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La chiusura dei locali alle 23 non ha fermato la marea della movida aNapoli. Nel primo sabato post lockdown il lungomare di via Caracciolo è stato preso d’assalto fino all’alba. Conseguenze: traffico in tilt fino alle 4, come testimoniano i filmati girati dai residenti, assembramenti e bi – vacchi. E in tanti, i più giovani soprattutto, senza mascherina. Per fare il loro lavoro due agenti di polizia municipale sono stati aggrediti al Vomero da un 35 enne (sette giorni la prognosi), mentre un collaboratore dell’ANSA è stato minacciato e costretto sul lungomare a consegnare la scheda con le foto che ritraevano un assembramento di ragazzi senza i dispositivi di protezione. Il dato è che dopo due mesi trascorsi a casa, in tanti hanno individuato nel primo fine settimana con i locali aperti (anche se in Campania fino alle 23) una sorta di ‘liberi tuttì, l’occasione per rivedere gli amici o concedersi un happy hour. Ma l’assalto incontrollato al lungomare, già affollato dal pomeriggio, è scattato nella notte quando, con i locali chiusi, in molti hanno scelto di proseguire la serata convergendo da vari punti della città verso Mergellina. Il traffico è andato in tilt – raccontano i testimoni – e dalla mezzanotte e fino alle prime ore del mattino si è camminato a rilento. Le tracce la – sciate dalla notte erano ben visibili stamattina con bottiglie vuote e rifiuti disseminati lungo via Caracciolo e in altri punti della città. Una versione dei fatti ridimensionata dal Comando della Polizia locale che sottolinea come alla Centrale operativa risultino solo «due interventi ordinari sul lungomare da parte delle forze dell’ordine per l’aggressione a una coppia da parte di un ex fidanzato», mentre l’altro «è stato effettuato per sedare una rissa per motivi di viabilità ». Per il Comando l’aumento del traffico veicolare nella notte è da considerarsi in linea con quello dei fine settimana. Di altro avviso il consigliere regionale Francesco Borrelli: “Stanotte la parte incivile del nostro popolo – osserva – ha dato il peggio di sé. Non ha alcun senso chiudere i locali alle 23, se poi i ragazzi restano in strada fino all’alba. Servono presidi di polizia fissi nei luoghi più sensibili». L’esponente verde denuncia «situazioni di puro delirio di gente in preda ai fiumi di alcool e all’inciviltà» e chiede un tavolo di confronto fra istituzioni, forze dell’ordine e associazioni di categoria per trovare la strategia migliore da attuare nei prossimi weekend per garantire l’accesso ai locali, ma evitando situazioni del genere. Il caos della movida non ha avuto solo la zona di Mergellina come palcoscenico. A Posillipo sono stati visti assembramenti di giovani sugli scogli senza mascherina. «Siamo disperati – denuncia Gennaro Esposito, presidente del comitato Riva Fiorita -. Fino alle 5 del mattino centinaia di ragazzi sono rimasti a far baldoria. Abbiamo chiamato ripetutamente le forze dell’ordine, ma nessuno è venuto ad aiutarci». E anche nel centro storico in alcuni Decumani era complicato camminare con tanti ragazzi senza mascherina (oppure abbassata al di sotto del mento) assembrati tra piazzetta Nilo e piazza San Domenico, come mostra un video del Comitato per la vivibilità cittadina. Fuori Napoli stesse scene nell’area flegrea, con raduni ravvicinati e poche difese a Pozzuoli, Bacoli e Monte di Procida: «Così non va – osserva il sindaco di Monte di Procida, Giuseppe Pugliese – se si dovessero ripetere le stesse scene di ieri sera mi vedrò costretto a chiudere di nuovo i luoghi di aggregazione». Traffico e tanta gente in strada anche a Salerno. Di positivo c’è la risposta degli esercenti. A Napoli chi paventava forme di ribellione ha avuto torto. Solo quattro attività commerciali, sulle 201 controllate dalla Municipale, non hanno rispettato la chiusura anticipata alle 23. Dai baretti di Chiaia a quelli del centro storico, dal Vomero agli chalet di Mergellina, almeno loro le norme le hanno rispettate.

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