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Una foto di gruppo di Innovation Napoli Network

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Benvenuti al Sud. Fra i tanti modi per imprimere nuova linfa al Mezzogiorno, anche durante il freno imposto dalla pandemia, ci sono realtà che, grazie a un piano B, hanno continuato a macinare risultati. In termini di impatto sociale ed ambientale al Sud. E di reputazione.

È quanto hanno fatto due B Corp – INTERNATIONAL NAPOLI NETWORK- INN – e In Vento Lab, realtà così denominate poiché certificate a livello internazionale, finalizzate a generare, accanto al profitto, soluzioni innovative alle sfide per la società e l’ambiente.

A Napoli, ad esempio, sale la febbre di chi da Paesi extra Ue vuole venire a fare volontariato. “Almeno venti giovani e professionisti qualificati, già selezionati fra le decine che scrivono ogni giorno dagli USA, dalla Cina, dall’Australia, dal Canada, dal Qatar, dal Sudafrica, Uk e Singapore, sono pronti a venire a Napoli, non appena si potrà tornare a viaggiare, per fare un’esperienza in condizioni di sicurezza anti Covid”, dice Sara Cimmino, una laurea in lettere e filosofia ed esperienza in Medio Oriente, Usa e Gran Bretagna, fondatrice nel 2015 di International Napoli Network, che connette il volontariato internazionale al tessuto associativo, dell’innovazione e dell’imprenditoria sociale di Napoli.

A causa della pandemia l’attività si è interrotta, con un solo sprazzo la scorsa estate, ma i colloqui e le selezioni dei volontari sono andati avanti. «I nostri programmi sono aperti a tutti, vi partecipano anche giornalisti, docenti universitari, consulenti di realtà come JP Morgan. È considerata un’esperienza molto qualificante nel curriculum personale».

In prevalenza i giovani che si candidano hanno un’età media fra i 23 e i 25 anni e non possono accedere all’Erasmus o all’European Solidarity Corps, l’iniziativa della Commissione Europea che offre ai giovani dell’UE la possibilità di lavorare all’estero nei settori legati al sociale e alla solidarietà.

«Al rientro, i volontari diventano ambasciatori di Napoli nel mondo», aggiunge Cimmino, che nel 2017 è stata premiata come miglior imprenditrice sociale in Italia, finalista al WEYA (Women Entrepreneur Year Award 2017), a Parigi e ha trasformato la sua idea in una cooperativa con i soci Ivan Fadini, oggi presidente e Plinio Limata, docente di Public Economics alla Lumsa di Roma.

INN, che dal 2015 ha coinvolto tremila volontari internazionali, in collaborazione con università straniere come l’Università di San Diego o l’Università del Qatar e varie Ong, promuove quattro programmi destinati a persone e ambiente. «In base alle competenze – spiega Fadini – i volontari si impegnano in un periodo da due settimane a tre mesi, nei laboratori di aiuto allo studio e intrattenimento per i bimbi a rischio di abbandono scolastico di Scampia; o nei corsi di inglese madrelingua nelle scuole dei quartieri più difficili, come Forcella o Sanità; o nel supporto alle organizzazioni locali o nella salvaguardia ambientale nell’Area Marina Protetta di Gaiola, a Posillipo». Plinio Limata sottolinea l’opportunità preziosa per questi ragazzi di incontrare persone stimolanti che difficilmente potrebbero conoscere.

CON IN VENTO IN DAD

Giulia De Tomati, finalista al Women Entrepreneur Year Award del 2019, a Napoli, è la fondatrice di In Vento Lab Innovation, una B Corp milanese esperta nella formazione ed education nelle scuole a tutti i livelli, molto impegnata al Sud.

Dall’inizio della pandemia ha reso disponibili gli strumenti e le competenze del suo team, formato per metà da giovani laureate scientifiche (STEM) del Sud, al Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca. Grazie ad un protocollo d’intesa, la piattaforma  www.inventoschool.com, è ancor oggi fruibile gratuitamente dalle scuole d’Italia, di ogni ordine e grado, rivelandosi fondamentale per le molte scuole meridionali che nel tempo hanno partecipato ai progetti sulla sostenibilità ambientale, come B Corp School.

Negli anni, In Vento Lab ha coinvolto nelle attività di formazione oltre 18mila500 studenti, di cui migliaia al Mezzogiorno, 450 scuole, 850 classi e mille 100 docenti, e svolto progetti con numerosi atenei, fra cui la Federico II di Napoli, la LUISS, Tor Vergata e la LUMSA di Roma e LINK. «Vorremmo – dice Giulia De Tomati – accendere una luce nella mente dei giovani, offrire un nuovo orizzonte. Dopo la pandemia, come ha detto il Premier Mario Draghi, non sarà come riaccendere la luce dopo il buio».


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