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NAPOLI  –  GENOA  6  –  0

NAPOLI: Meret 6, Di Lorenzo 6,5 , Manolas 6 (46′ Maksimovic 6), Koulibaly 7, Hysaj 5,5 , Ruiz 6,5 , Zielinski 7 (72′ Ghoulam 6), Lozano 7 (66′ Politano 6), Mertens 7,5 (66′ Lobotka 6), Insigne 6 (22′ Elmas 6,5), Osimhen 7.In panchina: Ospina, Contini, Demme, Rui, Luperto, Rrahmani, Petagna.All. Gennaro GATTUSO  7 

GENOA: Marchetti 5, Goldaniga 4, Masiello 5, Biraschi 5, Zappacosta 6, Lerager 4 (70′ Radovanovic 5), Badelj 5 (64′ Behrami 5), Zajc 5 (54′ Pandev 5), Pellegrini 5,5 (54′ Ghiglione 5), Pjaca 6 (70′ Melegoni 5) , Destro 5.In panchina: Zima, Agostino, Zapata, Brlek, Rovella, Males, Czyborra, All. Rolando MARAN 5

Arbitro: Sacchi di Macerata 6 – Guardalinee: Lo Cicero e Rossi – Quarto uomo: Fourneau VAR: La Penna – Avar: Giallatini Marcatori: 10′ Lozano (N), 46′ Zielinski (N), 57′ Mertens (N), 65′ Lozano (N),69′ Elmas (N), 72′ Politano (N)

NOTE: terreno reso pesante dalla pioggia caduta per l’intera giornata sulla città, ma drenaggio che ha consentito la disputa della gara. Spettatori presenti un migliaio, come da prescrizioni federali.

Ammoniti: Destro (G), Masiello (G), Osimhen (N). Calci d’angolo 4 a 2 per il Napoli.

