X
<
>

Condividi:
5 minuti per la lettura

VIBO VALENTIA – Passano gli anni e inevitabilmente aumentano i costi. E pertanto se in precedenza era stato eseguito un preventivo dal quale era scaturita una determinata cifra, adesso quel quadro economico non è più attuale e deve essere necessariamente rivisto al rialzo. E ciò che ha fatto la Regione Calabria per la costruzione del nuovo ospedale di Vibo Valentia destinato a sorgere in località “Cocari” che vede schizzare – in base alla relazione del dirigente della Regione Pasquale Gidaro – l’ammontare delle spese di quasi 44 milioni rispetto alla cifra originariamente prevista: da 146 milioni si passa a 190 milioni di euro, poco meno di un quarto in più.

La lievitazione dei costi

Essa è dovuta alla presenza di numerose varianti dell’opera di diversa natura derivanti dal recepimento delle richieste della Stazione Appaltante esplicitate nei verbali degli incontri tecnico- amministrativo-sanitari sullo sviluppo del progetto definitivo, delle prescrizioni della Conferenza di Servizi preliminare, nonché delle richieste di modifiche/integrazioni del soggetto incaricato della verifica.

Una prima stesura dei fascicoli delle varianti è stata oggetto di disamina da parte del Concedente nel corso della riunione tenutasi in data 16 marzo 2018 presso la sede del Commissario ad Acta per il Piano di Rientro tra il Concessionario, l’Amministrazione regionale ed il Commissario stesso, nel corso della quale sono stati analizzati gli elaborati progettuali trasmessi dal Concessionario. Al termine di quella riunione erano state fornite al Concessionario indicazioni per la modifica/integrazione degli elaborati progettuali; un aggiornamento dei fascicoli progettuali è stato oggetto di disamina e di ulteriori richieste di modifiche/integrazioni nel corso della successiva riunione tenutasi in data 6 giugno 2018 presso la sede del Commissario ad Acta per il Piano di Rientro tra il Concessionario, l’Amministrazione ed il Commissario stesso.

L’elaborazione dei fascicoli delle varianti è proseguito fino al mese di gennaio 2019, con la definitiva individuazione delle varianti normative e delle varianti richieste da estrapolare dal progetto definitivo completo.

Varianti a seguito del mutare delle normative

Queste comprendono l’adeguamento normativo previsto per gli impianti elettrici; la tipologia dei cavi per il trasporto di energia o di trasmissione dati; l’ubicazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili e la loro potenza (che ha portato ad aumentare il numero di pannelli fotovoltaici previsti nel progetto originario); l’illuminotecnica (è stato necessario estendere l’illuminazione antipanico ai servizi igienici per disabili ed estendere l’illuminazione di sicurezza negli antibagni dei servizi per disabili). E ancora ci si è dovuti adeguare alla normativa sulla commercializzazione dei prodotti da costruzione e a quella sui sistemi fissi automatici di rilevazione e segnalazione automatica di incendio. A questo si sono aggiunte le nuove tariffe sul gas e l’elettricità (che hanno portato ad un ridimensionamento dei rifasatori), nuove norme che fissano regole di sicurezza per la costruzione e l’installazione degli ascensori (È stato pertanto necessario apportare modifiche a quelli previsti in progetto).

Varianti apportate a seguito di richieste dell’Amministrazione

Intanto, per poter risolvere il problema dei superamenti della Concentrazione della soglia di contaminazione di alcuni metalli (berillio, vanadio e stagno) è stato necessario variare la tipologia di fondazioni dell’edificio ospedaliero da fondazioni dirette a indiretta di tipo profondo (pali di fondazione); a seguire, la raccolta, l’immagazzinamento e lo smaltimento delle acque zenitali delle coperture dell’edificio principale e degli ulteriori edifici a tetto nell’area ospedaliera, anche a scopo irriguo, dovranno essere assicurati da idonei serbatoi interrati, dimensionati per assicurare una capacità di accumulo di 40mm di pioggia, di cui 20mm potranno essere destinati ad usi compatibili con le attività di progetto.

Per quanto concerne il reparto di malattie infettive la nuova programmazione dei posti letto prevede l’inserimento nell’Ospedale di Vibo Valentia di un nuovo reparto di malattie infettive, indipendente dalle altre degenze, in grado di ospitare 10 posti letto, allocato al piano terra. È stato inoltre ritenuto non necessario, per via dei costi elevati, il servizio inerente l’atterraggio notturno dell’elisoccorso, mentre è stata confermata la presenza del Centro gestione delle emergenze.

Definite, poi, l’implementazione dei sistemi informativi e della realizzazione del locale centro elaborazione dati e le vie di esodo verticali aggiuntive con la collocazione, nelle due corti interne dell’Ospedale, di due scale realizzate in carpenteria metallica. È stato inoltre predisposto un piano di monitoraggio ambientale per i parcheggi e di una rete di drenaggio sempre per le aree di sosta (in modo tale che l’incremento della portata dovuto alla realizzazione del nuovo ospedale sia contenuto al massimo entro il 25% della portata attesa allo stato attuale con riferimento a un evento pluviometrico di progetto con tempo di ritorno di 200 anni).

Conclusioni del negoziato

Facendo seguito ai confronti con l’Amministrazione, durante i quali le parti hanno effettuato un sistematico confronto sulla sussistenza dei presupposti tecnico-giuridici e sulle modalità di riequilibrio del Pef dal punto di vista metodologico, negoziale e della legittimità delle reciproche aspettative, il Concessionario ha trasmesso una proposta di riequilibrio del piano economico finanziario della concessione. Nella stessa, ai fini della definitiva approvazione del progetto definitivo e del correlato Pef di riequilibrio, ha sostanzialmente accettato larga parte delle richieste formulate dal concedente, richiamate nella proposta stessa, relative al costo delle opere e dei servizi nonché ai corrispondenti costi di attualizzazione. Sono state quindi ridimensionate, in maniera considerevole, le pretese avanzate con il Piano Economico Finanziario del settembre 2020.

La quota conclusiva

E si arriva così alla quota finale di 190.784.391 euro così ripartiti: 152,1 milioni il costo netto dell’investimento più 17,7 milioni di Iva (64,7 milioni a carico del concessionario e 105,1 del concedente); a questo si aggiungono 20,8 milioni milioni di euro per le spese a carico del concedente.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE