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Salvini deposita il suo voto nell'urna

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UN’ALTRA fumata nera. Un’altra pioggia di schede bianche (527) che hanno comunque rispettato le indicazioni dei partiti. Il centrodestra ha presentato una lista con tre nomi di candidati, Letizia Moratti, Carlo Nordio, Marcello Pera. Il Pd alza le barricate. “Non basta” ma apprezza lo sforzo di compiere un passo avanti. Secondo fonti, “ci sono nomi di bandiera dello schieramento”. Inoltre sarebbero in corso trattative con i 5Stelle, da parte della destra, sul nome di Elisabetta Casellati, che non compare nella rosa della destra.

Questa mattina un’altra riunione ma si prevede per domani giovedì la giornata clou. Se la scorsa settimana, la chiusura dei partiti era totale, non facendo intravedere nemmeno un bagliore, adesso sembra che il dialogo – forse compreso fin troppo tardi – è l’unica prospettiva per chiudere in tempo senza troppi danni. Enrico Letta detta le condizioni per risolvere la partita: “abbiamo bisogno – dice – di un profilo atlantista e che rassicuri i mercati”. Non cita Mario Draghi, ma è evidente che il profilo è quello del banchiere: evidentemente c’è stata una sterzata dopo giornate in cui la stella dell’ex governatore della Bce sembrava incerta.

Letta sempre prudente a fornire indicazioni, aggiunge anche un particolare: sarà giovedì il momento giusto per trovare il candidato. Tradotto significa che le distanze non sono abissali, con gli altri partiti. Letta insiste: “Abbiamo bisogno di qualcuno che unisca il Paese- come ha fatto Mattarella e che sappia riaffermare chiaramente l’atlantismo dell’Italia. In questo momento è uno dei requisiti più importanti”.

Scoppia anche la prima grana politica sull’incontro, avvenuto il giorno prima, tra Matteo Salvini e Giuseppe Conte. Incontro che ha fatto infuriare mezzo Pd. E dal Pd è partito un altro siluro contro la rosa ufficiale stilata dal centrodestra. La Moratti, Pera e Nordio sono stati ufficialmente indicati – ha detto Giorgio Mulé – “per avere ovviamente sensibilità di centrodestra e obbediscono a quell’identikit  di autorevolezza, di competenza e garanzia per le istituzioni”.  

Nella giornata che ha visto protagonista il centrodestra, è stata presentata la rosa dei suoi componenti per il Quirinale. Sono soltanto tre i nomi, i giallorossi bocciano la rosa di Salvini. Il centrosinistra propone un colloquio per oggi, entro 24 ore. Al termine del vertice di ieri con Letta, Giuseppe Conte e Roberto Speranza, in una nota congiunta i tre capi dicono che “non riteniamo che su quei nomi possa svilupparsi la larga condivisione in questo momento necessaria”. Riconfermano la “nostra volontà per giungere a una soluzione condivisa “per un nome super partes”.  

Ma il fatto più significativo è il gioco di sponda che Enrico Letta e Matteo Renzi hanno fatto insieme e per la prima volta. Anche in questo caso si fa riferimento alla crisi alle frontiere dell’Ucraina, per la quale serve un presidente “europeista e atlantista”. Ed in merito a un presunto rimpasto che sarebbe stato oggetto di un colloquio tra Matteo Salvini e Mario Draghi la Lega è intervenuta con un comunicato, per smentire tutto. “È infondato e irrispettoso per Salvini e Draghi immaginare in questa fase, anziché discutere di temi reali come il caro energia, Opere pubbliche e Covid, che siano impegnati a parlare di equilibri di governo”. Salvini ha indicato Palazzo Chigi come sede per Draghi. Dopo avere annunciato che “spera di chiudere entro questa settimana”, Salvini ha parlato del governo, sostenendo che “Draghi è a Chigi e lavora bene a Chigi”. Ma la curiosità per le sue parole c’è stata quando ha esclamato che ”Poi il governo corre, corre”. È un modo di dire per indicare che l’esecutivo va veloce nella sua formazione?

Tuttavia, forse per accelerare il processo di costruzione ed allontanarsi dalla palude Salvini ha reso noto del suo incontro con Draghi, ma “oggi l’emergenza è il costo della luce e del gas nella crisi tra Russia e Ucraina. Il presidente sarà fondamentale”.

Ma nella giornata di ieri è caduto un altro tabù, il partito di Berlusconi è entrato nell’agenda di governo per un colloquio che Enrico Letta ha avuto con Antonio Tajani, definito “costruttivo” per avere messo a fuoco la personalità di alcuni nomi e questo può rappresentare “l’auspicio per arrivare a una soluzione equilibrata nell’interesse del Paese. Ma il faccia a faccia è servito pure per chiarire che in un Parlamento così frammentato è necessario che “nessuno vinca per vincere tutti”. Come ha detto Letta ai suoi interlocutori. In una giornata ad alto tasso di ritardo, tra nomi di bandiera ed altri reali, Antonio Tajani ha detto che “senza Draghi è impossibile tenere unita la maggioranza”, è impossibile tenere in piedi un governo di unità nazionale che sconfigga il Covid e metta in campo il Pnrr”.  


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