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CONFIDIAMO che il sole splenda domenica 16 ottobre sul porto di Catanzaro Lido perché da lì partirà la prima passeggiata sul lungomare della città calabrese per unirsi nella lotta contro il tumore al seno. Ed ecco il motto: “Indossa un indumento rosa”. Un invito rivolto alla cittadinanza orgogliosa di poter affermare che è possibile curarsi a Catanzaro, senza doversi sobbarcare il disagio del pendolarismo sanitario.

Anima di questa iniziativa è il responsabile del centro di eccellenza che si trova all’interno dell’Azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio, il dottore Franco Abbonante, il cui curriculum è impressionante per competenza e esperienze accumulate. Questo centro – in inglese Breast Unit – è un polo all’avanguardia che fa parte di una catena di analoghe strutture presenti in altre località italiane, e che ha sposato un nuovo approccio alla malattia oncologica.

Come recita il sito la Breast Unit, «più che un luogo fisico, è un percorso che segue la paziente dal protocollo di indagine diagnostica per la diagnosi precoce, agli approfondimenti, alla riabilitazione post-operatoria fisica e psicologica, ai controlli periodici, alla gestione del rischio ereditario».

Un percorso, appunto, tutto in rosa che costruisce una rete oncologica di supporto alla paziente in tutti i momenti della malattia e varie figure di specialisti, dal radiologo, al chirurgo, al patologo, all’oncologo, al radioterapista oltre che al data manager.

Già nel 2014 la Conferenza Stato-Regioni ha approvato le linee di indirizzo ed entro il 2016 le Regioni avrebbero dovuto realizzare queste strutture, garantendone l’istituzione. Con le varie difficoltà e diversità presenti nel panorama sanitario italiano, è però da riferire che l’ultimo dato fa registrare 196 Breast Unit sul territorio, anche se non tutte presentano l’effettiva attuazione di tutti gli elementi richiesti e previsti.

Il bacino di ognuno di questi centri, prevede di poter coprire un territorio di duecentocinquantamila abitanti. Lo scopo è quello di evitare appunto al malato spostamenti onerosi e, cosa ancor più triste, la perdita del tessuto sociale e affettivo di riferimento, elemento determinante di conforto nel delicato periodo della malattia e del percorso da affrontare.

È interessante e incoraggiante poter raccontare che anche nel meridione di Italia, più spesso noto per episodi di malasanità o per l’inesistenza di strutture specialistiche di buon livello, questa realtà rappresenti un segno distintivo di dedizione, competenza, cura con «scienza e sentimento».

Un binomio definitivamente rosa che risulta vincente nella durissima lotta che ogni donna intraprende quando il responso alla visita, magari di routine, indica «ombre al petto».

Il dottore Abbonante è stato ed è per molte di loro una luce nel tunnel della malattia, “guerriero in una battaglia” che getta come posta in gioco il bene più prezioso, la vita, la spendente vita in rosa.


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