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Christine Lagarde

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L’inflazione scende troppo lentamente. «Dobbiamo ancora stringere la cinghia», avverte Lagarde che conferma che i tassi resteranno alti

Bisogna ancora stringere la cinghia del credito per soffocare l’inflazione. È questo il messaggio che arriva dai banchieri centrali sulle due sponde dell’oceano. Negli Usa Jerome Powell annuncia che i prezzi corrono ben sopra l’obiettivo del 2%. Aggiunge che «il sistema bancario è resiliente», ma che con gli sviluppi nel mondo del credito «i tassi forse non devono salire così tanto per raggiungere i nostri obiettivi» di abbassare l’inflazione. Wall Street che stava galoppando d’improvviso tira il freno. Il Nasdaq ha guadagnato più del 20% dall’inizio dell’anno. Prende un po’ di fiato

Altri problemi in vista? Christine Lagarde promette decisioni più delicate per non soffocare la ripresa economica. In particolare Prometeia ha rivisto al rialzo le stime di crescita per l’Italia relative a quest’anno, portandole a +1% rispetto allo 0,7% stimato a fine marzo, è quanto fa sapere l’istituto aggiungendo di aver contestualmente alzato anche le previsioni per il prossimo anno, a 0,7% da 0,6%. Una previsione che impatterà anche sul giudizio di Moody’s. Secondo le previsioni il rating non verrà toccato. La conferma sarà accompagnata da qualche raccomandazione al governo.

LAGARDE: «MOMENTO CRITICO, DOBBIAMO AVERE ANCORA TASSI ALTI»

«Questo è un momento piuttosto critico – dice Christine Lagarde- perché l’inflazione sta iniziando a scendere, stiamo iniziando a vedere l’efficacia delle misure, ma dobbiamo ancora avere tassi di interesse elevati e sostenuti. È un momento in cui dobbiamo stringere la cinghia per raggiungere». Ad aprile, secondo la stima preliminare di Eurostat, l’inflazione si è collocata al 7%, dopo essere diminuita dall’8,5% di febbraio al 6,9% di marzo.

Tuttavia le pressioni sui prezzi restano intense con il tasso di inflazione dei beni energetici che dal -0,9% di marzo passa al 2,5% di aprile, rimanendo comunque a livelli inferiori rispetto a quelli registrati dopo l’inizio della guerra, mentre sui beni alimentari rimane tuttavia elevata, al 13,6% ad aprile dopo il 15,5% di marzo.

Il Bollettino economico della Bce ribadisce che le decisioni del Consiglio direttivo “assicureranno che i tassi di riferimento siano fissati a livelli sufficientemente restrittivi da conseguire un ritorno tempestivo dell’inflazione al target nel medio termine” e si baseranno su “un approccio dipendente dai dati”. In futuro «andremo verso decisioni più delicate, ma saremo coraggiosi e prenderemo le decisioni necessarie per riportare l’inflazione al 2%», evidenzia Lagarde.

REGISTRATO UN CALO RECORD DELLA DOMANDA DI PRESTITI

Proprio i tassi di interesse sono alla base del calo record della domanda di prestiti da parte di imprese e famiglie registrato nel I trimestre. Per le prime si tratta del calo “più marcato dalla crisi finanziaria mondiale”, per i nuclei è la “contrazione più elevata dall’avvio dell’indagine nel 2003”. “Significativa” anche la riduzione della domanda di mutui per l’acquisto di abitazioni, anche in questo caso trainata, principalmente, dall’aumento dei tassi di interesse, seguito dall’indebolimento delle prospettive del mercato degli immobili residenziali e dal basso clima di fiducia dei consumatori.

La situazione dovrebbe migliorare nel secondo trimestre quando le banche si attendono un’ulteriore, ma più contenuta, flessione della domanda di prestiti. Buone notizie sono attese dal punto dell’attività economica. Nel secondo trimestre del 2023 la crescita continuerà a essere positiva, anche se moderata. Intanto nei primi tre mesi dell’anno il Pil dell’Eurozona in termini reali è cresciuto dello 0,1%, favorito dal calo dei prezzi dell’energia, l’allentamento delle strozzature dal lato dell’offerta e le misure di bilancio a favore di famiglie e imprese.

Al tempo stesso, la domanda interna privata, soprattutto per i consumi, rimane debole anche se la fiducia delle imprese e dei consumatori è migliorata costantemente negli ultimi mesi, pur restando inferiore ai livelli precedenti la guerra.


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