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Mara Carfagna

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NAPOLI – Quali effetti produce in Campania il “Patto” tra Calenda e Renzi? Su chi punteranno i due leader? Si fanno i nomi di Mara Carfagna e Gennaro Migliore.

Per Graziella Pagano, coordinatore Italia Viva Napoli e componente della direzione nazionale di Italia Viva, «Non è solo un accordo elettorale. Ma è il seme che consentirà la nascita del partito liberal-democratico italiano. Non è poca cosa in un paese malato di bipolarismo fasullo. E non è il centrino come qualcuno lo descrive. Il terzo polo è la casa dei riformisti del buon senso».

«Per questo occorre allargare e accogliere tutte le esperienze civiche e politiche che ci sono sul territorio: dai moderati, ai repubblicani passando per la rete degli amministratori locali guidati da Pizzarotti. A Napoli ed in Campania questo fronte può già contare su sei consiglieri regionali e una squadra sindaci e consiglieri comunali di tutto rispetto».

Azione punta su Mara Carfagna, Italia Viva su Gennaro Migliore

In Campania Azione punta forte su Mara Carfagna, Italia Viva su Gennaro Migliore, «che dovrebbe guidare la lista in uno o più collegi proporzionali alla Camera. Per i calendiani dovrebbero trovare spazio anche alcuni nomi vicini alle posizioni della ministra del Sud, come Paolo Russo e Gigi Casciello. Dentro Azione aspirerebbe ad un ‘upgradè il segretario regionale Giuseppe Sommese».

Per quanto riguarda Italia Viva, «in Campania – spiega Pagano – Iv vanta molti uscenti, nomi di primo piano come quello di Gennaro Migliore, per cui la candidatura parrebbe scontata. Tra le altre, ci sarebbe anche l’ipotesi di una corsa di Rosato in più collegi. Tra i partiti la polemica s’infiamma».

Il senatore Antonio Iannone, commissario regionale di Fratelli d’Italia in Campania punta il dito contro il Governatore De Luca e il figlio candidato nel Pd: «Invece di esternare uscendo dai propri panni il ‘deluchino’ farebbe meglio a verificare come il padre sperpera le risorse pubbliche nella eterna incapacità di realizzare opere. Si parla sempre dei fondi che verranno – prosegue – ma mai dei fondi del passato che evidentemente in Campania non si sono tradotti in realizzazioni».

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