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Emanuele Mancuso

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VIBO VALENTIA – Il collaboratore di giustizia Emanuele Mancuo, attraverso una lettera inviata al Presidente della Repubblica e all’autorità garante per l’infanzia – inoltrata attraverso il proprio legale di fiducia Antonia Nicolini – denuncia presunti maltrattamenti sulla figlia da parte degli operatori dei Servizi Sociali affidatari. «Illustrissimo Presidente Sergio Mattarella, solo lei può intervenire, quale Istituzione che vigila sul rispetto della Costituzione Italiana, per risolvere la controversa vicenda che riguarda mia figlia».

Il pentito ricordo come a causa «della mancata adesione della mia ex compagna allo speciale programma di protezione, ai fini della tutela dell’incolumità fisica della mia bambina, di allora pochi mesi, il Tribunale per i Minorenni di Catanzaro prima, e quello di Roma successivamente, hanno limitato la responsabilità genitoriale di entrambi, affidando la stessa al Servizio Sociale territorialmente competente in relazione alla località protetta, individuata dal Servizio Centrale di Protezione, con facoltà della madre di seguirla, se consenziente».

«La mia ex compagna – continua Mancuso -, pur non dissociandosi dal contesto criminale, tutt’oggi imputata per reati, aggravati dal metodo mafioso, e già condannata, in primo grado, alla pena di anni 4 per aver ideato, unitamente ai miei congiunti più stretti ed utilizzando quale strumento anche la bambina, un piano per farmi abbandonare l’intrapreso percorso di collaborazione con la giustizia, convive, in esecuzione dei decreti dei Tribunali per i Minorenni già citati, in una casa famiglia, con la minore».

Mancuso ricorda che la figlia è, attualmente, affidata al Servizio Sociale e che «subisce continui maltrattamenti dagli operatori dei Servizi Sociali, da me comunicati e denunciati, tempestivamente e puntualmente, alle Autorità competenti. Purtroppo, nel corso dei mesi, nonostante le numerose segnalazioni, nessuno ha preso a cuore la delicata questione della mia bambina con totale disinteresse da parte di tutti».

Attualmente è costretta ad incontrarla in base ad un calendario predisposto dai Servizi Sociali e dal Servizio Centrale di Protezione, per poco più di 60 minuti a settimana, «in locali fatiscenti, con evidenti carenze igienico-sanitarie; con la perpetrazione, da parte degli assistenti sociali, di atteggiamenti traumatici che possono in futuro sviluppare, nella minore, serie problemi psicologici. Da mesi manifesto con note scritte, anche provenienti dal mio difensore, questa condizione. Ho chiesto di essere sentito in Commissione Centrale e dalla Dda di Catanzaro ma senza esito».

Mancuso ha quindi chiesto a Mattarella di riceverlo per potergli «rappresentare in modo completo, con la produzione di tutti gli atti richiamati, la complessa e delicata situazione che la minore ed io siamo costretti a subire».

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