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La folla che segue i tre feretri diretti in chiesa

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SORIANO – Un lungo applauso ha accolto i feretri dei tre ragazzi morti all’alba di domenica scorsa in un incidente stradale lungo la trasversale delle Serre.

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Oltre tremila persone hanno invaso il corso principale del paese, con in mano palloncini bianchi e celesti mentre le campane del convento di San Domenico suonavano a lutto.

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Coperte ad un tratto dal suono straziante della banda mentre le bare vengono portate in spalla in chiesa dagli amici dei due Salvatore Farina e di Natale Chiera.

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«Buon viaggio, ragazzi». La voce profonda del sindaco Vincenzo Bartone echeggia all’interno del convento. La gente l’ascolta in silenzio, ascolta le sue parole, quelle non solo di un sindaco ma di un padre di famiglia, come lui stesso dirà parlando di Natalino e dei due Salvatore.

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Un discorso, il suo, sentito, toccante, umano in un momento di estremo dolore per tutta la comunità sorianese, perché – dice – quando «scompaiono dei giovani, con essi, muore anche il paese. Oltre alla tragedia, oltre al dolore stesso, ciò che scompare è il futuro. Prima ancora di essere sindaco del Comune di Soriano, sono genitore e da padre mi sento atterrito e affranto per la triste sorte dei nostri figli. Nostri, in quanto figli di tutti. Il lutto che colpisce le famiglie di questi ragazzi, oggi, non riguarda solo le famiglie Chiera e Farina, ma coinvolge l’intera comunità. Non è pensabile, né minimamente comprensibile, cosa voglia dire perdere un figlio, ed anche volendo immedesimarsi, non ci si può avvicinare a concepire un dispiacere del genere, poiché non è paragonabile a nessun’altra perdita. Permettetemi, con il dovuto rispetto, di provare ad accostarmi sensibilmente alla vostra sofferenza, con l’afflizione e il rammarico di un padre. In simili circostanze, le parole non colmano vuoti, non rammendano i cuori dilaniati di chi ha perso il bene più prezioso. Possono essere meramente parole di conforto e consolatrici. Ma è altresì doveroso sostenere con queste stesse parole, coloro che non dovrebbero mai assistere alla dipartita del proprio amato figlio».

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Dei tre ragazzi, Bartone, ricorda di averli visti crescere, «sbucciarsi le ginocchia», di averli «seguiti da medico e amico di famiglia. A loro devo dei sogni che stavano per prendere forma; progetti e ambizioni a cui ambivano per poter restare in questo lembo di terra da rivitalizzare insieme. A questi ragazzi, che oggi porto nel cuore, e mi hanno sostenuto con un impegno ammirevole durante l’ultima campagna elettorale, devo il raggiungimento di traguardi che rappresenteranno il futuro dei loro coetanei e che per sempre profumeranno  della loro essenza».

Si rivolge, quindi, alle famiglie dei tre esprimendo la sua «personale vicinanza, quella dell’amministrazione e di tutta la comunità sorianese. Insieme – aggiunge – con tutte le forze possibili, vi sosterremo senza arrenderci e onoreremo la solarità di Natale, Salvatore e Salvatore, che, sono certo, non permetteranno mai di consegnarvi alla sopraffazione del dolore». Quindi, un appello da da padre, medico e sindaco che non può esimersi dal lanciare ai ragazzi: «La vostra vita è il valore più importante. Abbiatene cura e difendetela. Sempre».

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