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Coprifuoco anche in Campania. Non solo. Ci saranno anche limitazioni negli spostamenti tra province mentre si annuncia la zona rossa per Arzano. Il tutto per la situazione dei contagi da Covid. L’idea era quella di partire alla fine del mese, ma la crescita vertiginosa dei contagi negli ultimi giorni ha imposto un’accelerazione: da venerdì stop in Campania a tutte le attività e alla mobilità a partire dalle 23, l’annuncio dato oggi dal governatore Vincenzo De Luca. Un coprifuoco serale, sulla scorta di quanto chiesto al governo dalla Lombardia, per cercare di arginare la crescita dei casi Covid, con il bollettino regionale che anche ieri fa segnare un aumento dei casi a quattro cifre (1312 positivi, circa trecento in meno rispetto a lunedì a fronte però di un numero di tamponi effettuati inferiore).


Ma a preoccupare il governatore campano non è solo la risalita dei contagi. C’è un problema di organico negli ospedali pronto a esplodere: «Abbiamo chiesto alla Protezione Civile 600 medici e 800 infermieri. Abbiamo avuto l’assicurazione – ha spiegato oggi De Luca – che invieranno 50 medici e 100 infermieri, clamorosamente al di sotto delle esigenze minime poste dalla Regione. Ad oggi – ha aggiunto – non è arrivato nessuno». E’ anche da considerazioni come questa che è nata la necessità di un nuovo giro di vite con il provvedimento anti movida.


«Volevamo partire – ha spiegato De Luca – dall’ultimo week end di ottobre ma lo facciamo ora. Dalle 23 di venerdì si chiude tutto anche in Campania così come in Lombardia ». E in effetti l’ordinanza che la Regione sottoporrà al governo dovrebbe essere sulla falsariga di quella preparata dalla Lombardia con chiusura di tutte le attività, e divieto di spostamenti, tra le 23 e le 5 del giorno dopo. Ovviamente verranno consentiti gli spostamenti per motivi di lavoro o per esigenze sanitarie e verranno lasciate aperte attività di prima necessità come le farmacie.


Sulla scia del lockdown, quindi, si profila lo stop per bar, pizzerie e ristoranti dopo le 23. Per un provvedimento di chiusura in arrivo, eccone un altro che va nel segno opposto, con la riapertura delle scuole elementari da lunedì. «Ovviamente – ha precisato De Luca – per le elementari i dirigenti scolastici devono rivolgersi alle Asl per garantire che ci siano condizioni di sicurezza. Questa garanzia non può essere scaricata sui presidi ma sulle Asl».


Il governatore incassa invece l’invio di 100 militari dal Viminale per intensificare i controlli Covid. E non passa inosservato nemmeno l’allarme dell’Ordine dei medici di Napoli: «Non dimentichiamo che questa è una guerra e anche se al momento ci sembra che le cose vadano benino, far finta che non lo sia ci porterebbe al disastro. Non rendiamo vana la sofferenza dei mesi scorsi l’appello – altrimenti molto presto saremo costretti a vedere sfilare carri militari a trasportare le bare dei nostri cari».


Con i contagi che crescono, impazza anche la polemica politica; con la Regione sotto attacco per la gestione del Covid. «Penso ci siano stati errori molto gravi della Regione – aveva sottolineato di buon mattino il sindaco di Napoli de Magistris prevedendo il lockdown prima che De Luca annunciasse il coprifuoco serale – e non è uno scaricabarile, i numeri parlano da soli. Il virus è fuori controllo, la medicina territoriale è stata smantellata. De Luca ha vietato ai medici di dire la verità. Il tampone viene fatto dopo molti giorni. Il problema non sono i ragazzi. Il lockdown è figlio dell’incapacità».


Ma sul governatore-sceriffo arriva anche il fuoco dei grillini con il ministro dello Sport Spadafora: «Sono molto preoccupato per la Campania – ha detto – . E’ stato facile farsi pubblicità chiudendo tutto, ma ora il sistema sanitario è sotto pressione, così come quello dei trasporti. Se De Luca ha fallito? Direi proprio di sì». «Dichiarazioni volgari e offensive» le bolla il vice di De Luca Fulvio Bonavitacola. E a difesa di De Luca interviene anche il segretario Dem Nicola Zingaretti che invita Spadafora a pensare al dicastero di sua competenza piuttosto che a dare pagelle ai governatori.

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