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Il candidato del centrodestra nel Lazio, Francesco Rocca.

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Alle elezioni regionali il Centrodestra e alla prova per la tenuta di coalizione e nel Lazio e in Lombardia la partita è una resa dei conti

Tre mesi dopo il successo alle Politiche, il centrodestra si prepara per la campagna elettorale in vista delle regionali di Lazio e Lombardia, il prossimo 12 e 13 febbraio. Un appuntamento che, al di là della rilevanza in sé, servirà anche per comprendere lo stato di salute e la tenuta della coalizione guidata dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

La compattezza del fronte di centrodestra è fuori discussione, e la conferenza di presentazione del candidato alla poltrona che fu di Nicola Zingaretti, Francesco Rocca, ha offerto ai leader di maggioranza l’occasione per rivendicare non solo la qualità del lavoro svolto in questi primi mesi di governo del Paese, ma anche per rilanciare quelli che saranno i temi caratterizzanti la legislatura.

COMPATTEZZA DEL CENTRODESTRA FUORI DISCUSSIONE

“Il centrodestra unito e coeso ha scelto una personalità che coniuga competenza, capacità e prestigio – dichiara la premier -. Garanzie indiscutibili per portare anche nella Regione Lazio il buongoverno del centrodestra”. Quella stessa unità e quella stessa coesione a cui fa riferimento il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, che in un video a sostegno di Rocca torna a parlare di uno degli obiettivi che gli stanno maggiormente a cuore: il partito unico di centrodestra.

“La nostra è una coalizione unita, credibile, fatta di rapporti leali tra forze politiche diverse ma capaci di lavorare insieme da quasi 30 anni – dice l’ex presidente del Consiglio -. Una coalizione che un giorno potrebbe diventare un partito unico sul modello del Partito Repubblicano americano senza però perdere in nessun caso il suo carattere plurale che valorizza storie diverse, culture diverse, linguaggi diversi capaci di confluire in un progetto comune”.

La corsa alla Regione Lazio s’intreccia anche al tema dell’autonomia. Come osservato dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, infatti, “Roma deve avere gli stessi poteri delle altre capitali del mondo, penso a Parigi, a Washington, a Berlino. Bisogna andare avanti su questo progetto. L’autonomia differenziata deve avere una differenza per Roma”. Per il vicepremier occorre garantire alla Capitale “autonomia mantenendo il grande equilibrio con le province, che possano beneficiare di ciò che accade a Roma, valorizzando il loro patrimonio turistico con le loro perle. Dobbiamo abbattere i fardelli istituzionali e quegli intrecci burocratici in cui spesso si annida la corruzione”.

REGIONALI, IL CENTRODESTRA ALLA PROVA LAZIO E LOMBARDIA

Tra i leader di centrodestra, a guardare con grande interesse a ciò che avverrà lungo le sponde del Tevere è poi Matteo Salvini, ormai lontano anni luce dall’epoca di “Roma ladrona”. Il leader del Carroccio, infatti, vede farsi sempre più concreta la possibilità di governare, per la prima volta, la regione, e distogliere l’attenzione dal calo di popolarità suo e del partito, ulteriormente accentuato dalla spaccatura lombarda delle scorse settimane.

“Da me e da tutta la Lega – ha scritto Salvini su Twitter – un caloroso in bocca al lupo a Francesco Rocca, avvocato e per anni presidente di Croce Rossa Italiana che, dopo il malgoverno di sinistra, dal 13 febbraio porterà una nuova ondata di cambiamento in Regione Lazio assieme a tutto il centrodestra”. “Questi dieci anni di governo di centrosinistra per la Regione Lazio si sono chiusi con l’aumento dell’addizionale regionale sull’IRPEF, cioè con una Regione fortemente indebitata” spiega Francesco Rocca al Quotidiano del Sud, “con barelle usate come posti letto negli ospedali, e con una raccolta differenziata che ci colloca al 18° posto in Italia. Serve una forte discontinuità sulla sanità, sui trasporti, sui rifiuti ma, più in generale, serve un nuovo approccio che trasformi la Regione da freno allo sviluppo a partner delle imprese, dei sindaci, delle comunità del territorio”.

REGIONALI IN LAZIO E LOMBARDIA, PUNTO DI FORZA DEL CENTRODESTRA IL LAVORO DI GRUPPO

Punto di forza del centrodestra, come avvenuto per le elezioni dello scorso 25 settembre, sarà ancora una volta il lavoro di gruppo, dunque; una capacità di fare sintesi a cui, sul fronte opposto, fa da contraltare la frammentata galassia delle opposizioni, con alleanze e accasamenti persino in antitesi tra Lazio e Lombardia.

“Si tenta sempre di fare la somma di numeri che non porta al buon governo – ha osservato il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida – Lo abbiamo visto in questi ultimi 11 anni in cui in Italia si sono sommati tanti numeri, tante idee diverse ma senza buongoverno”. Il braccio destro della premier è comunque certo: “Evidentemente è un turno elettorale molto rilevante. Questo è indubbio. Dopodiché le politiche del governo viaggiano su un altro piano”.

LE PERPLESSITÀ SULLA TENUTA DEGLI ALLEATI DI FRATELLI D’ITALIA

Anche se, c’è da dirlo, a via della Scrofa hanno più di una perplessità sulla tenuta degli alleati. “Noi faremo la nostra parte ma non sappiamo quanti voti porteranno Forza Italia e Lega”. Insomma, c’è il timore che la debolezza di Matteo Salvini e Silvio Berlusconi possa penalizzare oltremodo la candidatura di centrodestra. A via della Scrofa i big prevedono una Fdi al di sopra della soglia del 30%. Qualcuno spera anche nel 35%. Staremo a vedere. Di sicuro i sondaggi riservati che girano in queste ore tra le segreterie dei partiti sono estremamente favorevoli al centrodestra.

Francesco Rocca ha tra gli 8 e i 10 punti di vantaggio su Alessio D’Amato. La candidata dei 5 Stelle tra il 10 e il 15%, totalmente ininfluente. Per Rocca la vittoria sembra a portata di mano. “Ma bisognerà fare molta attenzione al PD”, spiegano maliziosi da via della Scrofa. Le sorprese in campagna elettorale sono sempre dietro l’angolo.


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