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Pierpaolo Bruni

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Il procuratore uscente di Paola Pierpaolo Bruni nominato dal Csm a capo della procura di Santa Maria Capua Vetere

PAOLA (COSENZA) – Pierpaolo Bruni ha ricevuto la nomina a procuratore di Santa Maria Capua Vetere, ufficio giudiziario “per territorio di competenza e carichi di lavoro, fra i più grandi a livello nazionale” si legge sul sito istituzionale della procura campana.

“Il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere è, oltre a quello di Aversa di recente istituzione, con sede nella Provincia di Caserta, territorio in cui risiedono circa 900.000 abitanti. Istituito nel 1808 in quella che, all’epoca, si chiamava provincia di Terra di Lavoro e il cui capoluogo era Santa Maria Capua Vetere. La città di Caserta è l’unico capoluogo di provincia italiano in cui non ha sede il Tribunale”.

“La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere – si legge ancora sul sito ufficiale – risultante dall’unificazione di essa con le Procure circondariali di Caserta e Santa Maria Capua Vetere, ha un organico di magistrati composta da un Procuratore Capo, due Procuratori Aggiunti e ventidue Sostituti Procuratori”.

CHI È PIERPAOLO BRUNI, NUOVO PROCURATORE CAPO DI SANTA MARIA CAPUA VETERE

Il magistrato calabrese originario di Crotone, lascia l’incarico di vertice presso la procura di Paola e per decisione del Csm approderà in una delle procure più importanti d’Italia. Bruni, in precedenza, era stato sostituto in forze alla procura crotonese, per poi diventare pm della Dda di Catanzaro. Lunga l’esperienza antimafia di Bruni, con fascicoli delicatissimi gestiti in tutto il vasto distretto di Catanzaro, che include 4 delle 5 province calabresi, prima che nel 2017, a soli 49 anni, venisse nominato procuratore di Paola e oggi, con la medesima funzione apicale, a Santa Maria Capua Vetere.

Ricordiamo, che le inchieste di Bruni, hanno colpito le potenti cosche di ndrangheta Grande Aracri, Arena, Mancuso, Lanzino, Muto e via discorrendo, focalizzando i rapporti cerniera tra la malavita calabrese e settori della politica e dell’imprenditoria regionale. Vive sotto-scorta dal 2000 e pure i suoi genitori ad un certo punto, minacciati, son andati sotto tutela dello Stato. Nel 2014, un attentato per ucciderlo, pianificato nei dettagli da un clan, è stato sventato all’ultimo momento.

Il magistrato di Crotone, nell’odierna votazione al Plenum del Csm, l’ha spuntata sul collega Marco Del Gaudio, attuale sostituto procuratore alla Dna. Pure Del Gaudio è un magistrato con un curriculum professionale di tutto riguardo, anch’egli pilastro, in questi anni, nella lotta alla criminalità organizzata. Ciò ha reso difficile la scelta, con Bruni che, alla fine, però, ha prevalso.

SLITTA LA DECISIONE SU BOMBARDIERI

Slitta di qualche giorno la decisione sull’altro magistrato calabrese, Giovanni Bombardieri, in attesa di conoscere il verdetto del Consiglio Superiore della Magistratura, dopo che il Consiglio di Stato ha annullato, per ben due volte, la sua nomina a procuratore di Reggio Calabria.

Lo scorso 3 aprile, è arrivata dal Cds (in accoglimento del ricorso presentato dal magistrato Raffaele Seccia, concorrente nel 2018 al concorso per ricoprire il ruolo di procuratore reggino) la seconda sentenza di annullamento della nomina di Bombardieri. I supremi giudici amministrativi, a partire dalla data di notifica della summenzionata sentenza, davano al Consiglio Superiore trenta giorni per ottemperare alla decisone, che impone una nuova valutazione dei curricula dei due magistrati in competizione, vale a dire Bombardieri e Seccia.

Il termine perentorio, quindi, scade in questi giorni ed entro domani, come risulta al Quotidiano, la V commissione del Csm, competente per gli incarichi direttivi da conferire, procederà a formulare la sua scelta, che andrà, poi, ratificata dal Plenum.

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