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Il difensore Davide Cassaro, classe 1982 (foto di Davide Gallo)

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HA fatto il suo anche in Campania. Sempre in Serie D. A luglio la carta d’identità dice che gli anni saranno 40, ma a vederlo in campo, gliene daresti dieci di meno. Davide Cassaro ha ottenuto una brillante salvezza con la Gladiator, che si è resa autrice di un girone di ritorno da primato. Un anno e mezzo con i colori nerazzurri e due permanenze in categoria, portando ad un certo punto anche la fascia al braccio, in un momento difficile. «Ci ho messo come sempre la faccia – ci dice – e mi sono preso le mie responsabilità davanti a tutti, società, compagni, tecnico e tifosi. Tutti assieme abbiamo ottenuto una salvezza brillante con una seconda fase del torneo disputata a ritmo da play off. Anche stavolta abbiamo raggiunto il nostro obiettivo e, per quanto mi riguarda, è stato un onore aver indossato questi colori e giocato con questa squadra».

È arrivato, però, il momento di salutarsi: «Problemi familiari mi spingono ad avvicinarmi a casa. Ringrazio tutta la Gladiator, la proprietà, la dirigenza, i compagni, il tecnico Grimaldi e la tifoseria. Le strade si dividono, ma porterò nel cuore questa bella esperienza». Il difensore palermitano, classe 1982, potrebbe quindi anche tornare a giocare in Calabria, dove ha indossato diverse maglie e vinto molto come Praia e Sambiase, Bagaladi e Montalto, ma anche Gioiese e Corigliano. Dal 2013 gioca in Serie D, tranne la parentesi di Corigliano, dove ha conquistato coppa e campionato di Eccellenza. Fisicamente sta benissimo. «Abito a Paola e da quest’anno vorrei avvicinarmi il più possibile in Calabria, in primis per stare vicino ai miei figli e poi perché sto studiando per diventare massoterapista».

Per quanto riguarda la categoria «mi piacerebbe rimanere in Serie D qualora si presentasse la possibilità, altrimenti anche l’Eccellenza con una programmazione seria andrebbe bene». Avendo giocato nel girone G, ci facciamo raccontare da Davide Cassaro le differenze con il Girone I: «Intanto è molto equilibrato: basta vedere la classifica sia in zona play off che in quella play out. C’è un tasso altissimo di under, tanto che molte squadre hanno giocato con 5 giovani in campo e con i vari cambi si arrivava anche ad averne 7, compresa la mia squadra. Da dicembre in poi il mister ha lanciato tanti giovani ottenendo 32 punti nel girone di ritorno». Ed ancora: «Ci sono tante squadre allenate da ottimi allenatori e messe bene in campo. Non c’è stata mai una partita scontata: per esempio il Giugliano capolista ha perso con il Latte Dolce ultimo della classe. Insomma, un girone molto bello con società organizzate».

In merito al girone I «non avrebbe nulla da invidiare agli altri 8 raggruppamenti se non fosse per la crisi finanziaria che colpisce molte società. Basti vedere ciò che è accaduto di recente al Messina Fc. Tutto ciò inevitabilmente si ripercuote su tutto il campionato».

A luglio sono 40, ma il rendimento di Davide Cassaro è sempre elevato. Dietro questa “longevità” dice di non esserci alcun segreto: «Ho sempre detto che l’età è solo un dettaglio se si hanno ancora stimoli e voglia di fare sacrifici. La parola d’ordine è lavoro, fatto con serietà e professionalità. E così facendo credo di poter essere un esempio per i giovani».

A proposito di under, ecco un pensiero finale sulla regola che impone l’utilizzo di 4 under: «Per me è sbagliata. Sarebbe più giusto dare incentivi alle società che fanno giocare giovani e non solo con il premio “Giovani D valore”. Allo stesso tempo lascerei libere le società di scegliere. Anche perché, per come sta andando l’andamento nei professionisti, un 2000 o 2001 non può essere considerato più un under nei Dilettanti. A 20 anni, devi giocare perché sei bravo, non perché lo impone il regolamento».

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