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Il premier Conte in collegamento con i vertici UE

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Gli Stati generali dell’economia aprono all’Europa, e l’Europa apre all’Italia.

Dalla Ue arriva «un’occasione unica» per il Paese, attraverso il Recovery Fund, e anche l’incoraggiamento «a non sprecare questa crisi». Le parole sono, rispettivamente, di Ursula von Der Leyen, presidente della Commissione europea, e di Christine Lagarde, presidente della Bce, che, in collegamento video, hanno preso parte alla prima giornata degli Stati generali organizzati dal premier, Giuseppe Conte, a Villa Pamphjli. Insieme al commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni, il presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel, e – unico ospite in presenza – il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco. L’Europa chiede all’Italia responsabilità politica, concretezza e – attraverso le parole questa volta di Charles Michel, presidente del Consiglio Ue, «una volontà di ferro» per fare le riforme. Incoraggiamenti e solleciti, ma dall’Europa anche riconoscimenti: dalla von Der Leyn – con il suo «grazie Italia – per aver preso «misure coraggiose» nella lotta al Covid 19, «indicando la strada agli altri Paesi membri»; mentre Michel rende merito al presidente del Consiglio per la convocazione degli Stati generali: «Il piano europeo di ripresa a cui stiamo lavorando non sostituirà i piani nazionali, tutt’altro: li dovrà rafforzare. Per questo motivo – spiega – il lavoro che avviate qui è fondamentale. E lo è doppiamente, soprattutto e innanzitutto, perché è evidente che costituisce un’urgenza per gli italiani, che si aspettano delle soluzioni».

PIANO DI RILANCIO

Il premier ha illustrato le «tre linee strategiche» su cui si articola il piano per il rilancio del Paese che verrà presentato a settembre: modernizzazione del Paese, che si basa su una pubblica amministrazione più efficiente e digitalizzata, capace di incrementare la produttività dell’economia e l’innovazione; transizione ecologica, in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo, che porti anche a migliorare l’efficienza energetica dell’economia; inclusione sociale, territoriale e di genere, ovvero riduzione delle povertà, del gap infrastrutturale tra il Nord e il Sud, educativo e professionale. La scommessa si gioca non solo sul campo dei programmi, ma anche dalla loro realizzazione che passa dalla capacità di spendere le risorse che la proposta della Commissione Ue mette sul tavolo. Conte mostra di esserne consapevole: «Non vogliamo sprecare neanche un euro per il rilancio del paese, non ci accontenteremo di ripristinare una normalità, non vogliamo ripristinare lo status quo ma migliorare il paese».

La sfida è enorme, e non solo per l’Italia. «La ripresa sarà una sfida generazionale, non solo per l’Italia per l’Europa intera», sostiene von der Leyen, salutando il ritorno dello «spirito dei fondatori». «L’Europa è tornata. L’Europa s’è desta», parole celebrative le sue, ma che racchiudono anche il monito a non disperdere questo patrimonio. «Tutti sappiamo che l’alto livello di debito vi espone agli umori dei mercati, ma con le giuste riforme l’Italia può avere il massimo dal Next Generation Eu – prosegue poi – Aprirà la strada ad una ripresa economica duratura, adesso sta a voi far sì che questo accada».

NEGOZIATI DIFFICILI

Dalla Lagarde, invece, arriva l’invito a creare le condizioni per agevolare la mobilitazione degli investimenti: «un ambiente economico favorevole alle imprese, con servizi pubblici e privati efficienti e agili, adeguate infrastrutture fisiche e digitali, un sistema giudiziario ben funzionante e un forte settore finanziario». Dal canto suo, Michel mette in guardia dal «sottovalutare la difficoltà dei negoziati che stanno per cominciare» sul Recovery Fund. E forse anche per questo, nella conferenza di fine lavori, rinnovando alle opposizioni l’invito a partecipare agli Stati generali, Conte fa loro un appello alla responsabilità. Ricordando l’ostilità dei Paesi “frugali” nei confronti del Recovery Fund, il premier sottolinea che «alcune forze di opposizione sono molto legate ai governi di Visegrad». «Chiedo di lavorare per darci una mano nell’interesse nazionale – dice, quindi, – vi prego, vi riconoscerò pubblicamente questo aiuto intervenendo anche con i partiti con cui avete legami, con i Paesi che stanno cercando di contrastare la risposta che la Commissione Ue sta offrendo».


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