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Il fuorionda nel quale, in pieno lockdown, il presidente Sergio Mattarella spiega a un collaboratore che lo sollecitava a sistemarsi l’acconciatura di non essere riuscito, nemmeno lui, a trovare un parrucchiere è stato, sembra ombra di dubbio, il momento più social del suo primo settennato da capo dello Stato. Un siparietto intimo, fra il comico e il commovente, che più di ogni altro è sembrato infrangere la parete di cristallo virtualmente frapposta tra popolo e palazzo.

Da allora la figura di Mattarella è stata, in qualche modo, adottata dalla rete, a suon di meme, fotomontaggi, persino video montati ricorrendo alla tecnologia deepfake, di carattere ironico, sempre – va detto – con il massimo garbo dovuto alla prima carica dello Stato.

E chissà che questa popolarità online non abbia, in qualche modo, avuto il suo peso nella rielezione di Mattarella, considerata la nota sensibilità dei leader politici verso gli umori del web. Inutile dire quanto la partita per il Colle sia stata seguita attraverso il social network, con un vero e proprio exploit sabato scorso, giorno dell’attesa fumata bianca. #Mattarella è stato, ovviamente, l’hashtag più battuto, sin da quando si è diffusa la notizia di un accordo tra le forze di maggioranza per il bis. Che, una volta arrivate a dama, hanno esultato rivendicando il risultato, attraverso tweet euforici dei capipartito.

Enrico Letta, ad esempio, ha deciso di condividere la foto della «matita con la quale ho appena votato #Mattarella», una reliquia da tenere «nei ricordi. Belli».

Matteo Renzi, che solo poche ore prima in diretta da Mentana si era mostrato poco propenso a un bis, si è limitato a postare una foto di Mattarella con la scritta «Buon lavoro Presidente».

Stesso messaggio twittato da Giuseppe Conte che ha, però, in seguito pubblicato un video nel quale spiega le ragioni della scelta, nonostante l’impegno «profuso sino all’ultimo istante» per «avere un presidente donna».

Un buon lavoro a Mattarella l’ha augurato anche Roberto Speranza, stavolta nella veste non di ministro della Salute ma di leader di Leu.

E arriviamo al centrodestra dove la scarsità di interventi “a caldo” tradisce l’imbarazzo per la frattura interna all’alleanza, in particolare con Fratelli d’Italia.

La sera della rielezione l’ultimo tweet di Silvio Berlusconi è ancora quello in cui l’ex Cavaliere riferisce di una telefonata a Mattarella per assicurargli il sostegno di Forza Italia.

Ancor più datato quello di Matteo Salvini, il cui profilo Twitter – solitamente attivissimo – è fermo alla vigilia della fumata bianca, a una foto del leader leghista, sguardo fisso davanti al laptop, che si dice «al lavoro» per la «prima donna presidente della Repubblica». E si sprecano i meme di risposta, anche su altri hashtag e social, che raffigurano Mattarella in versione femminile, con fluenti capelli e rossetto. E siamo ancora nel campo dell’ironico. Decisamente peggio va a Salvini quando a twittare sono elettori di centrodestra solidali con Giorgia Meloni e contrari alla rielezione di Mattarella. Da qui arrivano hashtag (molto popolari dopo il voto) come #Salvinidimettiti e #Salvinipagliaccio.

A più riprese sono ricordati con tanto di screenshot i tweet con cui nel 2015 bocciava la prima nomina dell’attuale inquilino del Quirinale, scrivendo «Mattarella non è il mio presidente» o «Dacci oggi il nostro cattocomunista quotidiano, dalla rottamazione renziana alla restaurazione andreottiana».

Condivide, poi, con Luigi Di Maio il ricordo della pretesa di impeachment contro lo stesso Mattarella quando, nel 2018, il no del capo dello Stato a Paolo Savona come ministro dell’Economia sembrò far naufragare un possibile governo Lega-M5s.

A prendersi la ribalta è, invece, Meloni, grazie a tweet e post incendiari. Da quel «non voglio crederci» con cui ha commentato il sostegno di Salvini al Mattarella bis, al messaggio in cui ironizza sull’esultanza dei parlamentari per la rielezione, contenti – a suo dire – di aver «salvato lo stipendio».

E cittadini comuni? Il mood generale emerso dai social può essere così riassunto: ringraziamenti a Mattarella per il sacrificio, pesanti critiche ai partiti per una settimana di pessime figure. Non manca, infine, l’ironia, tra foto del capo dello Stato richiamato mentre sta facendo fagotto ad altre che lo raffigurano legato a una sedia nel palazzo presidenziale. Chiudiamo con lo spassoso commento dell’onnipresente @Dio: «Non lamentatevi se state passando un sabato del cavolo – ha scritto – Pensate a quello di #Mattarella». Amen.


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