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Ursula von der Leyen

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MENTRE l’Italia riflette su una modifica ai piani di ripresa dalla pandemia per far fronte al caro energia, la Commissione europea frena e ammonisce i Paesi membri.

«Una volta adottata una decisione di esecuzione del Consiglio su un certo piano, solo in casi eccezionali lo Stato  in questione può chiedere una modifica di tale piano, in linea con l’articolo 21 del Regolamento sul fondo per la ripresa e la resilienza».

Così un portavoce della Commissione europea risponde al Quotidiano del Sud rispetto all’eventualità di una revisione del piano nazionale per la ripresa dalla pandemia da parte di uno Stato membro.  

I PALETTI ALLE MODIFICHE

Il portavoce della Commissione ricorda che  i piani di ripresa e resilienza (Pnrr), sono concordati con gli Stati membri per tutta la durata del dispositivo del Regolamento del fondo per la ripresa e la resilienza (Rrf) mediante una decisione di esecuzione del Consiglio.

Per chiedere una revisione, lo Stato membro «dovrebbe dimostrare che non può più attuare il suo piano (o parte di esso) – spiega il portavoce – a causa di circostanze oggettive. Ciò richiederebbe una rigorosa valutazione caso per caso da parte della Commissione insieme allo Stato membro interessato». Inoltre, se uno Stato membro decide di presentare una modifica o una revisione del suo piano, la Commissione dovrebbe fare una valutazione delle nuove misure proposte in conformità con tutti i criteri e i requisiti del regolamento Rrf e, se la valutazione è positiva, proporre una decisione di attuazione del Consiglio modificata, che andrebbe poi  adottata dal Consiglio.  

«L’articolo 18 del regolamento Rrf prevede che se l’assegnazione della sovvenzione è inferiore al previsto, ci sono vari strumenti a disposizione degli Stati membri per affrontare qualsiasi potenziale divario tra i costi stimati e l’assegnazione finale della sovvenzione».  

I Paesi hanno, infatti, diverse possibilità: una è quella di presentare un piano rivisto con una richiesta di prestito, in qualsiasi momento fino al 31 agosto 2023, fino al 6,8% del reddito nazionale lordo di uno Stato membro;  poi c’è la possibilità di presentare un piano rivisto che includa il trasferimento di fondi da altre risorse della Ue in gestione condivisa (fondi di coesione), in linea con l’articolo 7 del regolamento Rrf; infine, è possibile colmare il gap tra finanziamenti e costi previsti con fondi nazionali.

IL FRONTE CARO-PREZZI  

Proprio in questi giorni il ministro per le Infrastrutture, Enrico Giovannini, ha ipotizzato la possibilità di attuare variazioni al Piano nazionale di ripresa e resilienza per far fronte al caro energia e all’aumento generalizzato dei prezzi che stanno mettendo in difficoltà imprese e famiglie. «I costruttori hanno ragione a lamentarsi dell’aumento dei prezzi, ma il governo ne è consapevole, è già intervenuto due volte nel 2021, mentre nel decreto legge approvato dal Consiglio dei ministri la scorsa settimana e che sta per andare in Gazzetta ufficiale sono previsti nuovi meccanismi di adeguamento dei prezzi di aggiudicazione».  

Nel frattempo, rispetto all’attuazione delle misure dei piani nazionali da parte dei Paesi europei, il commissario europeo per l’Economia, Paolo Gentiloni, nei giorni scorsi si è detto per lo più soddisfatto. «Sulla base dei dati presentati dagli Stati membri – ha detto Gentiloni –  le misure sono complessivamente attuate in modo puntuale poiché oltre il 90% delle pietre miliari e degli obiettivi del terzo trimestre sono completati. Circa l’80% dei punti chiave e dei target tra il quarto trimestre 2021 e il 2022 sono sulla strada giusta. La decisione del primo esborso per la Spagna è stata presa in maniera piuttosto accelerata perché molti obiettivi riguardavano decisioni e iniziative già prese dalle autorità spagnole».  

«Ora stiamo iniziando la nostra valutazione – ha aggiunto Gentiloni – sulle nuove riforme e sui nuovi obiettivi da raggiungere da parte di Madrid, innanzitutto sulla riforma del mercato del lavoro. Noi sosteniamo gli accordi siglati dalle parti».

Nelle ultime ore, la Commissione ha ricevuto la prima richiesta di pagamento del Rrf dal Portogallo per una sovvenzione di 553,44 milioni di euro e un prestito di 609 milioni  (al netto del prefinanziamento).


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