla vera realtà che può cambiare tutto, quella dei ragazzi delle scuole e delle loro insegnanti, le quali avere ritagliato nella loro cultura personale un angolo della cultura della legalità può portare ad una svolta”.

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