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Alberto Megale con la sua bici

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VIBO VALENTIA – Perché viaggiamo? Cosa andiamo a cercare oltre a delle esperienze, dei ricordi, delle emozioni? Sono queste le domande che hanno spinto un giovane vibonese, Alberto Megale, ad intraprendere, lo scorso giugno, un viaggio in bicicletta che da Milano lo ha portato fin giù alla sua terra natía, la Calabria.

Vi è un filo di interconnessione tra il movimento esterno del nostro corpo e il tumulto perpetuo che ci anima all’interno?” si è chiesto ancora Alberto. 

«Io non ho le risposte a queste domande, ma quello che so è che dopo 60 giorni e quasi 3000 km vissuti insieme alla bici, nel progetto B(io) pedalo da Milano a Vibo Valentia, qualcosa dentro di me è cambiato: il mondo interno e quello esterno si sono avvicinati maggiormente, in un profondo abbraccio di condivisione».

Il suo, dunque, non è stato solo un classico viaggio alla scoperta del Belpaese, ma un viaggio di esplorazione interiore e, contemporaneamente, condivisione. 

«Condivisione in primis con me stesso e la Natura – chiarisce Alberto – attraverso mari, monti, foreste e pianure che mi hanno condotto ad un dialogo incessante, a ripercorrere molte delle mie esperienze belle e brutte, rendendomi alla fine la persona che sono oggi e di cui umilmente riconosco la gratitudine come compagna indissolubile del percorso di ogni essere vivente. Condivisione – prosegue ancora Alberto – con tutte le anime che ho incontrato lungo il mio percorso, attraverso gli eco-villaggi, comunità e semplici fattorie realtà affascinanti, fatta da persone incredibili, come possiamo essere ognuno di noi, riconnettendoci a noi stessi, con amore, comprensione, perdono».

Poi, la spiegazione della sua filosofia di vita: “Una conferma ai miei studi sull’Igiene Naturale che non mi ha mai fatto mancare l’energia, la forza e la tenacia necessaria per compiere questo lungo viaggio, affrontando l’assolata estate italiana, alimentandomi solo da fonti di tipo vegetale. Ritorno rinnovato, ritrovato, rimotivato e rinnamorato della vita e delle cose semplici, dei piccoli dettagli».

Infine, un pensiero alle persone che lo hanno supportato e che ha incrociato durante il suo cammino, accogliendolo a braccia aperte. «Ringrazio davvero le persone che aderiscono al woofing e R.I.V.E. che mi hanno ospitato, la mia famiglia e amici che mi hanno appoggiato, alla “famiglia acquisita” dei miei colleghi igienisti della scuola “HSU” e della bioassociazione “Aghape” che mi hanno sempre supportato. Da tutto questo viaggio in solitaria ho davvero compreso, che non siamo soli, ma siamo davvero esseri destinati a grandi cose, alimentando proprio quei piccoli gesti di ogni singola nuova giornata: fare pace con noi stessi e gli altri cercando di portare nella vita di tutti noi, un reale amore incondizionato!». 

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