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Pierluigi Caputo, Antongiulio Grande, Nuccio Schepis e Rosario Varì

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REGGIO CALABRIA – Un nuovo lavoro sui Bronzi, partendo dal loro ritrovamento sui fondali di Riace, per ripercorrere attraverso testimonianze e filmati, la loro vita contemporanea, quella trascorsa tra esposizioni e laboratori di restauro, a Firenze e a Roma prima, Reggio Calabria dopo, la loro sede definitiva, la loro casa, il luogo dove sono custoditi e sono stati ulteriormente curati. Le prime cure all’Istituto centrale del Restauro, ma soprattutto gli anni del laboratorio realizzato a palazzo Campanella. Quattro anni che riemergono nei ricordi di Nuccio Schepis, primo restauratore delle due Statue per conto del Ministero dei Beni Culturali.

È un racconto lieve, con sullo sfondo due ragazze sulla spiaggia a prendere il sole e tuffarsi nel mare di Riace, il docufilm «Bronzi di Riace – Il Tesoro ritrovato», realizzato da 42mo Parallelo per la Rai, in collaborazione con la Regione Calabria e la Calabria Film Commission, presentato e proiettato in anteprima a palazzo Campanella, sede del Consiglio regionale calabrese. Il film sarà disponibile da domani sulla piattaforma di Raiplay e sarà trasmesso, in seconda serata, su Rai3, il 16 dicembre, poi, il 29 o 30 dicembre sarà replicato nella fascia pomeridiana dedicata ai ragazzi, sempre su Rai3.

«Sarà un modo per comunicare, in maniera ancor più efficace, quelle che sono le bellezze calabresi, ed in particolare i Bronzi di Riace – ha commentato l’assessore regionale allo sviluppo economico e agli attrattori culturali Rosario Varì -. I guerrieri rappresentano l’attrattore culturale più significativo della Regione e tra i più importanti dell’intero Paese. Le celebrazioni di quest’anno sono state l’occasione per la Regione di comunicare il valore artistico a la bellezza dei Bronzi».

«C’è stata una grande attenzione di Calabria Film Commission, verso questo evento – ha sottolineato il commissario Anton Giulio Grande – tante le iniziative portate avanti e oggi questa nuova produzione che si aggiunge ad altre che presenteremo in importanti Festival internazionali del Cinema: Cannes, Berlino e Roma. Questo docufilm si caratterizza per il racconto che utilizzando immagini inedite parla di una Calabria che vuole riscattarsi attraverso le opere d’arte e vuole essere conosciuta per quella che è, la sua storia millenaria».

«Dopo quello della Palomar, che vedremo presto, oggi presentiamo questo prodotto che fa parte della serie “Ossi di Seppia” – ha affermato la vice presidente della Regione Giusy Princi – per dare nuova visibilità ai Bronzi per parlare della Calabria, e dare impulso così alle nostre grandi potenzialità turistiche».

«”Ossi di Seppia” – ha spiegato Giorgia Furlan, capo progetto del docufilm per conto della casa di produzione 42mo Parallelo – è un progetto speciale con il quale avevamo intenzione di valorizzare gli anniversari importanti della storia e della cultura del Paese e l’immaginario collettivo che ha formato la cultura di questo Paese. Non abbiamo raccontato solo il restauro, ma abbiamo voluto guardare anche al futuro, cioè regalare a questi Bronzi una storia che guardasse ai giovani, attraverso le due protagoniste del film, le sorelle Swami e Grecia Rotolo, con il loro sguardo di freschezza e farci capire che i Bronzi non sono solo un pezzo di archeologia, ma parlano a noi, parlano della nostra identità, del nostro futuro».

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