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Maria Vittoria Lo Bianco

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«ORA che entriamo in zona rossa tutte le attività saranno chiuse, ma cosa mai potremo risolvere in due settimane? Gli altri continueranno a lavorare abusivamente e uscire di casa senza indossare la mascherina mentre io costretta in casa e a dare ai miei figli pane e cipolla».

Questa la dichiarazione resa da Maria Vittoria Lo Bianco, titolare di “New Look Parrucchieri” – sita su Corso Vittorio Emanuele III, lungo la via principale di Vibo Valentia.

Con l’ordinanza sottoscritta da Roberto Speranza, attuale Ministro della Salute, dal 29 marzo la Calabria sarà in zona rossa portando con sé la chiusura di gran parte delle attività economiche ed il malcontento di tutti coloro che, come Maria Vittoria, hanno speso finora migliaia di euro per mettersi in regola e adeguare i locali mediante l’acquisto di guanti, igienizzanti, plexiglass e – nel caso della titolare di New Look Parrucchieri – asciugamani monouso nonché specifiche attrezzature per disinfettare gli ordinari “strumenti da lavoro”.

Quanto denunciato dalla Lo Bianco va oltre l’imminente cambio colore e si dirige verso le irregolarità di quanti non rispettano le restrizioni governative e la sostanziale assenza di controlli sia da parte dei vigili urbani che da parte delle forze armate.

«L’attività non procede nel migliore dei modi – aggiunge – sono stata costretta a mettere un dipendente in cassa integrazione. Spero domani di riuscire a lavorare in modo da riuscire a racimolare abbastanza da poter pagare le bollette: 1500 euro che vanno a sommarsi ad altrettanti giunti nel mese di dicembre, sotto Natale. Siamo in quattro a casa, c’è il mutuo da pagare e la casa è ipotecata: dove andremo a finire?».

Nessuno, nemmeno i miseri ristori promessi e giunti dal Governo, sono bastati a rimborsare le ingentissime somme versate da Maria Vittoria Lo Bianco per potersi adeguare alle normative ministeriali.

Il suo più grande rammarico è la consapevolezza che cotanta fatica spesa è stata solo sprecata: «Non colpevolizzo nessuno della situazione attuale – afferma la titolare dell’attività di parrucchiere – la colpa non è né mia né delle Istituzioni. Abbassare la saracinesca della mia attività sapendo, tuttavia, che ci sarà ugualmente moltissima gente che lavorerà in nero e uscirà nel pieno sprezzo delle regole, è qualcosa che non sopporto. A tutto questo non ci sto più».

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