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Sono 82 i nuovi positivi al Covid in Campania su 6.545 test molecolari esaminati. Il tasso di incidenza si attesta all’1,25% in calo rispetto all’1,66% precedente. Nel bollettino dell’Unità di crisi, si segnalano 3 nuove vittime. I ricoveri ospedalieri segnalano una risalita dei posti letto occupati in terapia intensiva (23, +3 rispetto al giorno prima), quelli nei reparti di degenza sono 287 (-9). Intanto a sorpresa, ben due varianti del virus SarsCoV2 sono capaci di trasmettersi molto facilmente nonostante una carica virale molto bassa, ossia si trasmettono anche se sono poche le copie del materiale genetico del virus presenti in un millilitro di materiale biologico prelevato con il tampone.

E’ solo l’ultimo dei tanti punti interrogativi sulle varianti in circolazione e si aggiunge alle tante domande già aperte: dalla capacità di sfuggire ai vaccini ai nuovi scenari che si potrebbero determinare. Basandosi sul sequenziamento del genoma del virus e sull’analisi della carica virale, il gruppo della Johns Hopkins School of Medicine guidato da Adannaya Amadi ha scoperto che l’alta capacità di trasmettersi nonostante la bassa carica virale sono caratteristiche sia variante Alfa (B.1.1.7) identificata per la prima volta in Gran Bretagna, sia della Beta (B.1.351) identificata in Sudafrica. Il risultato è stato presentato nel congresso mondiale di Microbiologia in corso negli Stati Uniti, a Baltimora, fino al 24 giugno.

«Sebbene le due varianti siano associate a una capacità di trasmissione più elevata, i pazienti nei quali sono state rilevate non mostrano di avere cariche virali più alte nelle vie respiratorie superiori rispetto al gruppo di controllo», osservano i ricercatori. I risultati indicano poi che le persone colpite dalle varianti Alfa e Beta «hanno meno probabilità di essere asintomatiche rispetto al gruppo di controllo» e che “sebbene non abbiano una rischio maggiore né di morte né di ricovero in terapia intensiva, hanno maggiori probabilità di essere ricoverate in ospedale». Il perché le due varianti si trasmettano nonostante la bassa carica virale, «non è ancora chiaro», ha detto Amadi.

Fra le ipotesi, c’è quella secondo cui «la più alta trasmissibilità delle varianti Alfa e Beta non sia dovuta a una maggiore replicazione del virus che determina un’intrinseca più alta dose infettiva, ma potrebbe essere associata a un attachment, ossia a un aggancio più forte al recettore Ace», ha osservato il virologo Francesco Broccolo, dell’Università di Milano Bicocca, riferendosi al recettore delle cellule umane che è una delle principali porte d’ingresso del virus SarsCoV2.

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