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Stefano Pollari, 33 anni, e la figlioletta Ilary di 5

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Un milione di seguaci su TikTok con una media di 15 milioni di visualizzazioni al mese, 200mila iscritti sul canale Youtube aperto solo sei mesi fa, 250mila su Instagram. Questo è il piccolo esercito di followers che Stefano Pollari 33 anni, e la figlioletta Ilary 5, hanno messo insieme e che li piazza al quarto posto tra i family influencer più popolari d’Italia, dopo la famiglia del super modello Mariano Di Vaio, la famiglia di Alvaro Morata e quella dell’ex Miss Italia Clarissa Marchese.

Ma fino a qualche anno fa, Stefano era un papà separato senza più lavoro che credeva di aver toccato il fondo. Siamo a Ostia, quartiere litoraneo della Capitale. Set naturale raccontato dal cinema italiano, dall’alto del trampolino dello stabilimento Kursaal fino all’Idroscalo, dove fu massacrato Pier Paolo Pasolini il 2 novembre del 1975.

Qui oggi come settant’anni fa, i romani corrono a spiaggiarsi alla prima domenica estiva, prendendo d’assalto il trenino Roma Lido che viaggia tutto l’anno sovraccarico di pendolari, perché a Ostia vivono stabilmente più di 80mila persone.

Stefano lavora nel forno di famiglia di via dell’Idrovolante da più di dieci anni, ma un brutto giorno l’autorità giudiziaria gli chiude il negozio per problemi legati ai proprietari delle mura del locale. A saracinesche abbassate, per Stefano inizia l’incubo. Il fornaio disoccupato da un giorno all’altro, inizia ad arrangiarsi per vivere.

Ha una bimba piccola da crescere e in famiglia l’aria è tesa. Va a picco anche il matrimonio. Alcuni giorni sono talmente neri che lo assalgono i pensieri brutti. Ma c’è la piccola Ilary per cui vale la pena lottare: quando è con lei, Stefano si diverte a girare video casalinghi che condivide online. I siparietti padre e figlia piacciono agli amici. E agli amici degli amici. Da qui inizia la loro storia da star del web. Un lieto fine che racconta parecchio del mondo di oggi.

Stefano, adesso quello dello youtuber è il tuo lavoro a tempo pieno?

«Sì. Da un anno e mezzo è il mio unico lavoro. Lo so, quando dico che faccio lo youtuber la gente pensa: ok, questo non fa niente. Ma non è così. Se lo fai seriamente guadagni bene, ma lavori anche 14 ore al giorno. Inutile fare i fenomeni».

Tu e tua figlia siete al quarto posto tra i family influencer italiani. Come avete fatto?

«Me ne stupisco anche io. Prima di noi gente come i Di Vaio e la famiglia di Alvaro Morata: vite da sogno. Poi arriviamo io e Ilary. Dai nostri video si vede che non siamo gente facoltosa. Forse le persone che ci guardano, si identificano. Inoltre, quando ho iniziato non c’erano altri che raccontavano la loro vita da papà separati. Allora ho capito che c’era un potenziale e ho insistito. Stavo attraversando un periodo talmente brutto, che dovevo tentarle tutte».

Raccontami come è andata.

«Ora ho una casa decente, una vita normale. Ma non per fare la vittima: ma non mi ha regalato niente nessuno. Quando hanno chiuso il forno da un giorno all’altro per un problema che riguardava i proprietari del locale, è stato uno shock. Ho iniziato a lavorare in altri panifici ma non bastava, la sera per rimediare le 50 euro in più, suonavo il pianoforte nei piano bar. Ma era difficile arrivare a fine mese. Con i problemi economici e una figlia piccola, la tensione a casa era alta. In breve, io e mia moglie ci siamo separati. Uscito da casa non avevo i soldi per affittarne un’altra e mi sono appoggiato un po’ qua un po’ là. Il mio cane, un pastore tedesco, ho dovuto lasciarlo in un allevamento per un anno e mezzo».

Hai chiesto aiuto ai tuoi?

«Mio padre lavorava nel nostro forno come me. A più di 50 anni senza lavoro, con due bambine piccole, stava ancora peggio di me. Ci sono stati momenti molto bui in cui ti chiedi che campi a fare. Quando a un uomo gli levi tutto, l’alternativa qual è? C’è chi fa le rapine, chi si butta in un bar a spillare la dieci euro alla gente. Io se sono rimasto lucido, lo devo solo a mia figlia. È per lei che ho trovato la forza di andare avanti. Quando stavo con mia figlia, erano momenti felici. Per questo, li filmavo. Per non dimenticarli».

È così che hai cominciato a condividere i primi video online?

«Sì. Mi piaceva mostrarli agli amici di Facebook e TikTok. Poi ho visto che c’era dell’interesse. Mi sono messo con costanza. Mia figlia oggi ha 5 anni, ma già da quando ne aveva tre era molto spontanea e simpatica davanti al video, perché le piace. Forse questo, la nostra spontaneità, è piaciuta. Poi durante il lockdown abbiamo fatto il boom».

È a questo punto che avete iniziato a guadagnare?

«Guadagniamo bene da circa un anno e mezzo. Il mio attuale manager Vincenzo Spinelli dell’agenzia What the Factory ci ha consigliato di concentrarci su YouTube, che paga in visualizzazioni. E poi sono arrivati i brand, come Barilla, Big Babol, Il Mulino Bianco. Così sono uscito da tunnel».

La tua ex moglie è favorevole a mostrare Ilary sui social?

«Mia moglie è contenta per nostra figlia. Sa che le sto comunque offrendo un futuro. Se Ilary vorrà continuare, avrà una carriera sul web avviata. Ora le ho aperto anche un conto corrente dove le metto ogni mese qualcosa, non si sa mai».

Stefano chi sono i vostri followers?

«Mamme, e tantissimi papà separati. Alcuni si rivedono in me. In molti si sfogano: “La madre di mia figlia non mi fa vedere i figli, mi ha tolto tutto non arrivo alla fine del mese…” Le mamme si inteneriscono, mi trovano un bravo papà. Quelle separate spesso si lamentano: “Invece il mio ex non vede mai i bambini…” I followers si aprono con me, mi raccontano le storie, spesso di dolore, che girano intorno alle separazioni. Una ragazza mi ha raccontato di aver abortito perché lui non voleva il figlio. Certe volte mi sento impreparato, ho paura di non avere gli strumenti per dire loro la parola di cui hanno bisogno in quel momento, ma so quanto è dura. Spesso tra followers si mettono anche a discutere. Io non prendo posizione, preferisco cancellare certe polemiche brutte. Leggerle, sotto le foto di una bimba, non mi va. Sto molto attento ai contenuti».

Ora però per voi va bene.

«Sì. Crescere una figlia da separati è sempre complicato, bisogna mettere da parte l’orgoglio, venire incontro all’altro. Mettersi nei panni dell’altro. La mia ex lavora all’aeroporto, fa i turni, Io tappo i buchi. Alla fine ce la stiamo facendo. Il peggio è per tutti, alle spalle. Anche mio padre oggi è arrivato alla pensione ed è più sereno. Le mie sorellastre, che hanno undici e quattordici anni, mi aiutano a fare i video. Così si ritrovano qualche soldino. E devo dire grazie ai social, e a mia figlia che mi ha dato tanta forza».


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