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La risposta dell’avvocato Luciano al segretario regionale di Azione, De Nisi sul simbolo del partito; L’esponente di centrodestra conferma: farà una lista civica di 32 elementi per le comunali di Vibo


VIBO VALENTIA  – «Chi non rispetta le regole del partito è fuori da Azione». Così aveva tuonato in una recente intervista esclusiva al Quotidiano del Sud Francesco De Nisi, segretario regionale di Azione, partito che ha il suo leader nazionale in Carlo Calenda. Destinatario di quelle parole era Stefano Luciano che, a differenza di De Nisi, rimasto al Centro a sostegno del candidato Franco Muzzopappa, ha scelto di allearsi con le destre a sostegno di Roberto Cosentino.
A stretto giro arriva ora la replica di Luciano: «De Nisi non è tra i miei problemi» – ha dichiarato, sferzante, in questo colloquio esclusivo col Quotidiano.

Avvocato, lei aveva favorito la nascita del polo di Centro poi però ha virato a destra. Eppure aveva detto che non ci avrebbe mai dialogato.

«Per la verità non è così, e le mie uscite in merito stanno lì a provarlo».

E allora, come stanno le cose?

«In realtà ho sempre detto di essere pronto a discutere con chiunque, al di là dei pregiudizi ideologici, purché si riuscisse a mettere in campo un progetto valido per la città. E questa rimane la mia opinione: oggi non contano le ideologie ma la qualità degli uomini e delle proposte, e soprattutto le capacità amministrative, perché questa nostra città ha bisogno di amministratori capaci e competenti».

La accusano di essersi fatto guidare solo da interessi politici personali…

«Assolutamente no. Sono un professionista (è un affermato avvocato, ndr) che ha fatto del proprio lavoro la sua fonte di reddito. A spingermi a fare politica è solo l’interesse per il bene della mia città. Nessun interesse personale, proprio no».

Nel Centro, così si diceva, erano in campo due candidature a sindaco: la sua e quella di Vito Pitaro. Qualcuno aveva paventato: due galli in un pollaio non possono andare d’accordo. Ci aveva preso, no?

«Per la verità la mia candidatura non è mai stata in campo».

Beh, questa è una notizia…

«Ho avuto, è vero, delle sollecitazioni in tal senso dagli esponenti del Centro, anche in forma scritta, che non rendo pubbliche per una mia deontologia comportamentale, lo farei se fosse strettamente necessario. Io però ho sempre declinato l’invito, avendo deciso che questa volta il mio contributo sarebbe stato diverso dalla candidatura a sindaco. Ovviamente (sorride, ndr) in futuro non si sa mai».

Una decisione autonoma oppure ha fatto come la volpe con l’uva: visti i no alla sua candidatura ha fatto “nobilmente” un passo indietro?

«In verità non l’ho mai tentata, la candidatura. Ho sempre pensato solo di costruire una lista forte con un gruppo di persone che da 15 anni fanno politica con battaglie serie d’interesse per la comunità».

In un’intervista esclusiva al Quotidiano De Nisi, segretario regionale di Azione, è stato chiaro: chi non rispetta le nostre regole è fuori dal partito. Lei è fuori da Azione?

«È una ricostruzione molto soggettiva di De Nisi. Io rispondo solo allo statuto di Azione e non ai singoli soggetti. Questa è una polemica stucchevole, alla quale non voglio dare seguito».

Insomma non la interessa?

«Assolutamente no. E interessa ancora meno alla gente, stanca di essere bombardata con notizie sulle dinamiche interne ai partiti. Ai cittadini interessa solo sapere cosa si vuole fare per la città, nell’immediato e in futuro. A De Nisi dico solo pensare a far bene il suo incarico di consigliere regionale e a smetterla con le polemiche».

Si vocifera che Lei sia andato a Roma da Calenda o dal livello nazionale del partito con sottobraccio un “papello” di carte contro di lui. Fantasie?

«A Roma parlo coi dirigenti di questioni generali. De Nisi non è un problema che mi angustia, un problema all’odg. Per me all’ordine del giorno c’è capire insieme ai miei amici cosa fare per la città».

E’ stato accusato in passato di eccessivo, diciamo così, movimentismo: a sinistra al centro ora a destra. Tutto questo Le ha giovato o L’ha penalizzata?

«Se sono ancora qua (sorride, divertito, ndr), tra i protagonisti della scena politica vibonese, danni non ne ho avuti, non crede? Vede, la politica è cambiata rispetto ad anni fa. Guardiamo ad esempio il Pd: ha governato coi 5 Stelle, dopo aver proclamato che mai sarebbe successo, poi ha governato anche con la Lega… Insomma: di cosa parliamo?».

È stato fiero avversario politico del sindaco Maria Limardo. Cosa le rimprovera?

«Di non aver avuto la capacità di governare la città insieme all’opposizione. Ha voluto fare la “donna sola al comando”. Un sindaco invece è di tutti e le opposizioni, in una città democratica, vanno coinvolte nei processi decisionali. Lei ha tentato invece di marginalizzare le opposizioni, senza per altro riuscirci».

Cosentino, il candidato del centrodestra che Lei ora sostiene, è un dirigente regionale, non viene cioè dalla politica. È un vantaggio o uno svantaggio?

«In questo momento è un vantaggio, perché Vibo Valentia ha bisogno di essere amministrata da persone che conoscono la macchina amministrativa, da chi mette al primo punto le questioni amministrative e non da chi privilegia il politichese o si occupa quasi solo di questioni politiche, trascurando le competenze e l’aspetto amministrativo».

Se fosse stato lei il futuro sindaco quali emergenze avrebbe affrontato nei suoi primi 100 giorni?

«Innanzitutto l’ente dev’essere risistemato dal punto di vista economico. Mettere in piedi un bilancio in positivo è infatti un elemento sostanziale perché il bilancio è il motore di ogni tipo di azione del Comune. Poi la risoluzione dell’annosa questione del torrente S. Anna, così da consentire finalmente alla Marinate, a Bivona e Vibo Marina, di essere attrattive dal punto di vista turistico, migliorando nel contempo la qualità di vita dei residenti».

Tutto qui?

«No, ci si dovrà impegnare fin da subito a dare sostegno alle attività commerciali, soprattutto di corso Vittorio Emanuele, e a chiudere rapidamente tutti i cantieri attualmente aperti. Queste le prime emergenze da affrontare. Poi ben vengano, naturalmente, anche i progetti ambiziosi».

Diceva che insieme ai suoi amici farà una lista. Dice sul serio? Forze e partiti anche più robusti pare abbiano qualche difficoltà a farlo…

«Sì, lo confermo: avremo 32 candidati, una lista completa insomma».

Di che tipo? Intendo col simbolo di Azione o d’altro genere?

«Correremo con un simbolo civico, perché vogliamo rispettare i candidati che non hanno tessera. Quello che conta è la voglia d’impegnarsi per il bene della città. Dunque no alle polemiche, no agli scontri personali».

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