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NAPOLI – Alcune ruspe in azione per le prove di tecnologie per la bonifica, mezzi pronti per portare via cumuli di materiale contaminato ammucchiato dal 2000 sotto un capannone sventrato, la rassicurazione di Domenico Arcuri, Ad di Invitalia, che «entro tre settimane aggiudichiamo l’appalto per bonificare i primi 16 ettari dall’amianto e lo faremo in un anno ». Questi i primi segnali dell’avvio del processo di bonifica nell’area ex Italsider di Bagnoli, una landa morta di veleni, di cui da ieri Ministero del Sud, Regione Campania, Comune di Napoli, Invitalia e Struttura commissariale per Bagnoli raccolgono la sfida, con i primi 500 milioni di euro in tasca e la consapevolezza che «con Bagnoli ci giochiamo una partita politico- istituzionale sulla credibilità per le politiche del Sud che si costruisce anche qui», come spiega il ministro per il Sud, Giuseppe Provenzano. Il nuovo presidente della cabina di regia su Bagnoli lancia l’operazione bonifica facendo ammenda per gli oltre 25 anni di promesse vane: «Scusate il ritardo», dice citando Massimo Troisi. «quando è iniziata la vicenda di Bagnoli avevo 10 anni – ricorda – e da allora ne ho sempre sentito come una cosa che non vedeva la fine.

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