X
<
>

Condividi:
4 minuti per la lettura

NAPOLI. Chiuso il sipario dell’estenuante calcio mercato, che ha offerto molteplici possibilità ai media di scatenarsi con notizie false, inventate, accattivanti, pilotate, e che solo la chiusura delle porte dell’hotel Sheraton di Milano hanno definito le “rose” delle squadre, lasciando spazio ai soli svincolati, sui quali si stanno fiondando le compagini che, per difficoltà economiche o per scarsa capacità nelle trattative od anche per “taccagneria” dei Presidenti, sono ancora in balìa delle mareggiate che si sono scatenate dopo le prime due giornate di campionato.

Presto per affermazioni catastrofiche, tipo i pluri campioni d’Italia, i bianconeri vedovi di Sarri e di Pirlo, ultimi due trainer al posto di comando, che con un solo punto in classifica vengono additati come Cenerentola tra le sette sorelle, accreditate dagli specialisti dei pronostici come potenziali vincitori del tricolore, oppure l’Atalanta, quotata molto bene come scudettata, che segna quattro punti, frutto di una vittoria immeritata a Torino contro i granata e di un  pari interno, avversario il non trascendentale Bologna, ma che mostra un gioco latente, ben lontana dalla spumeggiante compagine ammirata negli ultimi anni.

Centoottanta minuti sono davvero pochi per stilare graduatorie di merito e, conseguentemente avventurarsi in peana, che esaltano i tifosi, da sempre sognatori. Le urla che ritornano a risuonare nelle nostre orecchie segnano la rinascita del calcio più bello, quello che si ammira sugli spalti, e riempiono di significato le gare che fino ad ieri sembravano disputate in un acquario. E chi si lamentava, per far emergere di nuovo il vessillo azzurro del Napoli, dopo averlo sventolato insieme al tricolore in occasione dei match dell’Europeo, sembra avvertire un iniziale positività, anche se è ancora negli occhi la sciagurata ultima partita del campionato scorso, con il “fatal” Verona che distrusse in pochi minuti l’agognata qualificazione per la Champion’s League, e per il cui esito non si è ancora dissipata la richiesta di conoscenza di ciò che è relamente accaduto, come il mancato avvicendamento con Demme, tristemente accovacciato in panchina.

Per la vittoria degli Europei è servito, e non poco, lo spirito travolgente e coinvolgente dei partenopei di nascita, Immobile, Insigne e Donnarumma, protagonisti di un’allegria che solo i napoletani sono capaci di distribuire in quantità industriale e che tanto hanno contribuito all’armonia del gruppo, poi vincente grazie allo spirito di sacrificio del tutti per uno e uno per tutti. E non risulti strano per Immobile comparire come capocannoniere dopo due gare, per Insigne vestire i panni del condottiero, bypassando le questioni personali relative al contratto, fermo a giugno 2022, e sarà sufficiente che non la veda, il Lorenzo, questa data, come un traguardo ed un successivo esilio dalla natìa terra.

Per Donnarumma, un’inaspettata panchina all’ombra della Torre Eiffel, giustificata dall’enorme divario tra il PSG e le altre, Lille compreso. Un riposo che gli consentirà di investire in risparmi il denaro che gli è “piovuto” dalla sponda francese…Pari nelle qualificazioni ai mondiali del Qatar, con Bulgaria e Svizzera, hanno confermato, comunque, un ottimo stato di salute di Insigne, Bonucci, Chiellini, Locatelli e Chiesa, segnale che la gara di sabato prossimo, primo big-match della stagione, offrirà uno spettacolo di altri tempi, ma….. come ormai da anni, la vigilia si arricchisce di alcuni aspetti che infastidiscono, dal forfait degli azzurri, nell’ultimo campionato, per il Covid che aveva colpito Zielinski ed Elmas, e il seguente stop imposto dall’ASL, all’ infortunio di Meret, vittima di uno scontro a Genova, domenica scorsa, all’incidente di gioco occorso ad Ospina durante Bolivia – Colombia (qualificazione ai mondiali), con le ovvie difficoltà di raggiungere Napoli subito dopo la partita di giovedì prossimo, contro il Cile (a distanza di sole quarantotto ore dal match contro la Juventus), alla squalifica di Osimhen, grazie all’impulsività di Aureliano, arbitro di Napoli-Venezia, e le due giornate affibbiate al nigeriano, con la seconda da scontare nella partita del Maradona di sabato prossimo (chissà se verrà accolto il reclamo presentato dalla società di De Laurentiis ndr) per terminare alle minacce, non velate, del Presidente azzurro, rivolte all’organismo internazionale che non garantisce sugli infortuni occorsi ai calciatori delle società durante le partite delle nazionali, e, sulla volontà ferrea di impedire ai propri atleti di recarsi nelle nazioni, definite rosse causa virus.

Manca poco , ma non mancheranno le polemiche delle ultime ore, e mentre sulla sponda partenopea si guarda con piacere alle difficoltà iniziali di Allegri, scontento del potenziamento della squadra dopo la defezione volontaria di Ronaldo, ed alla posizione ancora ibrida di Dybala, forse a Napoli utilizzato in posizione avanzata a far coppia con Morata, sul fronte avverso si fa affidamento sulla voglia di riscatto, sul fascino della gara, sulle capacità del tecnico di risollevare morale ed escogitare le mosse dello stratega, anche a partita in corso. Per gradi si arriverà a sabato pomeriggio, ed intanto entrambi gli allenatori incrociano le dita per riavere i calciatori, in giro per il mondo, sani e salvi!

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE