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I relatori del convegno

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NICOTERA – Uno scenario catastrofico quello venuto fuori mercoledì dal convegno “La tutela e la conservazione del mare come eredità per le generazioni future”, organizzato dall’associazione “Mare pulito Bruno Giordano”, presso il Liceo “B. Vinci”.

Presenti oltre agli studenti dell’Istituto nicoterese tanti cittadini e tanti sindaci del vibonese, imbarazzante, invece, l’assenza del Governatore Occhiuto e dell’on. Nesci. Dopo i saluti del sindaco Giuseppe Marasco, del Prefetto di Vibo Valentia, Roberta Lulli, della Dirigente Scolastica, Marisa Piro e della presidente dall’associazione Mare Pulito Antonella Mirabelli, il dibattito è entrato nel vivo con l’intervento di Anna Rosa dell’associazione “Pianeta Mare”.

La stessa ha lamentato l’assenza della politica, infatti, erano assenti sia il Governatore Occhiuto che l’on. Nesci “noi – ha incalzato – non ci arrendiamo la nostra sarà una lotta molto forte la Regione deve muoversi subito. Diamo il diritto ai nostri figli di poter godere almeno del nostro mare”.

Disarmante l’analisi fatta dal il biologo marino, Silvio Greco, direttore della sezione di Amendolara della Stazione Zoologica “A. Dohrn”, il quale ha esordito spiegando che il lavoro di questi mesi chiesto dal Procuratore, Falvo, ha portato, grazie all’enorme impegno di Capitaneria di porto, Carabinieri e Guardia di Finanza, ad avere finalmente dati scientifici batteriologici e chimici molto dettagliati, “che – ha riferito – ci danno una situazione a dir poco tragica. In alcuni corsi d’acqua – ha aggiunto – dove l’acqua non c’è mai stata abbiamo trovato un’alta concentrazione di contaminanti che ci fa pensare che si tratti di fogna pura”.

L’altra anomalia evidenziata da Greco è il grado di metalli pesanti presenti nelle acque marine il che fa supporre che anche se la nostra Regione ha poche industrie molte di esse scaricano senza depurare. Altro dato preoccupante riguarda la gestione dei rifiuti considerato che si calcola la presenza di circa 139 mila frammenti di plastica ogni metro cubo di acqua.

Riguardo, infine, ai finanziamenti per la depurazione il dottor Greco ha affermato: “In Calabria non è un problema di soldi, anzi la Regione ogni anno ne stanzia tanti, è, invece, un problema di gestione, di incapacità di spenderli bene”. Il comandante della Capitaneria di porto, Massimiliano Pignatale, ha posto l’accento sulla certezza che la maggiore fonte d’inquinamento non è il mare come lo era una volta con le navi ma viene dalla costa, attraverso scarichi illegali, cattiva depurazione, ecc. Noi della Capitaneria di porto – ha spiegato – siamo sempre presenti nelle scuole per sensibilizzare i nostri studenti al rispetto dell’ambiente e della biodiversità. Sul territorio agiamo con squadre interforze volute dal dottor Falvo proprio per evitare sovrapposizioni di indagini e sprechi”.

Il presidente dell’Arpacal Mimmo Calcaterra ha esordito “Siamo sulla strada giusta il traguardo non può essere la prossima estate ma e un importante inizio”. Lo stesso ha spiegato che i tecnici di Arpacal saranno al fianco delle Forze dell’Ordine durante i controlli e ha annunciato di aver installato degli autocampionatori automatici in una ventina di depuratori di comuni vibonesi. Calcaterra ha, inoltre, detto che dopo 20 anni l’Arpacal si occuperà di nuovo del monitoraggio dei torrenti.

Il Procuratore Falvo nel ricordare l’incontro avuto la scorsa estate con la signora Anna Rosa, dal quale è partito il proprio impegno per riportare il mare ad essere di nuovo pulito, ha ribadito che il vibonese è un territorio fragile da tutti i punti di vista, prova ne è la grossa frana che sta interessando il comune di San Calogero. In relazione, ai dati sull’inquinamento del nostro mare forniti dal dottor Greco, il Procuratore ha chiosato: “La realtà supera di gran lunga l’immaginazione. I problemi sono tanti, in molti tratti la depurazione è inesistente, nel periodo estivo non funziona perché tarata solo per un certo numero di abitanti e non riesce a depurare per il numero di cittadini che si decuplicano, tanti opifici scaricano direttamente a mare o nelle fogne. C’è in atto una rivoluzione copernicana – ha chiosato – abbiamo utilizzato lo stesso coordinamento di tutte le forze di polizia che utilizziamo contro il crimine organizzato, non ci sarà depuratore o corso d’acqua che non verrà controllato. Non ho la sfera di cristallo per dire se questa estate il mare sarà migliore ma sicuramente sarà più pulito, tutto quello che stiamo facendo adesso ci permetterà di risolvere il problema. Siamo partiti dalla conoscenza del fenomeno e siamo riusciti ad avere i risultati dello studio in tempi record, adesso la politica deve fare la sua parte. Siamo in grado – ha affermato – di segnalare alla Regione dove intervenire, dove bisogna spendere bene i soldi del PNRR”. Infine, il Procuratore ha esortato tutti ad impegnarsi a cambiare le cose, continuando a denunciare e segnalare “noi siamo sempre pronti ad intervenire”.

L’iniziativa si è conclusa con degli interessanti interventi da parte degli studenti sia del Liceo classico “B. Vinci” che dell’Itis “A. Russo”, i quali hanno chiesto agli attori istituzionali presenti di risolvere il problema il più in fretta possibile facendo rete, perché, come ha proferito Pietro della classe VI dell’Itis, “Noi ci fidiamo di noi! Non ci deludete”. Ambrogio Scaramozzino

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