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Sul price cap sul gas gli Stati della Ue sembrano vicini a un accordo. Sarà la volta buona? Filtra ottimismo dal vertice di Alicante, in Spagna, del Med-9, anche se l’ultima parola spetterà ai capi di Stato e di governo del Consiglio europeo della prossima settimana.

«Sul tema energetico vi sarà nei prossimi giorni (martedì prossimo, ndr) una riunione dei ministri dell’Energia che preparerà il Consiglio europeo del 15 dicembre in cui vogliamo avere una voce forte e coesa, in particolare sul tema del meccanismo del tetto al prezzo del gas» ha detto il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, intervenendo al vertice in sostituzione del capo del governo, Giorgia Meloni, bloccata a letto a Roma con l’influenza.

I PAESI SCETTICI

«Questo tema – dice Tajani – va affrontato assieme alla solidarietà europea in termini energetici e al meccanismo di acquisti congiunti di gas». Misure, queste ultime, contemplate nel piano presentato il 22 ottobre dalla Commissione europea per fronteggiare il caro energia, ma il vero scoglio continua a essere quello del tetto al prezzo del gas.

Attualmente, anche se diplomatici e pontieri sono al lavoro per avvicinare le posizioni, sei Paesi (Germania, Paesi Bassi, Austria, Danimarca, Estonia e Lussemburgo) hanno avvertito di non poter accettare i tentativi di altri Stati membri di ridurre ulteriormente il livello del tetto massimo dei prezzi del gas. L’ultimo compromesso discusso è un tetto di 220 euro a MWh con condizioni meno stringenti per la sua implementazione, in base a un documento, ancora avvolto da riserbo, anche se si prevede un’ulteriore revisione prima di raggiungere un accordo.

«Siamo preoccupati per l’abbassamento dei prezzi. Le cifre del tetto e dei fattori scatenanti non possono essere ulteriormente ridotte o sostituite» si legge in una e-mail firmata dagli ambasciatori dei sei Paesi e inviata alla Repubblica Ceca, che detiene al momento la presidenza Ue.

I sei Stati membri sono scettici nei confronti della fissazione di un tetto massimo dei prezzi, che, a loro avviso, potrebbe turbare il normale funzionamento del mercato energetico europeo e rendere più difficile l’acquisto di carburante, se i fornitori di gas dirottassero i carichi verso le regioni in cui i prezzi non sono fissati. Il mese scorso la Commissione europea ha proposto un tetto ai prezzi che entrerebbe in vigore se il contratto front-month sul Dutch Title Transfer Facility al mercato di Amsterdam superasse i 275 euro a MWh per due settimane e se fosse superiore di 58 euro rispetto al prezzo di riferimento del gas naturale liquefatto per 10 giorni.

LA POSIZIONE ITALIANA

Belgio, Italia, Polonia e Grecia sono tra i Paesi che affermano, invece, la necessità di un tetto massimo di prezzo per proteggere le loro economie dagli alti costi del gas, e che vogliono un limite di prezzo molto più basso rispetto alla proposta dalla Commissione.

Ma Germania e altri Paesi scettici hanno anche chiesto salvaguardie più forti qualora il tetto dei prezzi provochi conseguenze indesiderate, che secondo gli operatori del mercato del gas potrebbero essere gravi.

Al centro del vertice Eu Med-9 il ruolo del Mediterraneo di fronte alle sfide globali, a partire dal rincaro dei costi dell’energia e dagli effetti della guerra in Ucraina soprattutto sul piano economico; senza dimenticare il nodo migranti, che rende ancora tesi i rapporti tra Italia e Francia (vedi il box a destra).

Al summit – presenti la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, e il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel – hanno partecipano Croazia, Cipro, Francia, Grecia, Italia, Malta, Portogallo, Slovenia e Spagna. Sempre a proposito di energia, da registrare ieri il via libera al progetto H2Med, l’interconnettore energetico sottomarino tra Barcellona e Marsiglia. Il progetto di interconnessione per l’idrogeno verde tra Francia, Spagna e Portogallo dovrà essere completato entro il 2030. L’ha indicato ad Alicante il presidente francese, Emmanuel Macron, nel corso della presentazione del progetto con la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, il presidente del governo spagnolo, Pedro Sanchez, e il premier portoghese Antonio Costa.

Ora la Commissione europea dovrà esaminare il piano affinché possa beneficiare dello status di progetto di interesse comune e quindi di finanziamenti comunitari. L’infrastruttura in questione sarà una conduttura sottomarina in grado di trasportare l’idrogeno verde dalla Penisola iberica alla Francia e da lì all’Europa del Nord. L’opera è conosciuta anche come “BarMar”, dalla contrazione delle iniziali di Barcellona e Marsiglia che saranno collegate da questa infrastruttura. Sanchez ha spiegato che il costo del progetto dovrebbe avvicinarsi ai 2,5 miliardi di euro.


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