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Una discoteca

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Per la prima volta dal secondo dopoguerra il connubio tra giovani, estate e discoteche si è sciolto. L’anomalia di questa stagione calda 2021 è l’assenza della sfera specchiata, mitico propugnatore delle luci psichedeliche che illuminano le piste da ballo.

Dopo un lungo inverno di chiusure, appariva scontato che anche le discoteche potessero riaprire i battenti. Ma in ogni occasione in cui sembrava la volta buona, tuttavia, l’appuntamento con il via libera governativo veniva posticipato a data da destinarsi. E così, di rinvio in rinvio, l’estate si avvia al termine senza che sia stata trovata ancora una soluzione.

Il “metodo Gallipoli” saltato

Un’anomalia italiana, quella delle discoteche rimaste serrate ad oltranza. Un’anomalia che nemmeno l’uso estensivo del Green Pass è riuscito a risolvere. Eppure a inizio giugno, sulla scia di quanto accaduto all’estero, si era provato quantomeno a sperimentare qualche metodo che potesse far convivere divertimento e precauzione sanitaria.

Era previsto che il 5 giugno al “Praja”, noto locale di Gallipoli, fosse consentito l’accesso a 2 mila persone (capienza ridotta della metà) munite di Green Pass, che all’uscita si sarebbero dovute sottoporre a un tampone. Voleva essere un test, per verificare poi nelle due settimane successive la situazione epidemiologica dei partecipanti e valutare se adottare il “metodo Gallipoli” come protocollo per le discoteche di tutta Italia.

«Abbiamo l’autorizzazione della Regione Puglia», esultava Maurizio Pasca, presidente della Silb-Fipe (l’associazione italiana imprese ed intrattenimento). Poi però, qualcosa è andato storto, o meglio, qualcosa non è andato proprio. Il “test pilota” avrebbe dovuto ricevere il disco verde non solo del Comitato tecnico-scientifico della Regione Puglia, ma anche del ministero della Salute.

Il benestare si è fatto attendere, così si è prima deciso di posticipare l’evento dal 5 al 12 giugno ma poi, in assenza di segnali da Roma, non se n’è fatto più nulla.

L’effetto contrario

Il test di Gallipoli costituisce un’occasione mancata. Altrove, dicevamo, come in Spagna, sperimentazioni di questo tipo sono state propedeutiche alle riaperture delle sale da ballo. In Italia è invece passata la linea della fermezza chiusurista. Ma quando si decide di proibire, spesso si provoca l’effetto contrario. E così, mentre stuoli di imprenditori e lavoratori in tutta la Penisola versavano lacrime amare, è fiorita l’illegalità. Specie nelle ultime settimane è suonato forte l’allarme per i possibili focolai dovuti alle discoteche fuorilegge disseminate un po’ ovunque.

Giovani ammassati, senza rispetto della distanza di sicurezza e senza mascherine: le forze dell’ordine sono intervenute a più riprese per porre i sigilli. E c’è poi il caso clamoroso del rave party sul lago di Mezzano, vicino Viterbo, su cui sono già state spese tante parole. Persino il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, ha ammesso che sarebbe stato meglio riaprire le discoteche con Green Pass obbligatorio per evitare profluvi di illegalità. E ora?

«Ci aspettiamo dal Governo provvedimenti immediati ed efficaci per chiudere definitivamente una stagione ingiusta e discriminatoria nei nostri confronti», dice Pasca. Chissà se la prossima sarà finalmente la volta buona.


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