Recuperi: 2′ e 0′

NAPOLI- Prova del nove doveva essere, al fine di confermare quanto si era visto, scritto e detto, dopo la gara di Parma, risolta nella ripresa con l’ingresso del nigeriano dalla cresta dorata, Osimhen, ed invece è stata una prova al rovescio, visto che si è risolta con il nove diventato un sei, rotondo, allettante, foriero di soddisfazioni per il club azzurro: non è stato, l’approccio alla partita, simile all’avvio di domenica scorsa, ed infatti la strada è sembrata mettersi in discesa dopo pochi minuti (10), grazie alla deviazione volante del destro di Lozano su cross al bacio di Mertens proveniente dal settore sinistro dell’attacco partenopeo, con il belga che ha ricordato i lanci di Insigne per i tagli di Callejon, degnamente sostituito dal messicano, sia sulla fascia di appartenenza che per la precisione e rapidità della conclusione, scaraventando pallone e portiere avversario oltre la linea bianca. Né la pioggia, copiosa per tutto l’arco della giornata, né la sterile difesa del Genoa di Maran (nello scorso campionato aveva scippato tre punti al S. Paolo alla guida del Cagliari) hanno potuto arrestare l’offensiva a testa bassa del Napoli, schierato con un teorico 4 – 2 – 3 -1, diventato, a tratti un attacco a quattro punte, con i due laterali di difesa che supportavano la barriera a centrocampo formata dal duo Ruiz – Zielinski, con la coppia centrale Manolas-Koulibaly, mai in affanno, tranne, unica opportunità per gli ospiti (18′) quando su cross di Pellegrini (giunto in prestito dalla Juventus a poco più di ventiquattro ore dalla gara) il senegalese respingeva corto, sui piedi di Lerager che, da pochi metri, lisciava clamorosamente la battuta, mettendo la sfera debolmente sui piedi di koulibaly che spazzava l’area evitando il potenziale pareggio. Da questo momento in avanti, solo e soltanto Napoli, che macinava gioco, contando sulla presenza costante ed asfissiante di Osimhen sul settore di attacco, pronto a contrastare ogni ripartenza dei grifoni e liberandosi al tiro in due circostanze, al 12′ liberandosi al tiro dal limite dell’area ma spedendo la palla a lato ed al 29′ con un colpo di testa, alto di poco sulla trasversale, mentre in altri due momenti ( 17′ e 18′ ) non riusciva ad impattare la sfera, prima su lancio di Insigne e successivamente di Lozano, ed infine partecipava all’azione (19′) che metteva in condizioni Lozano di battere a rete in diagonale, da posizione favorevole, con Marchetti fuori causa, ma la conclusione terminava di un soffio a lato. Unica parata di Meret, nei primi 45 minuti, un tiro telefonato di Zappacosta dal limite, bloccato a terra senza particolari patemi. In una partita, che nella ripresa non ha avuto storia, avendo seppellito sotto altre cinque reti i malcapitati genoani, le note dolenti arrivano dal settore infermeria dove si fermerà, e forse non per poco, Insigne, vittima di uno stiramento nel momento in cui rincorreva un avversario nella propria metà campo, per dar man forte alla difesa, e, per una lombalgia che lo ha colpito, Manolas, non rientrato in campo ad inizio ripresa. Un segnale non positivo in vista del match dello Stadium di domenica prossima, in serata, contro la Juventus dell’amico di vecchie battaglie con l’azzurro della Nazionale, Pirlo. Una rapida lezione durante l’intervallo, ormai diventato il momento topico per l’allenatore, che in quei quindici minuti ricorda a tutti i suoi atleti quali sono gli insegnamenti, e non passano che pochi secondi e gli azzurri raddoppiano: l’azione parte da Hysaj, insufficiente la sua prova nel primo tempo, ma si è riscattato nella ripresa, Zielinski, che mette la sfera sui piedi di Elmas che si avvia verso il fondo per mettereil pallone al centro, dove si avventa Osimhen che di tacco smarca Zielinski, nel frattempo portatosi a centro area, dribbling su Lerager e tiro di precisione alla destra di Marchetti, inesorabilmente battuto. Dilaga il Napoli, grazie anche ad errori di Lerager (57′) che sbaglia e consegna la palla a Zielinski e da quest’ultimo a Mertens che appena dentro l’area di rigore non si fa pregare per mettere la sfera alle spalle del pipelet rossoblu, immobile nella circostanza, anche per la rapidità di esecuzione del plurimarcatore nella storia della società partenopea. Altro errore, questa volta di Pandev ( 65′) che mette in movimento Mertens che oltre al gol, si segnala per il secondo assist a Lozano, anche per lui gioco facile avere la meglio sul portiere avversario. Si arrende Marchetti, in campo dopo ventidue mesi in virtù del forfait di Perin, colpito dal virus al 69′ ed al 72′ alle conclusioni vincenti di Elmas e Politano: la marcatura del macedone parte da un lancio di Koulibaly per Hysaj, abile a smarcare Elmas, che una volta entrato in aerea dalla sinistra, evita due avversari e beffa il portiere con un tocco preciso nell’angolino alla sinistra dell’estremo difensore ospite. Campanello di allarme per la Juventus? Osare con Osimhen si può, resta da stabilire se questo attacco al fulmicotone può garantire equilibrio all’intera squadra e Gattuso nel dopo gara lo ha sottolineato, precisando che potrebbe anche optare per un 4-4-2 elastico, con belga e nigeriano di punta, vista anche l’assenza forzata di Insigne. Gli interi 90 minuti concessi ad Osimhen servivano per mostrargli come si comportano i difensori nel campionato italiano e la reazione, in chiusura di gara, al fallo di Masiello che lo tratteneva, ha dimostrato che la giovane età lo conduce anche a repliche pericolose. La sua prima ammonizione testimonia la voglia di giocare e segnare (il battesimo per il primo gol, speriamo arrivi presto…) senza mai darsi per vinto, anche sul 6-0 !!!!

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