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Foto di gruppo al G20 di Roma

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Dopo diverse ore di negoziati, i leader mondiali del G20 concordano un tetto massimo di 1,5 gradi per il riscaldamento globale. E l’Italia triplicherà il suo impegno nei prossimi cinque anni per il clima fino a 1,4 miliardi all’anno.

“Questo vertice ha riempito di sostanza le nostre parole, la nostra credibilità dipende dalle nostre azioni. Siamo fieri dei risultati ottenuti al G20 ma dobbiamo ricordare che siamo solo all’inizio”, ha detto il premier, Mario Draghi, a conclusione del G20. I leader mondiali chiudono il summit del G20 con un passo avanti nella lotta al cambiamento climatico. «La situazione precedente non prevedeva un impegno preciso.

È la prima volta che i Paesi si impegnano», ha detto Draghi riferendosi all’ultimo vertice per il Clima a Parigi. Si va verso il vertice per il clima a Glasgow, Cop 26, con un passo in avanti verso l’attuazione degli impegni presi a Parigi. Durante il Summit Draghi ha insistito soprattutto sull’importanza del multilateralismo come unica risposta possibile per raggiungere dei risultati.

Nelle conclusioni del summit infatti sono state considerate le diverse posizioni di Paesi come India, Cina e Indonesia impegnandosi al raggiungimento di emissioni zero entro la metà del secolo. I leader hanno anche concordato il fondo per il clima da 100 miliardi a supporto dei Paesi in via di sviluppo. «Bisogna agire rapidamente per evitare conseguenze disastrose sul clima», ha insistito Draghi intervenendo a un evento dedicato al ruolo del settore privato nella lotta al cambiamento climatico. Per Draghi non c’è più tempo da perdere: «La lotta al clima è la sfida del nostro tempo.

O agiamo ora e affrontiamo i costi della transizione e riusciamo a renderla più sostenibile o rinviamo e rischiamo di pagare un prezzo più alto dopo e il fallimento». La presidenza italiana del G20 intende spingere la crescita economica e renderla più sostenibile.  «lo dobbiamo ai cittadini, al pianeta e alle future generazioni», sostiene il premier. A questo evento ha partecipato anche il principe Carlo, impegnato da anni per il clima: «Sono grato al premier Draghi per aver riconosciuto l’importanza di certi temi e averli messi al centro di questo evento», ha detto. La presidenza italiana porta a casa anche un forte impegno sulla campagna di vaccinazione. I leader hanno trovato accordo nell’obiettivo di vaccinare il 40% della popolazione mondiale entro la fine del 2021 e il 70% entro metà del 2022. I leader intendono contribuire ad aumentare la fornitura di vaccini, prodotti e strumenti medici essenziali nei Paesi in via di sviluppo e rimuovere i relativi vincoli di approvvigionamento e finanziamento.

Nel documento conclusivo i leader promettono di rafforzare le strategie e l’impegno a sostegno della ricerca e dello sviluppo e garantire la produzione e la distribuzione rapida ed equa in tutti i Paesi del mondo. Guardando al futuro, per far fronte a nuove crisi, i rappresentanti dei governi intendono impegnarsi anche a ridurre a cento giorni il tempo che serve a sviluppare test, vaccini e farmaci e a intervenire sulla logistica per la distribuzione. 

Tra gli altri risultati raggiunti durante la presidenza italiana del G20: la riforma della tassazione con l’imposta minima globale al 15% per le multinazionali, un impegno per la fornitura di più vaccini ai Paesi poveri nel mondo e le basi per una ripresa più equa, oltre a nuovi modi per assistere i Paesi più poveri. «609 miliardi sulla base dei diritti speciali di prelievo sono dedicati per la prima volta ai Paesi più vulnerabili», ha detto Draghi. Negli ultimi tempi il protezionismo economico e la pandemia sembravano aver creato nuove divisioni tra i Paesi. Le nazioni emergenti non erano intenzionate a sottoscrivere nuovi impegni. Il premier infatti non ha nascosto che si aspettava un atteggiamento più rigido dalla Cina in quanto «produce il 50% dell’acciaio mondiale e molti impianti sono a carbone, quindi è una transizione difficile».

Mentre sia la Russia che la Cina sembrano aver preferito guardare al futuro. Entrambi hanno riconosciuto l’evidenza scientifica della necessità di un tetto massimo di 1,5 gradi di emissioni, pur andando incontro a sacrifici significativi per adeguare le proprie produzioni e impianti. «Questo vertice mi rende fiducioso per lo spirito e le capacità che i leader del G20 sembrano aver ritrovato per affrontare sfide epocali come le diseguaglianze, il clima, la pandemia», ha detto Draghi.

Sempre nello stesso spirito di multilateralismo per le relazioni globali future, durante il Summit è arrivata anche la notizia di un accordo tra gli Usa e la Commissione europea per l’inizio dei negoziati per un’intesa sulla produzione sostenibile di acciaio e alluminio. La presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen, e il presidente degli Usa, Joe Biden hanno anche deciso di sospendere per il momento le controversie bilaterali sul commercio per l’acciaio e l’alluminio, e quindi sui dazi. «È un summit di successo nel senso di mantenere vivi i nostri sogni, impegnarci a ulteriori provvedimenti, finanziamenti, ulteriori promesse di riduzione delle emissioni», conclude Draghi.


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