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Cala la fiducia delle imprese in Italia e raggiunge il minimo da aprile 2021 sostanzialmente in tutti comparti

Il prezzo del gas continua a salire (+11% ieri) e la fiducia di consumatori e imprese scende. A settembre l’Istat ha rilevato un deciso calo sia tra i consumatori (da 98,3 a 94,8) che tra le imprese (da 109,2 a 105,2) che si sono attestate così al valore più basso da aprile 2021. E il sentiment si riferisce a tutti i comparti, con la sola esclusione del settore costruzioni.

CALA LA FIDUCIA DELLE IMPRESE, SI VA VERSO UN AUTUNNO “CALDO”

L’agricoltura è tra i settori che rischiano di più. L’autunno si annuncia caldissimo e ad aprire le proteste saranno proprio gli agricoltori, che domani scenderanno in piazza a Milano. Giovani agricoltori, allevatori e pastori della Coldiretti (la mascotte sarà l’asinella Terra) in arrivo da tutta Italia si ritroveranno nel Parco Sempione per sensibilizzare politici e opinione pubblica sul grave stato di crisi in cui versa l’agricoltura.

IL MADE IN ITALY

Ma sarà anche l’occasione per far conoscere, nella maxi fattoria allestita nel cuore di Milano, i primati dell’agroalimentare made in Italy, un patrimonio che non può essere annientato dalla crisi. I giovani saranno in prima linea perché il futuro del settore è affidato a loro. Ma sono anche quelli che depongono più facilmente le armi se le condizioni non consentono di proseguire un’attività nel segno dell’innovazione e della diversificazione.

L’Ismea, in un rapporto pubblicato qualche giorno fa, ha segnalato l’abbandono di interi territori coltivabili in tutta l’Unione europea, dove la presenza degli under 40 si è ridotta. In Italia, però, secondo l’istituto, i dati sulle giovani imprese sono più rassicuranti, con un aumento, anche se lieve, nell’ultimo quinquennio. Ma è importante soprattutto la qualità di questa tipologia di aziende agricole che si distinguono per un grado maggiore di competitività, produttività, propensione all’innovazione e orientamento al mercato.

Il report dell’Ismea sottolinea un saldo positivo di 6mila realtà produttive under 40 tra cessazioni e nuove aperture, con un incremento annuo dello 0,4% negli ultimi 5 anni, in controtendenza rispetto alla flessione dello 0,7% delle aziende agricole totali.

Ora, però, i venti di guerra rischiano di spazzare via 100mila imprese, con l’effetto di impoverire un settore che vale oltre 570 miliardi di euro, e di desertificare i territori.

CALA LA FIDUCIA, ALLARME IMPRESE

Il ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, intervenendo al congresso della Uila, ha rilanciato ieri l’allarme sul rischio di chiusura di intere filiere «che poi non riapriranno più per colpa dei costi elevati. Il tema del reddito è il problema principale dell’agricoltura. Vanno trovate soluzioni come diversificazione del reddito, decontribuzione, fiscalità, strumenti per valorizzare la qualità delle produzioni».

L’agricoltura è sotto attacco anche sul fronte di Bruxelles dove gradualmente (ma non troppo) si stanno facendo avanti nuove “teorie” alimentari. “AstroSamantha” Cristoforetti, impegnata in una missione spaziale internazionale, dalle stelle ha lanciato un messaggio in favore delle merendine a base di insetti, mentre nell’Unione europea si sponsorizzano i cibi ultraprocessati, dalla carne al pesce, su cui adesso in Italia iniziano a dibattere anche i nutrizionisti.

Questi ultimi, certo, segnalano i rischi per la salute legati agli additivi necessari per dare alla bistecca creata in laboratorio colore e sapore della vera fetta di carne, ma fino a questo momento non è arrivata ancora una decisa levata di scudi. Subdolamente si instilla l’idea che gli alimenti finti possano essere un toccasana per l’ambiente, come se la devastazione dei territori dipendesse solo dagli allevamenti.

La risposta del segretario generale della Uila, Stefano Mantegazza, è stata durissima: «Non ci piace il cibo ricreato in laboratorio e ci piacciono ancora meno le ricadute che una sua diffusione potrebbe avere nel nostro Paese sul versante occupazionale. Dietro ogni progetto si nascondono anche grandi battaglie commerciali. E chi perde paga il conto. Occhio, non facciamoci fregare».

LA PARTITA EUROPEA

Mantegazza ha poi spezzato una lancia in favore del modello dell’agricoltura italiana, leader per quanto riguarda la sostenibilità: «La zootecnica italiana – ha detto – consuma solo il 2,63% della disponibilità totale di acqua dolce». La Uil ha bocciato senza appello anche il taglio del 50 per cento dei fitofarmaci entro il 2030 perché «sembra pensato apposta per colpire duramente le imprese e il lavoro nel nostro Paese. L’agricoltura sostenibile non deve assolutamente essere un ritorno al passato, ma una proiezione verso il futuro».

E non ha indossato il guanto di velluto il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, che domani guiderà la manifestazione di protesta degli agricoltori. Ha infatti attaccato direttamente il vice presidente esecutivo per il Green Deal europeo, Frans Timmermans.

«È Timmermans il vero nemico – ha detto Prandini – perché con le sue politiche, con il cibo sintetico vuole rovinare la nostra tradizione agroalimentare. A quei tavoli dove si decide bisogna esserci, a livello internazionale e mondiale. Il nostro personale di rappresentanza in quelle sedi è meno della metà rispetto alla Francia, alla Germania. Abbiamo bisogno di persone qualificate che difendano gli interessi dei nostri agricoltori e delle nostre aziende». Un messaggio chiaro al prossimo governo.


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