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L'ospedale di Vibo Valentia

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VIBO VALENTIA – Già l’attesa è di quelle che fanno imbufalire: un anno per poter fruire di una risonanza magnetica, regolarmente prescritta dal proprio medico curante e per la quale è stato regolarmente pagato il ticket. A questo vanno aggiunti i continui differimenti dell’appuntamento, motivati dal fatto che “bisogna aspettare il proprio turno”. Ecco allora la rabbia dell’utente che quasi “sfidato” da un dirigente dell’Asp (lui almeno così racconta) è andato dai carabinieri per segnalare il fatto. E davanti al cronista non risparmia una frecciata alla stessa procura della repubblica.

Andiamo con ordine. Francesco Colloca, 70 anni, di Vena Superiore, ex dipendente Enel, è un pensionato dai modi cortesi e dall’aria mite: «Soffrendo di varie patologie devo fare periodici controlli. Il 13 luglio 2021 il mio medico mi ha prescritto una risonanza magnetica sicché ho telefonato subito al Cup per la prenotazione. Come prima data utile presso l’ospedale Jazzolino (unica struttura pubblica dotata dell’apparecchiatura), mi hanno dato il 15 marzo 2022, ossia ben otto mesi dopo». E comunque, messosi l’animo in pace, ha perfezionato il tutto pagando 46 euro di ticket.

E’ successo però che, dopo aver atteso per otto mesi, nel pomeriggio del 13 marzo scorso, dunque il giorno precedente a quello della prenotazione, l’interessato ha ricevuto una telefonata dal reparto di radiologia: «Mi hanno detto di non presentarmi all’indomani perché c’era da smaltire la lunga fila originatasi a causa della pandemia. Un po’ sconcertato, ho chiesto quanto ancora avrei dovuto attendere ma non sono stati in grado di precisarmelo: “Deve aspettare” – è stato il réfrain. Mi hanno sempre risposto così ogni volta che sono lì tornato per chiedere se ci fossero novità».

Colloca, sempre più irritato, ha contattato allora un dirigente Asp: «Anch’egli mi ha risposto, infastidito, che dovevo solo aspettare, si era formata un lunga fila e dunque bisognava smaltirla. Punto. E quando gli ho detto che mi sarei rivolto ai carabinieri mi ha risposto, quasi con aria di sfida: lo faccia, lo faccia. Quasi a voler dire che non sarebbe servito a niente, che non avrei ottenuto alcunché».

L’interessato allora, sempre più imbufalito, si è recato al vicino comando dell’Arma dove ha messo nero su bianco la sua segnalazione, indirizzata al procuratore della repubblica: «Vorrei capire – si legge tra l’altro – perché al reparto di radiologia stanno ignorando la mia richiesta, anche perché sembrerebbe che stiano effettuando prestazioni ad utenti prenotati per date successive alla mia». Un particolare che Colloca ribadisce anche al cronista.

Esito della denuncia presentata 22 aprile 2022? «Proprio nessuno, almeno fino ad oggi – scuote la testa, con rabbia – E’ passato un mese ma non ho saputo niente, non sono contattato né dai carabinieri né dalla procura. Ma com’è possibile che la protesta circostanziata di un cittadino, con nome e cognome, resti carta straccia? Come mai il procuratore non interviene sull’Asp affinché tali comportamenti abbiano a cessare?». E’ vero, ammette, il Covid ha rallentato le prestazioni, allungando le attese ma è giusto che, pur avendo pagato il ticket, mi si rimandi a data da destinarsi per un esame così importante per le mie patologie? La risonanza la si può fare anche presso qualche struttura privata convenzionata ma dovrei pagare nuovamente il ticket. Insomma, se vado fuori dall’ospedale, quei 46 euro li perdo. Ma non è tanto la cifra, è il principio. Mi chiedo: è giusto, è razionale, è accettabile tutto ciò?».

Nella segnalazione ai carabinieri Colloca così conclude: «Attendo con ansia di sapere quando potrò fruire di ciò che ho richiesto e pagato da gran tempo». Alla procura e alla dirigenza dell’Asp la risposta. Si spera in tempi brevi.

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