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NAPOLI – “Whirlpool Napoli non molla” è il coro che continua a risuonare nelle manifestazioni, assemblee, incontri degli operai della fabbrica di Napoli est. E’ lo slogan di un anno di lotta, iniziato quando, in un incontro a Roma, i vertici della multinazionale americana comunicarono alle Rsu l’intenzione di chiudere la fabbrica di Napoli. E’ in quel momento che si aprì un baratro per oltre 400 operai. Ad oggi, l’unica certezza è la data del 31 ottobre, fissata dagli americani come ultimo giorno prima della dismissione. L’accordo sottoscritto nel 2018 tra azienda e Mise, che prevedeva investimenti per 17milioni, è diventato carta straccia. E mentre in Italia andavano avanti le trattative tra Whirlpool e Governo, in America, veniva comunicata anche all’Autorità di Borsa la volontà della chiusura del sito. Ieri, in occasione del primo compleanno di una strana ricorrenza, gli operai hanno organizzato una manifestazione a metà tra la fabbrica e i social dal titolo «Un anno di lotta, un anno di speranza». Riprendere al più presto le trattative tra azienda, Governo e sindacati, è la posizione unitaria espressa da Fiom, Uilm e Fim. A un anno dall’inizio della lotta degli operai di Napoli est, i leader nazionali, rispettivamente, Francesca Re David, Rocco Palombella e Marco Bentivogli, chiedono una posizione ‘fortè del Governo per evitare che inizi la dismissione del sito e che si arrivi in autunno senza una soluzione. Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, ha ricordato che, nonostante la proposta di un accordo quadro e un investimento di 20milioni, dalla multinazionale «non è arrivata alcuna risposta ». Contro la possibilità di prendere fondi pubblici e poi lasciare il territorio, il senatore Sandro Ruotolo ha annunciato l’intenzione di presentare un disegno di legge, scritto con lavoratori e sindacati. Il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, ha fatto sapere che «negli incontri con il Governo stiamo sottolineando le sofferenze », ma «finora dall’altra parte ho trovato una inadeguatezza ad affrontare questo momento storico». «Tocca a noi essere non solo pungolo, ma protagonisti». Per Roberto Saviano, “serve un lavoro di tutte le parti, con la consapevolezza che chiudere la Whirlpool di Napoli avrà effetti devastanti su un territorio che merita investimenti». Sostegno anche da parte del cardinale Crescenzio Sepe che si è detto pronto «a fare la propria parte, senza ingerenze».

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